Una riflessione ogni tanto sul perchè si scrive un blog va fatta, non una giustificazione beninteso, ma semplice constatazione.
Oggi la funzione di testimoniare e fornire aggiornamenti in tempo reale è stata assunta dalle reti sociali e dagli sms/whatsapp.
Dopo tutto i post di un blog, quale che sia l’urgenza con cui vengono composti, richiedono un uso esteso del linguaggio e una qualche formattazione, i blog non possono sperare di competere con i social-network quanto a sveltezza e tempestività.
Né possono competere con Facebook e Twitter come forum di discussione.
Inoltre i troll di Internet hanno parecchio contribuito a fare dello “spazio commenti” un lusso che solo i siti web economicamente più forti possono affrontare e quindi va limitato con artifici automatici che rendono complicato il comunicare, per forza di cose rallentato e non immediato.
Però uno degli aspetti più divertenti del blogging è che non ha bisogno di intermediari.
Puoi renderlo disponibile per fare cassa acustica a chi ti pare in completa libertà.
È una forma di espressione che non richiede né ragione né ricompensa, né pubblico né causa e come tale è quanto di più puro e piacevole si possa immaginare.
Questa libertà a me consente di passare serenamente dagli argomenti più seri ed articolati a delle cagate galattiche con grande leggerezza,
Ma non è solo questo: nulla nel tenere un blog è sorprendente quanto il puro piacere di farlo.
Per me è aria pura
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