Cerca nel blog

05 novembre, 2015

Alba de Caligo


E' un' alba strana, silenziosa più del solito.

Una colata di umido opaco che si è riversata  attorno alle cose. 
Non le ricopre, non le accarezza: le offusca. 
Ha il suo fascino il  caligo, qua da noi. 

Arriva come un padrone che torna a casa dopo le vacanze: ha le chiavi di tutte le porte come fosse roba sua. 
Penetra dentro i vicoli, le strade, le porte, fin dentro alle giacche, alle pelle, alle ossa. 
E’ dentro e fuori, non lo puoi evitare o schivarlo, come la malinconia. 
Serve a farti meditare, al caligo, perché quando non vedi più le cose con il loro contorno abituale sei costretto a pensarci di più. 

Cerchi di ricordare dove cominciano e dove finiscono le cose, che forma hanno quando al caligo non c’è. 
Anche tu pensi e ti ridefinisci, cercandoti in quel lattiginoso bianco che riesci a fatica a respirare: senti che non sei più quello di prima, ma una cosa che si ingolferà e nasconderà nei cappotti, nelle sciarpe di lana, seppellirà i capelli nei berretti, farà pensieri che prima di uscire allo scoperto dovranno attraversare strati di stoffe. 

Le parole che usciranno dalla bocca non saranno più parole e basta ma sbuffi di fumo, vapore, caligo anch’esse. 
Perderanno i loro contorni nell’aria invernale. 

Il sole è matematica, al caligo è filosofia. 

Ciò che era così netto prima diventerà fiabesco, per infiltrarsi, come al caligo, in volute di fumo tra le lane dei maglioni, passare sotto le porte chiuse per paura del freddo e dell’umido. 

E' un' alba strana, Alba de Caligo 


Share/Bookmark

Nessun commento: