Due simpatici vecchietti e la voglia di vivere il presente
Mattina presto, in sala d' attesa dell' ospedale gradese.
Mentre sono seduto in attesa per un prelievo di routine, accanto a me, tra gli altri, due vecchietti sugli 80 anni, presumo marito e moglie, parlano fitto sottovoce di internet.
Lui (che a vedersi è proprio il classico vecchietto che ti fa impazzire quando guida la sua macchina, di quelli col cappello) spiegava a lei (classica vecchietta vestita di nero, ma col piumino) che non è opportuno avere la stessa “passuord” per ogni sito, ad esempio lui ne ha una per “Yaù” e una per “Gògle"”.
Lei ascoltava e annuiva, si vedeva che era parecchio ammirata dalle capacità informatiche di lui.
Ogni tanto mi lanciavano sguardi indagatori, forse temendo che sentendo la "passuord" potessi entrare nella loro mail per fregargli tutti i loro contatti.
Mi hanno fatto venire in mente mia madre, vissuta in un mondo che ha accelerato all' improvviso senza curarsi di chi lasciava indietro, in cui è cambiato il modo di vivere: dal telefono “di massa” alla televisione, dal computer a internet.
Lei ricordava le prime automobili, il primo telefono a casa, la prima tv, il primo cellulare no perchè non ne aveva mai compreso l' uso, ma era curiosa di tutto.
Quei due vecchietti mi hanno ricordato tanto lei, nella loro splendida curiosità e nel coraggio di “lanciarsi”, di capire cose nuove, anche quando fai parte di un altro mondo, di un’altra storia.
E ho pensato che potrei essere io, quando sarà il momento, il vecchietto col cappello che spiega come cambiare le “passuord” a Claudia.
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