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04 novembre, 2016

Vita a Cason




Io   sono fermamente convinto che la cultura del casoner lagunare va preservata, non fosse altro per prudenza visto l' andamento sempre più critico della nostra cosiddetta civiltà, non si sa mai ci sia bisogno di tornare.


Un mondo piccolissimo spartano ma sereno in sintonia con la natura.
Vediamo come era organizzata la vita  all' interno di un  Cason, osserviamone gli spazi, le zone e  l' arredamento.

Nella zona notte -"al recul" - si trovavano i letti grandi e piccoli  "le Licere", un semplice tavolato poggiante su pioli fissi con i "stramassi  de pagia" i Pagiuni.

Le lenzuola o "linsioi" le coperte "stiavina o felsada" il cuscino "al cussin".


Durante l' inverno, per coprirsi alla meno peggio, tutti i vestiti portati di giorno venivano utilizzati quali sopracoperte, tenuti fermi con una delle reti usate per la pesca.

Al centro il focolaio al "fugher" costruito su uno zoccolo di fango secco con lati di circa 1 metro e alto "una quarta" circa 25 centimetri.


Ad una delle "tresse" -pali di sostegno orizzontali- veniva assicurata con una catena la "caina"provvista di un gancio regolabile in altezza.

Verso la porta veniva posta la tavola con le sedie "carieghe" oppure sgabelli "scagni".

La dotazione di piatti e vettovaglieria varia era ridotta al minimo, ma era sempre presente al Brunsin pentolino in ghisa su treppiedi per fare il caffè.

Nelle famiglie più abbienti era presente una cassettiera per gli abiti "l' armer".

Le immagini sacre erano presenti in quantità con prevalenza dell' immagine della Madonna di Barbana.

Una frase conosciuta da tutti i casoneri era talvolta presente subito sopra alla porta:

Primo la mota, sigondo al cason, terso la licera, quarto al pagion.



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1 commento:

Django ha detto...

Beh, Ennio... una bella lezione sincera dal Paleolitico...adattamento minimale ma funzionale e...pulito. Noi abbiamo poi sporcato tutto. Prima o poi quel bicchiere? Saluti.