Ieri Sandro Terremoto "Buba" mi ha fatto inorgoglire di essere nonno e di poter essere ancora utile pubblicando su Facebook la foto di uno stralcio di compito di una delle sue bambine dopo un mio piccolo intervento descrittivo della nostra Laguna alla scuola elementare.
Questo fatto mi ha riportato alle condizioni di un tempo dove i nonni non avevano ne voglia ne tempo di raccontare storie ai nipoti, ma qualcuno più versato e fantasioso di altri c’era.
Di queste storie alla buona mai trascrttie e solo tramandate a parola resta qualche traccia che con un po di fortuna riesco a trovare e registrare sul web in modo che siano a disposizione di chiunque voglia raccontarle, questa è la storia ( mi raccomando è una storia non la verità, senza certezze:
Paron Piero.
Un tempo i pescherecci non entravano in porto se non in casi di pericolo e venivano ormeggiati sulla diga esterna ognuno ad un posto assegnato che di solito era una grossa pietra frangiflutti. Paron Piero aveva una strana consuetudine, quando toccava terra, legata la sua barca, la salutava prima di lasciarla,
Paron Piero.
Un tempo i pescherecci non entravano in porto se non in casi di pericolo e venivano ormeggiati sulla diga esterna ognuno ad un posto assegnato che di solito era una grossa pietra frangiflutti. Paron Piero aveva una strana consuetudine, quando toccava terra, legata la sua barca, la salutava prima di lasciarla,
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