Tu butti qualcosa in mare, e il mare (dopo un tempo imprecisato e imprecisabile) te lo restituisce lavorato, finito, levigato, lucido o opaco secondo il materiale, e anche bagnato perche' così i colori sono piu' vivaci.
Talvolta, pero', arrivano in spiaggia statue fatte e finite.
"La storia di Grado vede l'arrivo dal mare della statua della Madonna di Barbana", ma non è l'unica, diverse città marinare hanno una storia simile e , non a caso, in quelle citta' rivierasche, ancora oggi le processioni si fanno in barca.
A chi appartengono gli oggetti trasportati sulla battigia?
"Non a chi li trova:
il Codice della Navigazione italiano dice che entro 3 giorni vanno consegnati alla piu' vicina Capitaneria di Porto, che dirama un avviso di ritrovamento. Dopo 6 mesi senza che nessuno lo reclami, l'oggetto sara' venduto all'asta".
Ma non e' tutto.
Spesso il mare restituisce al mittente una montagna di rifiuti, per l'80% provenienti da terra.
Secondo l'Onu, sono quasi 40 milioni le tonnellate di rifiuti solidi che ogni anno si riversano nel Mediterraneo.
Ma la situazione e' a rischio in tutto il mondo:
seguendo la North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove a spirale nell'oceano Pacifico, gli scienziati hanno notato che dagli anni '50 trasporta con se' un vortice di rifiuti, il Pacific Trash Vortex.
In esso si convogliano i rifiuti plastici dell'oceano che si depositano in un'isola di plastica del diametro di 2.500 km (poco piu' della distanza Milano-Mosca), profonda 30 metri e con una massa di 3,5 milioni di tonnellate.
Buttare rifiuti in mare è un gesto banale ma si ritorce contro alla lunga.
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