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18 giugno, 2016

Cu ze che siga? Al corcal!



Profittando finalmente di una bella giornata di sole, tutti stesi in  terrazza  al sole.
Poi all' improvviso:
rach, rach, rach, urla stridenti di gabbiano e voli radenti a filo testa di una coppia aggressiva di volatili.
Fuggi fuggi generale, uscita del nonno impavido armato di scopa per affrontare il nemico.

Gli attacchi sono continuati con urla ancora più forti e visto che tentavo di spaventarli con la scopa hanno richiamato rinforzi, altri gabbiani con picchiate furiose.
Sconfitto mi sono ritirato.
Poi con calma sono riuscito ed ho visto sul tetto sopra la mia terrazza una coppia di piccoli, una nidiata proprio sopra di noi.

Il gabbiano ha iniziato a colonizzare le città costiere italiane all’inizio degli anni 70 dando il via ad un crescente fenomeno di urbanizzazione. 

I tranquilli tetti ed i terrazzi, rappresentano un luogo ideale per costruire i nidi, lontano dai predatori e soprattutto dai bagnanti e loro animali. 
Il problema oggi ormai e’ che si moltiplicano in maniera vertiginosa e per il futuro  prevedo problemi seri.

I gabbiani diventano particolarmente  aggressivi se ci si avvicina troppo ai nidi; in questo caso adottano un comportamento tipico che prende il nome di “mobbing” e consiste nel planare minacciosamente mirando la testa e vocalizzando rumorosamente.

Bon, abbiamo fatto un armistizio, quando si esce per prendere il sole non ci si fa vedere e si fa piano, però penso che finito il periodo di cova controllerò il tetto e se il caso rimuoverò il nido.

Mancheva solo ili, no dovaravemo esse noltri i corcai  

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