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26 febbraio, 2017

Danilo Onorio Dissette




Onorio Dissette è il primo a sinistra del gruppo di artisti gradesi.

Il post di oggi lo dedico ad un personaggio storico importante, avendo fatto il maestro elementare per lunghi anni, per la nostra formazione culturale : 


Danilo Onorio Dissette

In piedi, in tutta la sua altezza, il fisico integro e asciutto, tipico di chi ha praticato per molti anni un’intensa attività sportiva, ha militato per dieci anni nelle file della società sportiva “la Gradese-calcio”; ha fatto parte assieme a Placido Gimona della rappresentativa regionale calcistica del Friuli-Venezia Giulia. 

Nel 1935 ha vinto il titolo italiano juniores di salto in alto, ha anche gareggiato ai massimi livelli nazionali nella specialità del lancio del giavellotto.


Nativo del “polesine”  un "Mantellina"  ma figlio adottivo dell’Isola d’Oro essendo giunto a Grado a soli nove anni, nel 1922, era nato, infatti: a Borsea S.Sisto - Comune di Loreo - in provincia di Rovigo il 25 gennaio del 1913.


Cuore di sportivo quello di Onorio ma soprattutto di artista. 
Non si contano - essendo innumerevoli - le opere da Lui scritte tra canzoni, poesie e commedie.
Danilo Onorio Dissette, il suo costante impegno ed i suoi interessi nel campo professionale non gli hanno impedito di dedicarsi alle sue passioni preferite, che sono state: le canzoni, la poesia ed il teatro. 

Ed è qui che egli ha potuto  dar spazio alla sua fantasia, che si scioglie facile, giocando anche sui più minuti particolari di una vicenda, senza tracimare tuttavia oltre gli argini di una verosimile realtà e rimanere dentro a una certa logica del senso comune.


Amore, acqua e aria sono i tre elementi essenziali che, si alternano di continuo; come il cambio delle stagioni . 
Senza perdere mai di vista, tuttavia, il sentimento amoroso.
 Perchè Dissette rimane innanzitutto un sentimentale.
 Un bizzarro, imprevedibile, sognatore e romantico.

Divertente ed ancora attuale la sua poesia di contorno.

Giornalite

Come segugi a caccia della volpe
Col cuore in gola e gli occhi spiritati,
a caccia del "giornal", sempre affannati,
si gettan quando arrivano nel bar.

Guardano attorno e chiedono al padrone:
"Il Piccolo dov' é - Dov' é il Corriere?
Accidenti occupati! Vuoi vedere,
che qui dovrò aspettare un' ora e più!"

Si siedono vicino ai "fortunati"
Che leggono tranquilli i quotidiani,
ogni minuto a lor sembra cent' anni
ed impazienti scordano il caffé.

Poi chiedono al vicin "mi raccomando
quando l'ha letto,  guardi ci son io"
 e appena l'hanno in man neppure Dio
a quei signori glielo toglie più.

Sbirciano attenti rigo dopo rigo,
si leggono la testata tutta intera,
lí economia, la cronaca più nera,
e almen sei volte la pubblicità.

Perlustrano "il giornal" da cima a fondo,
ma non basta, amici cari,
leggon perfino gli annunci mortuari,
faccio le corna e non ne parlo più!


Agosto 1996

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