Spinto dalla curiosità del fotografo di casa Lorenzo "Pastor" Boemo che mi invia la foto che vedete chiedendomi cosa sia, credo di aver risolto l' arcano basandomi sulla mia esperienza di creature marine e con piccole ricerche sul web.
E' un piccolo " Bibo" che è un verme, anche piuttosto grosso, della famiglia dei Sipunculidi imparentati strettamente con gli anellidi.
Si presenta come un piccolo grissino con la pelle rivestita di un reticolo quadrettato.
E’ di colore biancastro, trasparente da giovane, bruno scuro da adulto. L'interno è pieno di un liquido trasparente.
La sua lunghezza massima è anche oltre il mezzo metro ed è un'esca micidiale, soprattutto per Saraghi, Orate e Ombrine.
Si trovano in commercio sia sfusi che in confezioni.
Il suo nome scientifico è “sipunculus nudus” e fa parte della famiglia dei sipunculidi.
Il nome comunemente usato bibi deriva dal francese Bibì che sembra significhi “cappellino da signora”, anche se per la sua forma ricorda più qualcosa di fallico, seppur piccolo.
Questi piccoli vermi vivono interrati nel fango o nella sabbia dove formano piccole gallerie. Fanno parte degli anellidi e si distinguono da quest’ultimi per la totale assenza di setole e segmentazione.
Alcuni tipi, invece, si fermano tra rocce e gusci di Gasteropodi. A volte a seguito di forti mareggiate vengono piaggiati, mentre altri bibi sono stati trovati anche a superfici di qualche migliaio di metri.
Il corpo è munito di una piccola “proboscide” più sottile rispetto al tronco.
Alla fine di essa si trova la bocca che è circoscritta da una serie di piccoli tentacoli.
Grazie alla vita statica riescono a vivere molti anni ed il sistema nervoso è ridottissimo.
Non hanno sistema circolatorio e apparato respiratorio. Non hanno quindi sangue. Attraverso la superficie della pelle scambiano i gas con l’esterno.
Scava buchi profondi anche 50 cm nel fango e nella sabbia.
Per catturare le particelle organiche utilizzano il muco che riveste i tentacoli, oppure ingeriscono i sedimenti trattenendo solo piccolissimi microrganismi e particelle organiche.
Essendo il suo valore commerciale, data la sua rarità ed efficacia con le prede, piuttosto elevato è soggetto a pesca intensiva.
Viene pescato con le turbosoffianti utilizzate per la pesca dei bivalvi.
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