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19 febbraio, 2021

le varvuole & co.....


un compendio di esseri fantastici a grado un ritorno ai gli Stregoni Bianchi ai Benebadanti, un riscontro dopo la lettura di Carlo ginzburgdel 166; l'immagine di un percorso favolistico che abbinano la superstizione e l' educazione dei bambini.Su un bito dopo la guerra, ho passato un’intera estate a Grado. Avevo quattordici anni. C’ero già stato prima ma ricordavo poche cose. Il viaggio in corriera (non si chiamava ancora pullman), la lunga strada con la laguna attorno e Grado che si avvicinava come un’isola e isola è sempre stata; le farfalle notturne palpitanti sui vetri della terrazza, mia nonna viennese di cui avevo un sacro terrore, mio zio Aldo Smareglia, i miei cugini più grandi. E, prima di addormentarmi, il fascio di luce di un faro intermittente sulle persiane, il motore di un peschereccio e la risacca sulla diga.
Ora invece avevo tutto da scoprire, la grande libreria di mio zio, la cuginetta del piano di sotto e soprattutto una libertà che credo oggi nessun ragazzo può conoscere.

Una libertà fatta di aria, acqua, luce, senza rumori, pericoli di traffico ed altro. Ero diventato amico dei pompieri che avevano l’autorimessa a pochi metri dalla casa di mio zio e a volte mi portavano in giro sul loro camion rosso luccicante di ottoni. Ricordo sempre l’odore di nafta e acqua che mi portavo addosso al ritorno.

La mattina, dopo aver fatto la spesa alla nonna ed esser stato sgridato e rimproverato perché avevo sempre dimenticato o sbagliato qualcosa, scappavo in giardino, scalavo un muretto ed ero sulla diga, sulla spiaggia libera piena di conchiglie e in fondo alla diga andavo a pescare i “guati” con le “naridole” e i “peoci”.

Co’ stranba zè la vita,
anche ‘l più sensào,
se ‘l cata quela giusta
…’l pedocio ‘l zè refào.

un grande libro dell'immaginario gradese con Luciano Cicogna e le sue favole, si parla di fate, di abreerrante, di fate di "sion" e di anguane con le varvuole in sintonia.

bel libro per la sogit come esecutore.

’ stranba zè la vita,
anche ‘l più sensào,
se ‘l cata quela giusta
…’l pedocio ‘l zè refào.


 


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