Voglio andare a vivere su Facebook troverò là quella società perfetta che tutti dicevano non potesse esistere.
C’è eccome! Ma è inutile continuare a cercarla nelle pieghe della vita, perché sta là: tutta su Facebook.
Su Facebook la spazzatura non ci si limita a riciclarla e a riporla nell’apposito cestino.
Su Facebook la spazzatura si riutilizza, si fanno fiori con le lattine, posacenere da passeggio con i rotolini di cartone della carta igienica..
Su Facebook, la civiltà è una questione di principio, e se, appena appena ti scordi di esserci e ti esprimi normalmente come si fa in questo postaccio che chiamiamo mondo, la società civile feisbucchiana ti sbrana, ti mette al muro, ti minaccia, ti denigra, va giù pesante, posta le tue foto col dito nel naso, o peggio, quella vecchia di quando ti sei fatto la foto in costume e si vede che il pacco è gonfio artificialmente, e rende giustizia alla civiltà.
Su Facebook, la civiltà è una questione di principio, e se, appena appena ti scordi di esserci e ti esprimi normalmente come si fa in questo postaccio che chiamiamo mondo, la società civile feisbucchiana ti sbrana, ti mette al muro, ti minaccia, ti denigra, va giù pesante, posta le tue foto col dito nel naso, o peggio, quella vecchia di quando ti sei fatto la foto in costume e si vede che il pacco è gonfio artificialmente, e rende giustizia alla civiltà.
Voglio vivere su Facebook.
Su Facebook non ci si manda a fare in culo, o a cagare, ci si VB e TTB.
Che in questo mondo ingrato, davvero se dici a qualcuno di volergli bene, ti guarda storto e sorride come si sorride ai matti.
Tutti ti dicono Buongiorno, buon pomeriggio, buonasera, buonanotte, buon appetito, buon pisolino, buon proseguimento … mentre qua nel mondo reale nemmeno il vicino di casa ti guarda in faccia mentre esci per strada, e al massimo a tavola ti senti dire: “Tu! Passami il sale.”
Ma soprattutto voglio vivere su Facebook perché ogni giorno c’è una nuova rivoluzione da fare, ogni giorno c’è una cosa da imparare, sulla politica e sull’impegno, sulle battaglie che sarebbe bene esportare nel mondo reale, su ciò che ci succede accanto e non abbiamo mai voglia o tempo di vedere, perché non possiamo distrarci con le banalità della vita quotidiana, sottraendo il tempo alla vita su Facebook.
L’unico posto in cui finalmente è un’opinione anche quella di non avere opinioni.
Il mondo perfetto in cui anziché pensare è sufficiente condividere il pensiero di qualcuno che l’ha formulato appena un momento prima di te.
L’unico posto in cui vige la democrazia dal basso, quella in cui ognuno è padrone nella pagina sua.
E poi su Facebook ci si può stare in mutande e far andare ben vestito il tuo avatar.
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