L' immagine è di Dino Facchinetti
Per Descrivere quello che era Grado, il suo centro storico (Castrum), con le sue calli, piazzette, la sua aria insieme vissuta e dimessa, immaginare quella che era la vita in comune dei suoi abitanti che come in una vasca di pesci rossi sapevano tutto di tutti e ne parlavano diffusamente, basta fare un giro per le cube.
Adesso il centro storico se lo sono comperato i forestieri e Giovanni Marchesan "Stiata" descrive con arguzia nella sua poesia il metodo e l' approccio usato con i nativi dai "foresti".
Sembra non sia cambiato nulla perchè il paese ed i suoi abitanti non hanno cambiato le abitudini e soprattutto le chiacchiere.
Ospiti
Eli ili...
Beli...quili...
La boca sempre in rie
I vogi furbi
Ma co un fa de 'ndormensai.
Corcai?...No de siguro!
I te saluda sempre volentieri
I te ofre anche 'l bicer de vin.
Viva!...comò ze? Tu son san?
Sempre prunti a fa un piasser
Comò stà la tò famegia
Duto a posto?
Ili si che se preocupa de tu!
E tra un discorso de salute
un' oltro de palù...
I te vien fora:
Sinti Nane... ma tò pare
no' l veva una casa
Là in Piasseta?
Si là in Campielo Tonegasso
Che Pecao!
Veghe quii muri 'bandonai
A là vignarave fora un Palasso!
Poesia di Giovanni Marchesan "Stiata,
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