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03 luglio, 2013

Le Madonne per le cube

 
Camminare tra le cube mi è sempre piaciuto, c'è una serenità raccolta favorisce il reset dei pensieri, finisce che diventi civile e saluti le persone che incontri, il fresco dell' ombria  aiuta il raccoglimento e a guardarti attorno osservando le vecchie case e i segni di antiche devozioni.

Ieri il Piccolo ha descritto con la solita confusione il restauro di una madonna lignea ritrovata dopo secoli di abbandono in soffitta della chiesa da Ezio Marocco e dopo anni finalmente hanno trovato i fondi per il restauro.

Dove ha trovato le testimonianze del fatto che sia chiamata la Madonna Bruta lo sa solo il noto gazzettiere a me non risulta, la Madonna è bella qualsiasi sia lo stile della scultura lo dice la cultura cristiana- "La più Bella di tutte le donne" - e soprattutto non è stata costruita a Ortisei, semmai li  è stata creata in tempi recenti (circa 50 anni fa) la statua della Madonna a centro chiesa quella esposta alla devozione dei fedeli, l' altra è un prodotto di scultura popolare romanica del 1400, tiè!

Ma ci stiamo avviando verso il Perdon e perdoniamo.



Tornando alla passeggiata tra le cube in una delle piazzette più caratteristiche del Castrum, tra Campiello Tonegazzo e Calle Degrassi "In Piasseta" c'è un' icona della Madonna detta la "Madonna Mora"-in foto-, 
la Piazzetta è stata modificata intorno alla metà del 1800 con la costruzione di una bassa casetta che ne ha modificato l' aspetto ma le case interessanti in Campiello sono due:

Una la Casa dei Fumi e l'altra la casa con l'icona della Madonna.

I vecchi dicono che quella casa ospitava un convento di suore che confinava con un convento di frati, spariti i frati rimasero solo le suore.
Nei lavori di ristrutturazione della casa corrono voci che vi sia stato trovato incassato tra i muri un Cristo, e qualche sussurro più sommesso parla di un tesoro.

Per noi il vero tesoro è l' icona della Madonna che è sicuramente antica e riconferma la fede incrollabile nella Santa Vergine dei gradesi.


Piasseta gera un mondo de maranguni.    (tratto dai ricordi di Bruno Scaramuzza)
 La casa de la Madona Mora la gera dii Fumuli, maranguni vignui da Malisana. 
 La casa in parte, quela dita dii Fumi, a quel tenpo la gera de 'l mistro marangon Balsamin Scaramuzza (ramo dii Massagati), a piano tera la botega. 
 La caseta co' un picolo cortivo de Cesare Camufo la feva duto un co' le do sove case che deva su 'l portisin (no' incora porto per bragossi e trabaculi, ma solo per batele) indola 'l nostro 'l veva 'l sovo squero. 
In parte dii Camufi gera la casa dii Gussoni, nianche dì, anche ili maranguni, ma la sova botega la gera in Savial. 

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