Un sacco di pensieri mi affollano la mente durante i trasferimenti in mare, quasi sempre notturni, a cui sono costretto dal porto alle zone degli allevamenti, sono momenti in cui sono solo e mi accompagna solamente il rumore dei motori a cui sono ormai abituato e, seppur forte, non disturba più, allora valuti e dai peso al valore del silenzio.
Perché penso che oggi è così che funziona, chi ascolta non capisce chi parla, e chi parla vede dalle espressioni dei suoi interlocutori che questi non capiscono o non vogliono sentire, chiusi nel loro mondo.
Non ci si capisce, probabilmente siamo diventati sordomuti.
Deve essere tutto questo parlare, tutto questo ascoltare, questa continua fuga dal silenzio.
Ti trovi però in momenti a cui non puoi sfuggire, solo con te stesso, di fronte al tuo silenzio.
Quando devi capire se sei soddisfatto di te stesso o se hai bisogno del continuo sguardo degli altri addosso, quando devi prenderti la responsabilità dei tuoi pensieri, della tua sola visione del mondo.
Poi si scuoti e ti immagini due bambini sulla spiaggia, lui a dire con gli occhi a lei, che ha ancora un dito nella sabbia, "grazie, che mi hai disegnato un'onda."
Allora il silenzio ha un senso, ti fa sognare ad occhi aperti, e ti riconcili con il mondo.
Sssh. Silenzio.
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