da -Cristiano Meneghel: In realtà la "diga napoleonica" è un mito...bel mito...ma sempre mito...come ebbi modo di dimostrare a sui tempo su questi schermi in epoca napoleonica non si fece altro che gettare una malandata scogliera sui
In realtà la "diga napoleonica" è un mito...bel mito...ma sempre mito...come ebbi modo di dimostrare a sui tempo su questi schermi in epoca napoleonica non si fece altro che gettare una malandata scogliera sui masegni già veneti di quegli "arzeri" gettati a regola d'arte a partire dal 1756 "alla maniera di Pellestrina" da parte dei Savi ed Esecutori alle Acque della Serenissima. Ora se consideriamo che della stessa epoca è la diga di Caorle dobbiamo considerare, anzi, che se la Serenissima non fosse caduta preda dei francesi, Grado avrebbe avuto un "reparo" in malta idraulica molto prima del 1812 e molto ma molto prima della diga austriaca (anche quella ovviamente scopiazzata da progetti veneziani settecenteschi....daltronde che volevamo sperare da un popolo alpino che di mare poco capivano?). In effetti come ebbe a dire Sulkovsky, Grado abbisognava di un riparo: ma l'opera realizzata più che altro non fu che un frangiflutti più che un'opera di difesa organica che probabilmente nella mente di la idea ideò doveva però possedere anche valore di costruzione ai bassi lidi gradesi già assaltati poco prima dagli inglesi.
"al Reparo", oggi denominato passeggiate a mare "là del Fortino";la del castelletto, scalinada de la casabalilla" una zona indicata come reparo diga;ze anche "l'ultima de la schiena, tra il mare e la Laguna.
Un alchimia di domenico marchesini in lettere graisane antiche:
Per fah a nasseh l'erba
Da de '1 Reparo
No 'i ha catao scrimia
o no 'i veghe ciaro;
'l ha ben salisao Co inzegno una stra
Che issah val le case
E i so fundi se sa.
E ze una vergogna
De i comandauri
Che 'i sente e no 'i bada
Cunsilgi e clamuri,
Comò fra i litizi
Co torto O razon
Per quel Batistuta
Che ze al Fossolon.
* * *
Qua, colpa ste suche
Ze aval monarchia
Che '1 pie in Muniçipio
Va per denastia;
Scrivan, podestae,
Deputai ze un'union
E quisti ogni totolo
Gode a so bon.
Sti doti riginti,
De sienza, ben digo,
Sti 'nsiti adorai
Fra tanto caligo,
Cu sa afah la soma,
Cu afah '1 calegher,
Cu 'ntaca butuni,
Cu fa '1 campaner.
Si queste sapienze
De laura e çitae
Che al zuogo de stropa
'Le ze 'ndotorae
'Le sta in sta baraca

Nessun commento:
Posta un commento