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20 maggio, 2016

Il Belvedere di Grado


Attualmente la frazione di Grado è Boscat ma la sua storia porta lontano, vediamola in breve.

La storia di Belvedere inizia con la famiglia Savorgnan, nobili friulani di origini Aquileiesi fedeli al Patriarca prima e alla Repubblica Veneta poi, che li ha come padri nobili e presenti nel Maggior Consiglio, per premio al loro appoggio aveva concesso loro  le terre confinanti con Grado riconquistate al Patriarcato.

I Savorgnan  costruirono una roccaforte sulla Centenara isola storica gradese di cui si erano appropriati con l' inganno colmando in una notte una parte del fosso che ne  faceva un' isola, il che automaticamente la definiva territorio lagunare e quindi di proprietà gradese (la prima speculazione edilizia con inganno della lunga storia gradese)

L' alleanza dei Savorgnan con i dogali porta  alla conquista della piccola patria del Friuli da parte della Serenissima.

Ma la Centenara fa parte della storia gradese

"Dove il feudo della Centenara affoga nella Palude, un ponte di tavola metteva al casone del guardiano delle peschiere. Faceva quel tugurio posticcio da sentinella, incrostato di conchiglie e circondato da gusci vuoti, guardava la campagna di Aquileia con le nebbie spesse, le sue febbri, i fieni che sul terreno molle crescevano alti come biade"

Così descrive il Caprin la situazione del vecchio soldato e pescatore gradese a guardia di una terra contestata e ceduta ai signori della guerra friulani.

Prima territorio gradese, contestato e ceduto al Patriarca Aquileiese, conquistato dai veneziani ma ceduto ai Savorgnan per premiarli dell'apporto alle guerre della Repubblica, venne da questi ceduto dopo cinque secoli ai Colloredo di Montalbano.

La Villa Savorgnan Fior Pasi fu costruita  al centro dell'abitato di Belvedere, che le si è sviluppato attorno, costruita nel Seicento mostra con  evidenza la forte vocazione rurale del borgo.

Rifatta più volte nel corso dei secoli passò poi di proprietà ai Colloredo di Montalbano, le sue forme attuali sono quelle ottocentesche. 

Aggiunto da Cristiano Meneghel 
Diversi documenti del 6-700 ci parlano inoltre di contrasti e controversie confinarie con gli abitanti di Fiumicello e quindi imperiali. Nottetempo gli agricoltori e pastori di Fiumicello spostavano le pietre confinarie veneziane in modo da aggiudicarsi maggiori porzioni di terreno a scapito di terre emerse sottoposte al dominio veneto e date alla comunità gradese per uso civico. La stessa cosa facevano i gradesi intenzionati ad allargarsi in terraferma, anche se per impostazione mentale, la cosa era meno frequente. La causa di ciò va ricercata nella scarsa propensione dei gradesi verso l'agricoltura e nella scarsità delle rese agricole delle terre fiumicellesi. Un altro fattore era la scarsa viglilanza sia austriaca che veneziana sulle terre a delimitazione dell'antica laguna gradese (in quei secoli più vasta) dovuta a refrattarietà (tipica dell'epoca) e allo scarso peso economico di quelle stesse terre. Nel '700 vennero nominate diverse commissioni austrovenete al fine di ritracciare i confini e riposizionare i capisaldi (pietre ancora molto diffuse nel Friuli interno recanti il Leone di S.Marco da un lato e l'aquila asburgica dall'altro). Da parte austriaca furono inviati nobili prevalentemente goriziani a garantire la correttezza dell'intervento. La situazione si stabilizzò definitivamente con la conquista napoleonica del Friuli e il conseguente passaggio delle ns zone agli Asburgo dopo il 1815
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