Massimo Bubola è il presidente della giuria che designerà al 48° festival della canzone il premio della Critica e sarà il cantautore personalmente a consegnare il premio alla canzone in gara – l’ufficializzazione è giunta dall’organizzazione de Quelli del festival …della Canzone gradese.
Il “Cavaliere elettrico” che alcuni giorni or sono h celebrato i suoi sessant’anni.
Veronese, nasce in Veneto da padre istriano esule da Umago e madre della provincia veronese. Inizia giovanissimo a scrivere canzoni, e dopo averle fatte ascoltare a molti discografici suscita l'attenzione di Antonio Casetta, che gli propone un contratto per la sua casa discografica, la Produttori Associati, inizialmente come autore e musicista; il primo lavoro è con un altro cantautore veneto molto noto negli anni sessanta, Pino Donaggio, per il quale nel 1976 suona l'armonica a bocca in un suo disco, Certe volte..., e scrive il suo primo testo inciso, su musica di Donaggio, la canzone Naturale.
Qualche mese dopo Bubola pubblica il primo album a suo nome, Nastro giallo, con cui si fa conoscere e apprezzare anche da Fabrizio De André, che gli propone di scrivere assieme alcuni brani, poi inclusi nel disco Rimini (1978).
Nell'anno successivo all'uscita di Rimini, Bubola realizza il suo secondo album da solista: Marabel, per la Philips, prodotto da Antonello Venditti.
La collaborazione con De André continua nel 1980 con Una storia sbagliata, brano scritto come sigla di un documentario-inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, e nel 1981 con la realizzazione dei brani per l'album Fabrizio De André, e nella conseguente tournée. Quindi le strade artistiche dei due (ma non quelle personali) si dividono per qualche anno, quando Bubola è impegnato nella sua cosiddetta letteratura rock, mentre l'artista genovese si sposta sul Mediterraneo con Mauro Pagani per realizzare il celeberrimo Crêuza de mä. I tre musicisti si ritroveranno a lavorare insieme nel 1990, alla stesura della canzone Don Raffae', destinata a diventare uno dei maggiori successi di De André e del pop italiano in genere. Il brano, arrangiato in origine a tempo di tarantella, è stato negli anni riproposto da Bubola stesso con nuove vesti sonore, prima in chiave blues e poi anche in una riuscita versione mambo.
Sempre nel 1981, prima di Fabrizio De André, il fortunato binomio realizza anche Tre rose, che vede un sostanziale scambio di ruoli: in questo album del solo Bubola è De André l'ospite d'onore, con tutta la famiglia (il figlio e la compagna ai cori). Al cast partecipa anche Mauro Pagani al flauto. Il brano Senza famiglia è tra i successi del Festivalbar di quell'anno.
Un presidente quindi attinentissima la capacità di spaziare nel graisan protovento, Massimo Bubola, il 15 marzo ha brindato alle su 60 primavere, vissute intensamente tra palco, Gibson e studi di registrazione, che gli hanno fatto conquistare la corona d’alloro del rock italiano. Se in Italia esistesse una cattedra per l’insegnamento della letteratura del rock, Bubola sarebbe professore onorario; dal 1976 con quel rivoluzionario “Nastro giallo” (diventato vinile ricercatissimo per collezionisti) fino all’ultimo “In alto i cuori” dell’anno scorso, lui più di chiunque altri ha insegnato come anche nel nostro Paese si potessero scrivere pagine altissime di letteratura rock. Se in America ci avevano pensato Bob Dylan, Lou Reed (con il quale Bubola ha tenuto diversi reading), Leonard Cohen, Bruce Springsteen e tanti altri, qui da noi il primo a percorrere la strada dell’epica del rock e a rimanerne fedele è stato proprio lui. Del genio inventivo e immaginifico di Bubola se ne era accorto anche Fabrizio De André che l’aveva voluto per scrivere assieme due album fondamentali del suo percorso come “Rimini” e quello che è passato alla storia della musica come “L’Indiano” in cui l’impronta del cantautore veronese è chiarissima, non solo per la musica, ma anche per le tematiche affrontate, una fra tutte l’epica dei nativi americani.
Piace tantissimo il suo atteggiamento e la sua parola d’ordine. Si deve lottare solo per quello in cui si crede e per quello che si ama.
Gli altri ambiti premi del festival gradese il premio “Giacomo Zuberti” (papà del Festival a cura della Cooperativa pescatori all’autore del testo maggiormente legato al mondo della pesca e dell’ambiente isolano.
Il premio International Graisani nel mondo (il verdetto arriverà dalla comunità argentina e due commissari europei …le famege graisane ). Ad incororare la canzone regina il pubblico in sala al quiel si sommerà il voto della giuria di qualità e critica. Confermata la diretta streaming.
Le canzoni in gara:
MÀMOLE IN FIOR (Parole di Ilario Fanò Musica di Manuela Barzellato
Canta Gabriele Bottin
SOLO UN ÀTIMO Parole di Chiara Camuffo Musica di Gianni Camuffo
Cantano Chiara e Martina Camuffo
‘NA BOLA DE SAVÓN (Parole e musica di Andrea Marchesan)
Cantano Deborah Civita, Raimondo Corbatto
SÊTIMO CIELO onbrelón in prima fila (Parole e musica di Renato Camisi)
Canta Renato Camisi
I NUÒLI NASSE A GRAVO (Parole e musica di Riccado Gordini)
Cantano Francesco Gregori e Riccardo Gordini
’NTEL SPECIO (Parole Andrea Felluga Musica Andrea Barzellato)
Cantano Michele Lugnan e Paolo Pozzetto
STELA (Parole di Elia Bidut Musica Andrea Barzellato e Elia Bidut)
Cantano Elena Marchesan e Elia Bidut
TU, MAI (Parole di Marco Giovanetti Musica di Francesco Lugnan)
Canta Cinzia Borsatti
LA VOGIA DE CANTÀ’ (Parole di Gian Marchesan Musica di Seba
Cantano Eros Gregori e Fabio Fabris
FINE DE UN AMOR (Parole e musica di Aldo Tognon)
Canta Monica Maran
‘NVERÍGOLA NARÍDOLE (Parole di Andrea Cicogna e Livia Bianchet Musica di Andrea Cicogna)
Cantano Arianna Salvador e Andrea Cicogna
UN FIOR E ’NA LÂGREMA (Parole Elia Felluga e Paride Bertogna Musica Elia e Gioele Felluga)
Cantano Silvia Smaniotto e Stefano Meneghel
Info
quellidelfestival@gmail.com
leonardo.tognon@gmail.com
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