Valli da pesca
Il nome deriva dal latino “vallum” che significa argine o protezione. La valle da pesca è un’area lagunare separata dalla laguna aperta da una recinzione fissa costituita oggi da pali o argini nella quale si pratica la vallicoltura, una pratica di itticoltura estensiva. Tale sistema richiede grandi specchi d’acqua in modo che la produzione sia sufficiente a coprire le spese di gestione, nonostante la resa per unità di superficie sia bassa.
I documenti dal XI secolo in poi testimoniano che la proprietà delle valli era in mano a poche famiglie nobili e ai monasteri benedettini, che le concedevano in gestione tramite contratti di locazione solitamente annuali, ma che spesso venivano riconfermati allo stesso conduttore anche per decine di anni.
Nel contratto di affitto delle valli che lo stato veneziano stipulava con i conduttori c’erano delle clausole che attribuivano al gestore il compito di provvedere anche alla costruzione di argini e fossi a protezione delle valli stesse e comunque di opere a difesa dell’ambiente lagunare. Le spese sostenute dai vallesani per i lavori e i miglioramenti dovevano poi essere rimborsate dall’amministrazione dogale.
All’interno della valle veniva praticato l’allevamento del pesce e la caccia, ed entrambe queste attività costituivano per la Serenissima una grande riserva di cibo che le permettevano una certa autosufficienza alimentare in caso di necessità.
Il fatto di essere separate dalla laguna da recinzioni fisse le esclude dal flusso e riflusso della marea: l’introduzione delle chiusure fisse nelle valli è stata dettata dall’esigenza di sottrarre l’ambiente vallivo dalla variabilità dell’ambiente lagunare, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento causato dalle zone industriali e dai concimi chimici usati nelle campagne.
L’unico pesce che viene allevato in valle e che non si riproduce in Adriatico è l’anguilla, la cui area di riproduzione è localizzata nel Golfo del Messico.
Mentre la smontada (discesa a mare) dei pesci avviene ogni anno durante il periodo invernale, le anguille una volta entrate in laguna vi rimangono, affondate nel fango dei fondali, per qualche anno fino a quando non raggiungono la maturità sessuale: a questo punto migrano verso il mare per riprodursi. Secondo alcuni studiosi, le valli da pesca probabilmente esistevano in laguna ancora prima della fondazione della città di Venezia.
· Valli ad argine: il livello d'acqua interno è reso indipendente da quello esterno grazie ad argini di terra fissi, chiaviche, porte a saracinesca, regolati dal vallicoltore.
Il processo di chiusura delle valli ebbe inizio tra l’Ottocento e il Novecento a seguito di studi e di osservazione compiute da studiosi come l’ing. Bullo, che ideò il canale circondariale e lo applicò alla valle di sua proprietà. In seguito, verso la metà del Novecento, lo stato italiano fornì contributi per incentivare l’arginatura delle valli.
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