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23 febbraio, 2016

Umberto Eco- MacHeads

in foto il mio primo Mac un SE-30 del 1989,  ancora perfettamente funzionante.
Lo hanno fatto in tantissimi, hanno commemorato Umberto Eco quale grandissimo scrittore, intellettuale e comunicatore.
Una cosa che non tutti sanno è che Eco era una fanatico della prima ora del Mac al punto da scrivere una famosa "bustina di Minerva" rubrica con  “pensieri in liberà”, oppure più coltamente “riflessioni sulla società liquida”in cui osannava la differenza fra il Mac e DOS- il linguaggio pre Window:

Scrisse:
 "Il DOS è protestante, il Mac Cattolico. Il paragone, apparentemente privo di senso, ma in realtà incredibilmente profondo nelle differenze tra i due sistemi operativi.
Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti».

L’episodio in cui Eco parlava della differenza tra Mac e PC è molto noto a chi, come me ha cominciato nel lontano 1987 a  manovrare computer e ad usare il Mac da ben prima dell’era iPhone che ha seppellito tutto il resto, creando  nuovi universi più o meno paralleli che riducono Apple allo schermo da pochi pollici di un telefono e la concorrenza a Google. E proprio per questo quell’episodio vale, forse, la pena ricordarlo.

E continuava l' articolo:
 «Anzi, il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti.
 È festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il momento della stampa finale del documento.
 È catechistico, l’essenza della rivelazione è risolta in formule comprensibili e in icone sontuose. Tutti hanno diritto alla salvezza».
«Il Dos è protestante, addirittura calvinista. Prevede una libera interpretazione delle scritture, chiede decisioni personali e sofferte, impone una ermeneutica sottile, dà per scontato che la salvezza non è alla portata di tutti. Per fare funzionare il sistema si richiedono atti personali di interpretazione dei programma: lontano dalla comunità barocca dei festanti, l’utente è chiuso nella solitudine dei propri rovelli interiori”.

Fantastico un vero MacHeads! Buon Vento Professore.

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3 commenti:

Imperfezioni Digitali ha detto...

coss' ti vol... mi son protestante, protestante tuta la vita, a remengo i catolici e i gesuiti

:-) :-)

ps ancora pezo... devo esser anabattista, visto che me dopro linux :-)

Ennio Pasta ha detto...

Blasfemo! anatema macfondamentalista su di te!

Imperfezioni Digitali ha detto...

macfondamentalisti... propio democristiani... rapanelli, rossi fuori bianchi dentro, ara che anche MacOS gà unix soto el cul ;-)