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09 giugno, 2016

Il Campiello scomparso



Grado riserva sempre sorprese se le sai cercare, sei con la mente aperta e l' occhio vigile

Camminando per le cube come al solito con il naso all'insù, mi sono fermato in Campiello Tonegazzo, per capire, presso la sede dei Portatori della Madonna, a guardare e far una foto della Madonna Mora, un' icona venerata da tutta la contrada fin dai tempi antichi.

Per capirne meglio l'origine ho fatto un pò di ricerca e mi sono imbattuto nello schizzo, che vedete in foto, dell' Ing Vigilio De Grassi che mostra una piazzetta (Campiello Tonegazzo)  che non ha riscontro con la realtà in quanto una casetta occupa attualmente metà di quello che era il campiello di un tempo.

Oltre a questo ho trovato, e ciò ha destato ancor più il mio interesse, tracce di un'icona che non c'è più dipinta sul muro di una casa di Calle Degrassi al n°4  alla fine del Campiello, tale icona rappresentava pare quattro sacre vergini che trovano riscontro nella tradizione clericale aquileiese.

L'affresco scompare , i ha dao una man de bianco, sembra intorno al 1914 su decisione delle autorità austriache che vollero eliminare il "feral" che serviva per l'illuminazione dell' icona per timore di segnali segreti per l'irredentismo dilagante.

Pare che le Vergini fossero state dipinte come ex-voto da una famiglia Marchesan (Doturi) per lo scampato pericolo in un ritorno burrascoso da Aquileia dove si erano recati per caricare acqua potabile.
Durante la tempesta ai vogatori del "batelon" apparvero le Vergini e improvvisamente "la caligà" si fermò consentendo il rientro a Grado senza pericoli.

"Le Vergene gera belitissime zovene, vissue al tenpo de i Romani. Ma in quii ani i gera mundi cativi, massime co i cristiani che se no i feva comò che voleva ili, i li meteva in person, li copeva e i feva strasse. Poviriti"

Questo il commento della Vecia Pasta incaricata della conservazione delle icone del circondario.

Ciò conferma la spiccata propensione gradese per il culto della Vergine a cui ci si rivolge sempre in caso di pericolo. 
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ennio, dello schizzo ho una copia incorniciata, visto che parliamo di "piasseta" e quindi mi sento coinvolto con la casa dei "Fumi", ma delle vergini non so nulla, grazie comunque per un altro bellissimo aspetto che hai rivelato del centro storico di Grado