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24 febbraio, 2016

Al Taroto



Qualche volta la storia ci apre gli occhi, se si ha voglia di vedere, sul futuro.

La storia di Grado Pineta è interessante e poco conosciuta e in questo post non  voglio approfondire quello che è successo dopo ma vedere  i veri motivi per cui è nata:

 erano e sono di protezione dell' abitato di Grado.

Per tutti noi "graisani" la Pineta non è nientaltro che  "Al Taroto" e questo dovrebbe evocare in tanti di noi ricordi giovanili di giochi e piccoli amori consumati e non  tra le dune e i rovi del bosco, ma  la traccia del post mi porta alle origini e soprattutto sul perchè e sul come la Pineta è nata.

Tutto inizia nel 1900 quando, su ordine del Capitanato di Gorizia, vennero piantati 35.000 pini in località "Le Dune", quella serie di dossi sabbiosi a terra del Banco della Mula di Muggia, la piantumazione ebbe successo e l'anno successivo si procedette all'imboschimento vero e proprio mettendo a dimora 200.000 piantine nella zona di Punta Barbacale.


Alfiere di questo imboschimento fu il goriziano Corrado Rubbia che suggerì all'Amministrazione austriaca la messa a dimora delle piante per consolidare la riva e proteggere, in modo naturale e a costi ridotti, Grado tenendo conto della prevalenza del movimento, sia dell'acqua che del vento, da est-ovest.

Si cominciò dai Monti della Rotta nei punti più critici per il vento e le maree.

Non tutto ovviamente funzionò alla perfezione, per qualche anno la moria delle piante sfiorò il 70%, ma la tenacia degli uomini alla fine la ebbe vinta sugli elementi naturali e nel 1921 il Comitato delle Dune di Grado che sovraintendeva al progetto fu sciolto per raggiungimento dello scopo sociale.

La Dichiarazione del Comune:

Quest'azione di rimboschimento iniziatasi una ventina d'anni fa, ha conseguito pieno successo, una landa sterile, viene convertita in un bosco rigoglioso di latifoglie e conifere.
Ora il municipio vorrà certamente dedicarle tutte le sue cure, perchè non venga menomata.



Questa dichiarazione dell' Amministrazione di allora mi ha fatto venir in mente che le successive Amministrazioni non  hanno dimenticata la landa desolata, ci hanno fatto una stupenda speculazione edilizia! 

Sapevatelo! 
 

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1 commento:

mario corbatto ha detto...

La prima volta che son 'ndao in Taroto vevo sie ani. Gera al '63. Quela volta al nome "Pineta", per indicà la località, gnanche no l'esisteva. Ndevemo in bici, una banda de mamuliti, quasi duti più grandi de me. Gargun no'l xè più. Per noltri gera la scoperta de un novo mondo, ne pareva de esse esploraduri. Gera solo una casa in Taroto, quela del guardian (cussì i la ciameva), ma le strade de giara le gera sà traciae. A destra de l'ingresso in spiagia de l'hotel "Al bosco" gera un stagno pien de croti, che metevemo in t'un vaso per portali a casa. Naturalmente i moriva duti... ma nel '63 cussì 'ndeva le robe. Al Taroto al gera pien de dune che incuo nissun pol imaginasse, se no cù che xè stao là in quii ani. Le gera piene de cespugli de biancospino che noltri, cò linguagio meno aulico, ciameveno stropaculi. Dopo xè 'ndao comò che xè 'ndao... Poveri i fantulini de 'desso che no i sa che che vol dì scoprì al mondo coi sovi oci, anche se al xè cussì vissin, anche se i sà duto del mondo coi oci de un PC