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01 settembre, 2017

I canti popolari sono i fiori selvatici dei dialetti.


Grazie al lavoro di Leonardo Tognon e tanti altri Grado e il suo dialetto è inserito nel novero delle lingue regionali.

Il nostro è un dialetto arcaico e si è mantenuto nel tempo anche grazie al canto.

E' giusto  sottolineare l' importanza del canto in una piccola comunità come la nostra. Ha contribuito fortemente  al mantenimento della parlata, una componente essenziale delle nostre radici.

I canti popolari sono i fiori selvatici dei dialetti.


Le canzoni gradesi di un tempo sono figlie della musa lagunare, la loro originalità è centrata e dedicata alla descrizione dei costumi e del luogo, 

uno speciale colore tutto "graisan".

Gli autori sono per lo più sconosciuti e difficile è anche stabilire l' esatta origine di certe canzoni che sembrano nascere spontaneamente tra la gente e tramandate per tradizione orale e non scritta.

La musa che ha animato gli autori ha un carattere intimo, domestico.
Nasce in mare tra le alghe e le reti, riproducendo quadri deliziosi della pesca, animandoli di uomini laboriosi, facendo provare il piacere del lavoro.
Descrivono donne innamorate in attesa del loro uomo al lavoro in Laguna o in mare,

Solo due piccoli esempi di canzoni popolari di un tempo:


no ze più ponto forte
ze la fele e cagiua de buora,
qua a cason consemo stieti
l' arte e le batele
per no perde al ponto co fa bon.

Me domandè indola vago cò le arte?
vago potando su le restie de 'l mar
i rimi in barca e cò la vela in parte
a pescà quela che me vol amà.


Ninna Nanna

Dormi, bel figio
che to pare pesca
e zozo in mar
cò l' inzegno e l' esca
El pensa a 'l to magnà.

Dormi bel figio
che to pare pesca
zozo in palù
I pissi magna l' esca
nome per tù.

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