Luca Decorte (clicca per vedere)
Sono già passati cinque anni dalla sua scomparsa e tra le fotografie che avevo pubblicato mi va, per ricordarlo, di riproporre questa sua, anche per il significato intrinseco così ben evidenziato nella presentazione di Matteo Marchesan:
“Fine del mondo”
Non è uno scenario apocalittico, l’immagine anzi suggerisce un senso di distensione, di serenità, quasi di contemplazione, sicuramente di pace interiore: di fronte alla sublimità e alla maestà della vita, di tutta la vita, l’animo si confonde, si perde tra le nubi della realtà.
Quel groviglio di rami rappresenta il mondo con le sue contraddizioni, con i suoi labirinti, ma c’è un punto luminoso, una meta, cui tende questa vita che rendiamo così complessa, perché non sappiamo innalzare lo sguardo al di là della misera quotidianità e di una programma esistenziale povero di significati e privo di entusiasmi, aggrovigliati su noi stessi.
Eppure qualcosa c’è, là, in fondo, che ci rende partecipi di un’altra natura…
Quel groviglio di rami rappresenta il mondo con le sue contraddizioni, con i suoi labirinti, ma c’è un punto luminoso, una meta, cui tende questa vita che rendiamo così complessa, perché non sappiamo innalzare lo sguardo al di là della misera quotidianità e di una programma esistenziale povero di significati e privo di entusiasmi, aggrovigliati su noi stessi.
Eppure qualcosa c’è, là, in fondo, che ci rende partecipi di un’altra natura…
1 commento:
Grazie , dalla famiglia di Luca!
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