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31 marzo, 2014

I Nodi Marinari

Le origini dei nodi sono antichissime, come dimostrano certi utensili preistorici tenuti assieme da fibre intrecciate ed il ritrovamento in Perù del "quipu", che come antico sistema di scrittura utilizzava fili, lungo i quali venivano riportati nodi semplici.


Nel tempo, il saper fare nodi, è diventato un'arte che ha portato a creare centinaia e centinaia di nodi anche complicati, ma spesso inutili.


Molto spesso ci troviamo nella necessità di far uso dei nodi sia nella quotidiana vita cittadina, che andando per mare e talvolta ci rendiamo conto dell'importanza del nodo solamente quando l'ormeggio della barca o del gommone non ha tenuto o quando il nodo si è sciolto, rovinando a terra quello che avevamo legato. 


Ma è andando per mare che i nodi assumono la loro importanza e solo nella necessità ci rendiamo conto che è fondamentale saper scegliere ed eseguire subito e bene un nodo, rapidamente e con il minimo dei movimenti, in ogni condizione di tempo e di mare, di giorno o in assenza di luce, ma che sia anche agevole da sciogliere subito e bene.

Come unità di misura in navigazione, marittima o aerea, la velocità viene espressa in "nodi" o Knot.
In questo caso il nodo rappresenta il miglio nautico (1852 mt).
Questa unità di misura è accettata dal Sstema Internazionale e deriva dall' antica pratica di misurare la velocità delle navi gettando a poppa un pezzo di legno appesantito assicurato ad una sagola (un cordino) sulla quale sono stati fatti dei nodi distanziati di 47 piedi e 3 pollici (circa 14,4 mt) cioè 1/120 di miglio, l' uno dall' altro.
Un marinaio in corso di navigazione contava quanti nodi passavano tra le sue dita in 30 secondi (1/120 di ora) misurando il tempo con una clessidra, ottenendo così la velocità della nave.

Sapevatelo!
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30 marzo, 2014

Anziano ex Figone

Ormai sono anzianotto, è un dato di fatto, anche se avviene a mia insaputa.

Nonostante mi ostini a indossare felpe consunte al posto di folgoranti golfini col collo a V sopra improbabili camice a righe, ci sono diversi, inconfutabili segni che mi ricordano con solenne severità che ormai sono entrato a far parte degli anziani.

Qualche segnale, sparso:

Sempre più spesso, dopo qualche abbuffata, neanche tanto clamorosa , passo nottate sudate e insonni a ruttare e a malvolere la madonna, che non ha saputo trattenermi dall’indugiare nei piaceri della gola.

E' primavera eppure le prime canottiere e le prime minigonne non provocano più  gli  effetti delle abbuffate di cui sopra.

 La musica ad alto volume mi dà fastidio, soprattutto se musica del cazzo… non come quella che sentivamo noi, ai nostri tempi.

 Col risultato che ascolto da anni sempre gli stessi gruppi, a rotazione.

 Sono diventato insofferente e intransigente. 

Se una cosa non mi piace, deve andare in culo. 

Ho concesso abbastanza tempo, energie ed attenzione a stupidaggini inutili.

 Ora che il tempo, le energie e l’attenzione cominciano a scarseggiare, pretendo di sfruttarle al meglio.

 Sono cinicamente disilluso. 

Questo non vuol dire che non credo più a niente, vuol dire che mal sopporto tante di quelle cose che solo qualche anno fa, al contrario, apprezzavo.

Too old to rock ‘n’ roll…  però lo so!

Se tu che leggi sei stato un giovane, alternativo e ribelle, insomma un figone, ma ora non lo sei più  clicca “mi piace”  ad un post come questo e così ti rimetti a posto  con la coscienza.


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28 marzo, 2014

Gli spartiacque lagunari


Un effetto curioso e poco conosciuto della laguna di Grado è la presenza di due punti spartiacque.- 


L' effetto, dovuto alla curvatura della terra è curioso ma porta purtroppo con sè i fenomeni di interramento dei canali lagunari che si trovano senza sfogo verso il mare. 

Il primo dei due è a  Barbana proprio davanti all'ormeggio delle barche. 

L' acqua si ferma, se prosegui verso Est e trovi la marea calante ti porta con sè per portarti a Primero, se prosegui verso ovest la stessa marea calante ti porta con sè verso Grado. Gli opposti si respingono.

Il Palù della Cantariga che circonda Barbana verso il mare un tempo era servito da un tragio denominato La Rotta, tombato per la costruzione della strada verso Monfalcone, questa modifica ambientale ha provocato il progressivo interramento di tutto il territorio lagunare che serviva.

Il secondo punto è posizionato nei pressi del taglio per Morgo sul Canal Novo ed è proprio il suo effetto stagnante che provoca i continui interramenti della litoranea veneta e la necessità (completamente disattesa dai vari Commissari della Laguna) di intervenire con scavi per il ripristino in sicurezza di una così importante via di comunicazione lagunare, facendo come Pilato lavandosene le mani con la messa in opera di cartelli con su scritto "Attenzione Bassi Fondali", sbattendosene che sul Portolano (che ogni turista vagantivo in barca consulta) i canali vengono descritti come navigabili e con profondità media di 2 mt .

Una curiosità il maggior effetto dello spartiacque in questa zona si manifesta proprio dove in antichità esisteva il canal seco che portava direttamente sulla Natissa e quindi ad Aquileia. 
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27 marzo, 2014

Libretto Canzoni del Festival 2014



Come ogni anno Il Circolo Jazz si preoccupa che tutti gli appassionati delle canzoni gradesi, belli o brutti ma soprattutto vicini o lontani, siano serviti di barba e capelli e dopo la trasmissione via Web del Festival in Diretta ecco il libretto con immagini e parole delle canzoni protagoniste del 2014.

Per gli appassionati si ricorda che il Cd con le canzoni è in vendita in diversi punti di Grado.

Per chi avesse difficoltà a scaricarlo clicchi  qui e il gioco è fatto!


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26 marzo, 2014

'L FOGO 'NTE LA TORE






La foto di un casolare in rovina in Promero non è esattamente nel posto giusto ma da l' idea del dramma accaduto

Mauro Marchesan mi propone questa sua lirica a commento di un fatto storico gradese:

Sotto al pavimento trasparente del bar estivo del Fonzari, si possono ancora vedere i resti della torre di sud-est dell’antico castrum gradese. Lo storico Bruno Scaramuzza rileva che nel 1500 era abitata da una famiglia Marchesan detta "de la Tore". In uno scritto del 1600 di Prè Domenico Luciani si legge, riferendosi alla torre, che  rimanevano le rovine di quel luogo sacro da cui fu gettato il patriarca Giovanni da Trieste dal figlio del doge Galbajo (questa è una interpretazione della storia tramandata dal popolo). Quando Prè Luciani scrisse queste memorie, probabilmente la torre era disabitata, allora mi sono immaginato che un incendio, evento abbastanza frequente all’epoca, l’avesse distrutta.


 'L FOGO 'NTE LA TORE 

Beta la canteva la Diessila 
int'i zurni dii Santi 
co' la so vose fastidiosa 
e i so modi pesanti 
e na longa tiritera 
la se sfileva 'nte l'aria, 
int'un latin a musoroto, 
int'una lengua ordenaria. 

Gera odor de privassiuni 
in quela casa desastragia 
de legno marso e de burìti, 
de zente malagia. 
E fantulini poco lavai 
i zuogheva coi ragni, 
in frufa d'un ragio de sol 
ch'i scoldessa i calcagni. 

'Nte la tore dii Marchesan 
gera solo la nera miseria, 
int'un talpeo pastrociao 
de surzi e cativeria. 

E le scose maranteghe 
no le cateva mai pósso 
a zarnâ la povertae col scudier, 
a tagiâ tabari col sal grosso. 

Ma 'l mar nol da indrío 
nissun cristian temerario, 
che l'ébia sfidao 'l bafo de l'onda 
e 'l sia restao int'i fundi del sacrario. 

Po' na note che la frusteva i scuri 
s'à alzao le fiame olte 
a brusâ la famegia e i muri, 
a 'ngrumâ sinise morte. 

Solo àneme inussinti 
sensa gni colpa gni pena 
stissuni arsi fra i resti de la tore 
in serca de 'na pase serena. 

* * * 

Gravo la xe splendente 
'nte la so nova vita moderna 
co' le spiase verte al mondo 
e l'ospitalitae fraterna. 

Le sere d'istae le xe musicali 
e carghe de foresti danarusi 
ch'i beve 'nte 'l bar de la tore, 
ch'i se diverte ansiusi. 

E 'l artista 'l canta 'na canson 
carga de sbrio 
fra i tavulini e i lussi 
col pianista ch'i vien drio. 

E de soto 'l siolo trasparente 
i fantulini zuoga coi ragni, 
in frufa d'un ragio de sol 

ch'i scoldi i calcagni. 

Mauro usa il dialetto all' antica e qualche volta può risultare ostico capire tutto, questa è la versione in lingua

L'INCENDIO NELLA TORRE 
Betta cantava il Dies Irae 
nei giorni dei Santi 
con la voce fastidiosa 
e i suoi modi pesanti 
e un lungo sproloquio 
si sfilava nell'aria, 
in un latino sfrontato, 
in una lingua ordinaria. 
C'era odore di privazioni 
in quella casa disastrata 
di legno marcio e di brodetti, 
di gente malata. 
E bambini poco lavati 
giocavano coi ragni, 
alla ricerca d'un raggio di sole 
che gli scaldasse i calcagni. 
Nella torre dei Marchesan 
c'era solo la nera miseria, 
in un calpestio sporcato 
da topi e cattiveria. 
E le nascoste megere 
stavano sempre addosso 
a desinare la povertà col cucchiaio, 
a tagliare mantelli col sale grosso. 
Ma il mare non dà indietro 
nessun poveruomo temerario, 
che abbia sfidato il baffo dell'onda 
e sia rimasto nelle profondità del sacrario. 
Poi una notte che fustigava le ante 
si sono alzate le fiamme alte 
a bruciare la famiglia e i muri, 
a raccogliere ceneri basalte. 
Solo anime innocenti 
senza né colpa né pena 
tizzoni arsi fra i resti della torre 
in cerca di una pace serena. 
* * * 
Grado è splendida 
nella sua nuova vita moderna 
con le spiagge aperte al mondo 
e l'ospitalità fraterna. 
Le sere d'estate sono musicali 
e gremite di stranieri danarosi 
che bevono nel bar della torre, 
che si divertono ansiosi. 
E l'artista canta una canzone 
piena di briosa atmosfera 
fra i tavolini e i lussi 
con il pianista chino sulla tastiera. 
E sotto al suolo trasparente 
i bambini giocano coi ragni, 
alla ricerca d'un raggio di sole 
che gli scaldi i calcagni. 

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25 marzo, 2014

Io sono La via - Grado Spia

La foto ha per titolo: no ste desmentegame

Io sono la via, la verità è la vita”, disse un uomo.

Ci avviciniamo alla Pasqua di Resurrezione, il che ci porta a  Gesù.

Gesù è stato un rivoluzionario nel complesso ma con diversi coni d'ombra nei dettagli.

Intendo dire che Gesù ha cambiato il corso della Storia, l’ha fatto in modo positivo e ha insegnato l’amore come nessun’altro. Se non ci fosse stato lui, oggi sarebbe tutto diverso, e peggio.

Essere rivoluzionari vuol dire combattere le ingiustizie del proprio tempo.
Insegnare la libertà è un gesto rivoluzionario.

Qui da noi un nostro rivoluzionario ce l' abbiamo  e ultimamente, visto che non è del tutto in forma, ha anche bisogno di essere sostenuto, almeno a livello amicale.

E' sicuramente un rivoluzionario con coni d' ombra pazzeschi e non sempre positivi.

Piaccia o meno ha costretto proprio tutti a fare attenzione al come ci si muove e tanti altri a riflettere.

Tentare di cambiare il modo di sentire di un Paese come il nostro  non significa automaticamente farlo in modo positivo, essere dei rivoluzionari nel senso buono del termine.
C’è molta ipocrisia nel nostro comune modo di esistere e lui ci obbliga a prenderne atto, magari con parole crude, dirette, ma raramente dice bugie, e noi aspettiamo con ansia i nuovi botti, le sue rivelazioni.
Il suo nome è GradoSpia al secolo Raffaele Lisco che è un' identità fittizia ed ingannatrice che copre un'altra identità fittizia e ingannatrice che ne copre un'altra e così via finché non ci si imbatte in uno degli uomini che è stato uno dei più belli del mondo. 

Che si possa accostarlo a Gesù  ho le dichiarazioni dei vicini di casa che hanno riportato:

dopo una notte di sesso sfrenato con la moglie l' hanno sentita gridare più e più volte:
Oh Gesù! 

Tornando a noi, il suo essere un precursore, bandiera di ogni libertà, ha causato alcuni intoppi ai rappresentanti della  vita pubblica locale e più in generale si è occupato di separare, scindere, decostruire, smascherare chi cerca di indurci in tentazione con ogni mezzo a disposizione.

Forza Lele sei tutti noi!



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24 marzo, 2014

A Grado Volano gli stracci

Devo essere onesto, mi mancava.
Giovanni Maria Mattiussi mi invia, con preghiera di pubblicazione, questa sua disanima a 360 gradi della situazione pregressa ed attuale di Grado, secondo ovviamente il suo personale modo di vedere.

E' una lettura complicata, perchè porta avanti ed indietro nel tempo, ma istruttiva e forse può schiarire qualche dubbio, in ogni caso godibile che piaccia o meno.
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Comitato per l’Amministrazione Separata degli Usi Civici di Grado
 “Magnifica Comunità di Grado”
(Registrato Agenzia Entrate – Ufficio di Monfalcone, al n .ro 1013 dd. 29.04.2008)

      “ NUOVO   POLO   TERMALE “  - “ VIVERE   in  LAGUNA “ “GRADO  TRE “  -  “ SVENDITA  USI  CIVICI 
ovvero

come  trasformare “l'Isola del Sole”  in   un'isola   di  cemento

E' solo l'inizio, o l'inizio della fine ?
Mettiamola intanto così: in quella sorta di asilo che secondo voci galoppanti sarebbe il Consiglio comunale, alcuni stanno in maggioranza  altri fingono di stare all'opposizione.
Tutti con il tabù degli  Usi  Civici  e  l'incapacità di amministrare un  condominio. 
In stagione, amministrano invece più abitanti di qualche capoluogo provinciale ed  un ecosistema lagunare unico in Europa,  insidiato dalla Confraternita del Cemento.
Che ormai detta cosa fare o non fare inclusi i progetti in epigrafe: “Polo Termale” in primis.
L'aggettivo “termale” ? Direi un alibi color marron per gettare il Parco delle Rose, Spiaggia e Retrospiaggia nel tritacarne di una lottizzazione da  212.690 mc. (pag. 35 - Piano Fattibilità). 
Una città fronte spiaggia. Raddoppiabile o triplicabile a colpi di variante al piano regolatore a discrezione dell'intesa (allegata al Piano Fattibilità) tra Regione FVG e Comune  di  Grado. 
Cioè la “Santa Alleanza” per  appropriarsi, gratis, dei 176.000 mq. del Comparto gravato da Uso Civico.
Su cui aggiungere 500 posti auto in sotterraneo. Una follia senza riscontri in altri centri balneari. Sono tutti indietro rispetto “all'Ufficio di Progetto” che si riserva ulteriori 500 in conto vendita ? (pag. 137 - P.F.)  O  semmai  l'incontrario ?
A  fare cassa, “l'Ufficio” è senz'altro avanti. Anzi imbattibile visto che quotano 100 mila  €uro cadauno sui mercati dell'Est. Spiccioli in confronto al ritorno per contanti dai  212.690 mc.
Sfortunatamente “Cristo si è fermato a Eboli”, sull'Isola del Sole  “ Il Diavolo veste Prada”.
Il Comparto è intanto scampato alle precedenti Amministrazioni non per grazia ricevuta, ma solo perché l'opposizione consiliare era il pane giusto per i loro denti.
Poi è scampato al Sindaco Silvana Olivotto, al Commissario prefettizio Giovanni Blarasin, alla Regione di  Renzo Tondo & C. infine al Sindaco Edoardo Maricchio perché anche la “Magnifica Comunità di Grado”, era  e rimane il pane giusto per i loro denti.
Pur soccombendo, con forti spese,  in 1° grado innanzi al Commissario agli Usi Civici. In realtà la migliore delle nostre vittorie, avendo bloccato il giocattolino da 212.690 mc. e relativi posti auto.
Il nostro ricorso in Corte di Appello di Roma - Sezione speciale Usi Civici -, è tuttora oscurato dalle stesse Cronache che avevano inneggiato alla nostra soccombenza tra i plausi della Confraternita.
E' ovvio che New York Times,  Le Monde,  Frankfurter  Allegemeine  Zeitung o Zhang Langui, autorevole quotidiano della Corea del Nord, non ne abbiano parlato.
Un po' meno che non ne parli “Il Piccolo” salvo intenda abdicare alla sua tradizionale funzione di collegamento tra i fatti e la Città.
La congiura del silenzio soffoca con il nostro ricorso anche i Beni Comuni di Uso Civico. Non è bene far sapere che tre milioni di ettari da Bolzano a Palermo, 1/3 a conduzione diretta,  arricchiscono innumerevoli Comunità.  Difatti  “sull'Isola del Sole”  arricchiscono  interessi estranei alla Comunità. 
Tra cui un'area portuale combinata da Comune e Regione per  5.373.200 vecchie £ire contro un valore di  5 miliardi, accertato e sanzionato dalla Corte dei Conti di Trieste a seguito di un nostro esposto nel 2001.
Svendita alquanto strana anche nelle Repubbliche delle Banane. Non  nel  firmamento  giurisprudenziale “fai da te”  di  Comune  e  Regione  al  prezzo  quasi  mille volte inferiore a quello reale.
Sono intanto pregati di scendere. Costante giurisprudenza in materia di Usi Civici, riconosce  l'imprescrittibile diritto al reintegro per omesso interpello e consenso dei legittimi proprietari: I  “Graisani”.
La Città sta intanto morendo, legalmente si capisce, mentre “Cristo si è fermato a Eboli”, il “Diavolo veste Prada”, ma è un dilettante sul piano edilizio  rispetto alla Confraternita.
Intanto la “Grosse Koalition” di Edoardo Maricchio perde colpi in attesa di tornare  a casa con biglietto di sola andata per l'impossibilità  di mettere nel sacco elettorale il  99%  dei cittadini contrari al  “Polo Termale”.
Andato K.O. con soddisfazione generale. Un avanspettacolo sulla pelle dei “Graisani” da 1,5  milioni di €uro, pari a mezza dozzina di  “Prime” alla Scala.  Mancano, è vero,  nani e ballerine però gli ingredienti ci sono tutti: 
un progetto faraonico da 110 milioni di €uro, abortito in uno da 60 milioni, 40 a carico di investitori immaginari; due o tre Bandi europei più un Colloquio tecnico, finiti nel nulla;
1,5 milioni di €uro pubblici finiti come sappiamo;
più il colpo di scena della “Procedura negoziata”, a vuoto, (Il Piccolo dd. 3/10/13) benchè non si possa parlare di un vero e proprio finale a sorpresa tipico, per esempio, della “pistola di Checov”  in cui ancora non si sa chi deve spararsi.
Basta ed avanza per revocare la delibera di Consiglio comunale n° 24 dd. 29/4/2009 e chiudere così la partita con  “Il Polo” e gli Usi Civici  prima dei tempi supplementari in Corte di Appello.
Non per niente la revoca è stata bocciata dal Consiglio comunale appena posta in votazione da “Liber@”. Ovviamente con la “magica” astensione del P.D. che ancora non sa cosa  e chi rappresenta.
I “Graisani” hanno intanto il Consiglio comunale che si meritano oltre ad aver eletto, spesso e volentieri, personaggi che hanno fatto  carne da porco del  loro Paese. Il  solo che   hanno.
Però non ci stanno a passare per una colonia. In cui un solo starnuto del Presidente Tondo, ha messo in riga due Sindaci e due Consigli comunali. Spazzato l'autonomia statutaria di una Città millenaria ed ipotecato  il suo futuro, non solo turistico.
Augurandoci che il Presidente  Serracchiani  non  abbia  il  raffreddore, molto altro non  torna. Dal deficit, coloniale, dell'Ospizio Marino. Una pacchia impunita da 30 milioni di €uro con i dipendenti sul lastrico.
Alla “Vendita spezzatino”, a prezzi stracciati, di attrezzature ed apparecchi sanitari ancora imballati della Clinica S. Eufemia. Coinvolta nel deficit/pacchia dell'Ospizio questa volta sulla pelle di oltre 4  mila  disabili provenienti da tutta la Regione e varie parti d'Italia.
A giorni, la prescrizione calerà  sulla “verità sporca e nuda” ed  “eventuali” reati. Insomma: “chi ha dato, ha dato. . . ” / chi ha avuto, ha avuto. . . / scordammoce  o' passato “.
La regola “sull'Isola del Sole” dove la libertà di stampa è un optional, gli Usi Civici (4 mila ettari) inesistenti solo per i “Graisani”, il deficit da 30 milioni una pacchia, il signoraggio dei partiti  legge.
Le cause ? Il nanismo politico/culturale, per non dire altro, di classi dirigenti immaginarie avvicendatesi al governo di una Città con 2 mila anni di storia cavalcando voti di scambio, cemento e  “Polo Termale”.
Su quest'ultimo è calato il sipario. La stagione teatrale continua alla grande con le “ Nuove Terme”. Altro avanspettacolo da 212.690 mc. più i  soliti  500/1000 posti auto e relativa superstrada  sin dentro il mare ?
O una normale ristrutturazione nel rispetto dei valori architettonici del Palazzo delle Terme e dei 176.000 mq. del Comparto in linea con i normali centri balneari,  normali località e normali Amministratori  ? 
Non siamo ottimisti. Visto che l'immemorabile diritto della Città a vivere in equilibrio con  il mare, la laguna, Parco delle Rose, Spiaggia e Retrospiaggia  conta  meno di uno starnuto del  sig. Renzo Tondo.

Cari Graisani ! “Armiamoci e partite”, non funziona. Non ha mai funzionato se non per giustificare “Le Mani sulla Città”,  anzi le lunghe mani della Confraternita.
Sul Lido di Venezia, nessuno si sognerebbe di piazzare 212.690 mc. comunque denominati. L'incauto verrebbe senz'altro sottoposto a visita urgente, avete capito quale.
Sono invece normali, anzi indispensabili, sull'Isola del Sole” dove volano i “corcali” ed il cemento è spacciato per l'allungamento della “stagion” dalla “Grosse Koalition”.
Mettiamola in conclusione così: la “Magnifica Comunità di Grado” attende una sostegno da tutti  coloro che si oppongono al “golpe final” sul Comparto ed alla trasformazione “dell'Isola del Sole” in un'Isola di cemento.
La presente è, tra l'altro, inviata ai Gruppi di Camera e Senato. E' gradita un'interrogazione parlamentare.

Grado,  24 marzo 2014
                                                                                  Il  Segretario
                                                                          (Giovannimaria Mattiussi)



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23 marzo, 2014

Backstage del Festival

Non ce l' ho fatta a resistere fino all' ultimo, ma quello che ho visto (grazie e sempre grazie ad Augusto e ai suoi collaboratori) attraverso lo sharing di Internet è stato sufficiente per scaldarmi il cuore.  La gente di Grado c'è, è presente, si riesce a raccogliere attorno al suo Festival, sarà magari un solo momento, una sola serata, ma è bello!

In attesa di sapere i risultati finali, non mi rimane che, per il momento,  approfittare di Dario Lauto e della sua opera meritoria con la telecamera condividendo il suo lavoro interessantissimo di backstage.




Update:
I vincitori del 48° Festival della Canzone Gradese:
Arianna Salvador e Andrea Cicogna
con : 'nverigola naridole parole di Andrea Cicogna e Livia Bianchet, musicata da Andrea Cicogna e interpretata dallo stesso assieme ad Arianna Salvador
eccoli in una foto di Roberto Camuffo
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21 marzo, 2014

E' Primavera tempo di meduse

Il mio indicatore per l'arrivo della primavera sono le meduse della specie Aurelia Aurita che si fanno regolarmente vedere in grandi banchi in Golfo di Trieste quando la temperatura dell'acqua del mare comincia a salire.

Si tratta di meduse comuni nei nostri mari e non urticanti, anche se per dimensioni possono dare qualche apprensione.

Ma con il graduale aumento della temperatura marina, arriveranno anche altre specie di meduse più fastidiose e irritanti a contatto, del tipo Pelagia Nocticula conosciuta comunemente come medusa luminosa che a volte si presenta in banchi enormi (nel Golfo di Trieste 2003-2005) e provoca dolorose irritazioni se sfiorata.

Nelle foto di stamattina un bel "ciapo" di meduse di buon auspicio per l'inizio primavera e l'arrivo del caldo. 

Assieme a queste,  innocue, ho registrato questo esemplare di Chrysaora hysoscella, una specie considerata urticante che si osserva frequentemente in Alto Adriatico e nel Golfo di Trieste.
Però è molto bella da fotografare:
E' Primavera, la vita si anima.
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20 marzo, 2014

Srodolà la vita






Srodolà la vita



Sentasse al tovo posto e,
nel score de poche ore,
sintisse in aria
co la to vita srodolagia.


te se ingropa, intanto che tu speti,
le parole,
sensa cantuni, sole,
roba de la to fronte


tu inventi un nome al posto
'ndola tu speti,
o forsi tu vol solo
fissalo nel tempo.


Al tovo tempo,
te par un arivo,
ma pena tu te volti
ze za oltro.



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19 marzo, 2014

Massimo Bubola al Festival

 Massimo Bubola è il presidente della giuria che designerà al 48° festival della canzone il premio della Critica e sarà il cantautore personalmente a consegnare il premio alla canzone in gara – l’ufficializzazione è giunta dall’organizzazione de Quelli del festival …della Canzone gradese.

Il “Cavaliere elettrico” che alcuni giorni or sono h celebrato i suoi sessant’anni.
Veronese, nasce in Veneto da padre istriano esule da Umago e madre della provincia veronese. Inizia giovanissimo a scrivere canzoni, e dopo averle fatte ascoltare a molti discografici suscita l'attenzione di Antonio Casetta, che gli propone un contratto per la sua casa discografica, la Produttori Associati, inizialmente come autore e musicista; il primo lavoro è con un altro cantautore veneto molto noto negli anni sessanta, Pino Donaggio, per il quale nel 1976 suona l'armonica a bocca in un suo disco, Certe volte..., e scrive il suo primo testo inciso, su musica di Donaggio, la canzone Naturale.
Qualche mese dopo Bubola pubblica il primo album a suo nome, Nastro giallo, con cui si fa conoscere e apprezzare anche da Fabrizio De André, che gli propone di scrivere assieme alcuni brani, poi inclusi nel disco Rimini (1978).
Nell'anno successivo all'uscita di Rimini, Bubola realizza il suo secondo album da solista: Marabel, per la Philips, prodotto da Antonello Venditti.
La collaborazione con De André continua nel 1980 con Una storia sbagliata, brano scritto come sigla di un documentario-inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, e nel 1981 con la realizzazione dei brani per l'album Fabrizio De André, e nella conseguente tournée. Quindi le strade artistiche dei due (ma non quelle personali) si dividono per qualche anno, quando Bubola è impegnato nella sua cosiddetta letteratura rock, mentre l'artista genovese si sposta sul Mediterraneo con Mauro Pagani per realizzare il celeberrimo Crêuza de mä. I tre musicisti si ritroveranno a lavorare insieme nel 1990, alla stesura della canzone Don Raffae', destinata a diventare uno dei maggiori successi di De André e del pop italiano in genere. Il brano, arrangiato in origine a tempo di tarantella, è stato negli anni riproposto da Bubola stesso con nuove vesti sonore, prima in chiave blues e poi anche in una riuscita versione mambo.
Sempre nel 1981, prima di Fabrizio De André, il fortunato binomio realizza anche Tre rose, che vede un sostanziale scambio di ruoli: in questo album del solo Bubola è De André l'ospite d'onore, con tutta la famiglia (il figlio e la compagna ai cori). Al cast partecipa anche Mauro Pagani al flauto. Il brano Senza famiglia è tra i successi del Festivalbar di quell'anno.
Un presidente quindi attinentissima la capacità di spaziare nel graisan protovento, Massimo Bubola, il 15 marzo ha brindato alle su 60 primavere, vissute intensamente tra palco, Gibson e studi di registrazione, che gli hanno fatto conquistare la corona d’alloro del rock italiano. Se in Italia esistesse una cattedra per l’insegnamento della letteratura del rock, Bubola sarebbe professore onorario; dal 1976 con quel rivoluzionario “Nastro giallo” (diventato vinile ricercatissimo per collezionisti) fino all’ultimo “In alto i cuori” dell’anno scorso, lui più di chiunque altri ha insegnato come anche nel nostro Paese si potessero scrivere pagine altissime di letteratura rock. Se in America ci avevano pensato Bob Dylan, Lou Reed (con il quale Bubola ha tenuto diversi reading), Leonard Cohen, Bruce Springsteen e tanti altri, qui da noi il primo a percorrere la strada dell’epica del rock e a rimanerne fedele è stato proprio lui. Del genio inventivo e immaginifico di Bubola se ne era accorto anche Fabrizio De André che l’aveva voluto per scrivere assieme due album fondamentali del suo percorso come “Rimini” e quello che è passato alla storia della musica come “L’Indiano” in cui l’impronta del cantautore veronese è chiarissima, non solo per la musica, ma anche per le tematiche affrontate, una fra tutte l’epica dei nativi americani.
Piace tantissimo il suo atteggiamento e la sua parola d’ordine. Si deve lottare solo per quello in cui si crede e per quello che si ama.

Gli altri ambiti premi del festival gradese il premio “Giacomo Zuberti” (papà del Festival a cura della Cooperativa pescatori all’autore del testo maggiormente legato al mondo della pesca e dell’ambiente isolano. 
Il premio International Graisani nel mondo (il verdetto arriverà dalla comunità argentina e due commissari europei …le famege graisane ). Ad incororare la canzone regina il pubblico in sala al quiel si sommerà il voto della giuria di qualità e critica. Confermata la diretta streaming. 

Le canzoni in gara:

MÀMOLE IN FIOR (Parole di Ilario Fanò Musica di Manuela Barzellato 
Canta Gabriele Bottin 
SOLO UN ÀTIMO Parole di Chiara Camuffo Musica di Gianni Camuffo 
Cantano Chiara e Martina Camuffo

‘NA BOLA DE SAVÓN (Parole e musica di Andrea Marchesan)
Cantano Deborah Civita, Raimondo Corbatto

SÊTIMO CIELO onbrelón in prima fila (Parole e musica di Renato Camisi)
Canta Renato Camisi

I NUÒLI NASSE A GRAVO (Parole e musica di Riccado Gordini)
Cantano Francesco Gregori e Riccardo Gordini

’NTEL SPECIO (Parole Andrea Felluga Musica Andrea Barzellato)
Cantano Michele Lugnan e Paolo Pozzetto
STELA (Parole di Elia Bidut Musica Andrea Barzellato e Elia Bidut)
Cantano Elena Marchesan e Elia Bidut

TU, MAI (Parole di Marco Giovanetti Musica di Francesco Lugnan)
Canta Cinzia Borsatti

LA VOGIA DE CANTÀ’ (Parole di Gian Marchesan Musica di Seba
Cantano  Eros Gregori e Fabio Fabris

FINE DE UN AMOR (Parole e musica di Aldo Tognon)
Canta Monica Maran

‘NVERÍGOLA NARÍDOLE (Parole di Andrea Cicogna e Livia Bianchet Musica di Andrea Cicogna)
Cantano Arianna Salvador e Andrea Cicogna

UN FIOR E ’NA LÂGREMA (Parole Elia Felluga e Paride Bertogna Musica Elia e Gioele Felluga)
Cantano Silvia Smaniotto e Stefano Meneghel


Info 
quellidelfestival@gmail.com
leonardo.tognon@gmail.com



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18 marzo, 2014

Società Anonima Pescatori Lagunari di Grado.

C'è una data che segna una svolta storica tra la Grado peschereccia atavica e quella moderna.

2 aprile 1930.

E' la data di costituzione della Società Anonima Pescatori Lagunari di Grado.


In un colpo i pescatori, si scuotono e riunendosi in 39, tanti sono stati i primi aderenti alla nuova società, si pongono obiettivi comuni, si sottraggono allo sfruttamento dei commercianti e puntano a migliorare, oltre che sotto il profilo economico, anche in quello culturale ponendosi, altresì, anche l'obiettivo della mutualità e dell'assistenza ai meno fortunati.

Nel 1932 la Società era attiva nel locale Mercato Ittico vincendo resistenze e boicottaggi dei commercianti.


Intando le adesioni crescevano e nel 1940 la Società concludeva con il Comune il contratto di affitto della "Valle Artalina" e finalmente si dotava di una sede sociale di proprietà in Riva Dandolo.

Veniva così sfatata così in pochi anni la diceria dei compaesani e foresti che consideravano la categoria dei pescatori "poveri e ignoranti" e creandone una di nuova:

 "i ze carghi de soldi, i li mete soto al stramasso" ,

A questo proposito devo dire che mio padre che era pescatore si è dimenticato di dirmi soto qual stramasso li ha missi.
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17 marzo, 2014

Le moleche



La pesca è da un pò di tempo che mostra la corda, scelte sbagliate, sfruttamento dell'ambiente in maniera intensiva, metodi di pesca sempre più efficienti,  la strada è lunga e i motivi molteplici, ma una scelta di vita di un tempo è stata praticamente abbandonata nelle nostre lagune e si pratica solo in quella Veneta: 


la pesca e l'allevamento delle moleche.

Le 
moleche o moeche sono  i granchi in fase di muta, quando, cioè, nei mesi primaverili di aprile e maggio, e autunnali, da ottobre a novembre, perdono il loro rivestimento (carapace) e si presentano teneri e molli, 


Si lavora con le seragie, dette in passato seràgie de seca; oggi con questo nome i pescatori intendono lunghi sbarramenti di pali e reti (piantati ad ogni inizio di stagione), a cui sono collegate le trappole ad imbuto dette coguli, dove finiscono per intrappolarsi i pesci e i granchi in transito. 
Dunque anche i granchi verdi o comuni, che sono lunghi non più di 3 o 4 cm e che si confondono facilmente col colore dei fondi fangosi delle paludi lagunari. 

I pescatori, una volta presi questi granchi nei coguli delle seragie, li separano dal pesce cui sono mischiati, li portano entro sacchi di iuta nei casuni li selezionano e immettono quelli prossimi alla muta, detti spiàntani         (i molecanti conoscono ormai ogni segreto dei granchi), in grandi cassoni di legno  semisommersi, chiamati vièri, dove in breve tempo diventeranno moléche. 

Le moleche, essendo rarità, arrivano a cifre incredibili di costo (può superare facilmente il valore dell'aragosta) e l'ideale è cucinarla facendola immergere per una notte nel rosso d'uovo e poi friggerla, è una prelibatezza.


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16 marzo, 2014

Nuovo Turismo-Tecniche

Domani andremo a sentire la strategia turistica proposta da un tizio che già tempo fa era il capo assoluto dell' Assessorato al Turismo Regionale, quello che ha abbattuto le postazioni locali di promozione turistica e che ha dichiarato su un  giornale svizzero nel 2008:

Gli italiani non hanno mai imparato ad andare incontro alle esigenze dei turisti” è la critica dell’esperto di turismo spagnolo Josep Ejarque. “Offrono quello che hanno sempre offerto”. Belle città e splendidi paesaggi, ma anche molte cose che non vanno. 

Si lo so che tutto sarà condotto dalla Regione ed Ejarque ha solo predisposto l' ennesimo piano per salvare e rilanciare il fatturato turistico regionale, mi secca il fatto che ho studiato la situazione e avevo preparato una strategia per risolverla, almeno a livello locale, peccato ora andrà tutto a puttane.
Bon pazienza ma almeno sul web voglio descrivere la mia strategia:

Ecco io comincerei con lo - Stickering: o tattiche di affissione
Le campagne di stickering sono una delle soluzioni più economiche per ottenere brand awareness in modo intensivo e subliminale. Per esaminare i vantaggi e svantaggi delle principali tattiche di affissione ho bisogno che qualcuno commissioni lo studio o non se ne fa niente...

Propongo poi la tecnica dello - Psicogeomarketing
Lo psicogeomarketing è una tecnica di rilevazione delle caratteristiche emozionali legate al territorio che nasce dall'incontro del geomarketing con le derive psicogeografiche dei situazionisti, anche qui i costi di rilevazione sono ingenti e vanno finanziati..

la ciliegina sulla torta dello studio è: L' Experience Marketing e Twisted Protest
E' possibile rilanciare la brand experience sul punto vendita mettendo in scena eventi estremi? 
E' possibile spingersi fino a organizzare vere proteste negli spazi dei competitor?

con botto finale del : Trojan Marketing
"Fottere il mercato per entrarci": questa è la filosofia che animerà i nostri interventi nel sistema dei media. Ma come si fa praticamente? Un piccolo manualetto vi spiega quello che nessun prankster ha mai osato dire...
manuale che ovviamente va pagato perchè frutto di studi ed esperienze piuttosto faticose e difficili.

Ovviamente  non so bene se ciò darà nuova spinta al turismo regionale ma è inutile discutere se non si capisce basta pagare, che in fondo è quello che si fa sempre e sembra la soluzione più praticata.
Sapevatelo!
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