Dolorosamente colpito dalla perdita di (nome del defunto), vi porgo le mie condoglianze per questo triste momento di lutto :cordoglio per la mancaza di Giovanni Rumici il grande professore sulla provenienza de l' erba lagunare e degli uccelli Lagunari; ne trascrivo un breve foglio che da una definizione ben precisa del suo testo:ontnuerò dopo il testo definitivo della nostra Laguna:
Appunti per un breve giro naturalistico in Laguna di
Grado
IL complesso lagunare di Grado e Marano è per molteplici aspetti uno dei più importanti della
penisola. Si estende per circa 16.000 ettari tra la foce dell'Isonzo e quella del Tagliamento. E'
protetto dal mare da un cordone dunoso più o meno coperto da vegetazione erbacea psammofila
(Ammophila, Agropyrum, Cakile, Oenothera, Eryngium, Euphorbiae, Erianthus, Xanthium,
Cuscuta), arbustiva (Tamarix, Amorpha) e arborea (in massima parte Pinus sp.pl. di recente o
remoto impianto). Le dune esterne più estese sono ormai ricche di insediamenti umani o di zone
agricole più o meno intensamente coltivate. Longitudinalmente in direzione E/W la Laguna è
attraversata dalla "Litoranea Veneta" via acquea di comunicazione interna Trieste - Venezia di
importanza strategica e percorsa abitualmente da piccolo naviglio militare di sorveglianza, da
pescatori e da diportisti.
In particolare col termine di "Laguna di Grado " si intende definire il tratto più orientale di 8.800
ettari esteso dalla foce dell'Aussa fino all'Isonzo (gran parte dell'estrema zona orientale negli anni
30 è stata bonificata ed ha dato origine al comprensorio agrario di 2.500 ettari del Fossalon). A
sua volta la Laguna di Grado p.d. si può suddividere in due bacini quasi indipendenti, "Palu' de
sora" (Zona Orientale) e "Palù de Soto" (zona Occidentale) rispetto alla strada su terrapieno che
collega Grado alla terraferma. Più vasta e più aperta con notevoli spazi acquei la zona
Occidentale, più interrata e percorsa da ben delimitati canali meandriformi quella orientale.
Il paesaggio che via via si presenta agli occhi di chi percorre i canali lagunari a prima vista sembra
monotono, sempre uguale; ma ad ogni giro di canale, ad ogni variare di marea e alle varie ore
del giorno si godono nuove forme e nuovi colori prima inimmaginabili.
Il paesaggio presenta essenzialmente quattro zone caratteristiche: acque (canali e fondali sempre
sommersi), velme (terreni sabbioso-fangosi che affiorano solo in occasione di basse maree sizigiali),
barene (che più o meno emergono due volte al dì in concomitanza del medio abbassamento dell'a
cqua), tapi alti e mote con o senza insediamenti umani e argini che delimitano valli da pesca (da
"vallum" argine) o segnano canali.
il Professore è stato uno dei primi amori dell' Associazione Graisani de Palù, grazie mille maestro:
lugnsn ennio.
L'occhio di chi percorre i canali più o meno in fretta senza aver l'occasione di attraccare è portato ad osservare qua e là, sulle "mote" o sugli argini delle macchie di vegetazione arborea e arbu- stiva: potrebbe riconoscere senz'altro il rappresentante tipico locale e più o meno di tutte le regioni salmastre: il dannunziano tamericio (Tamarix gallica e Tamarix africana) nelle sue colorazioni bianco-rosa e rosa intenso dei fiori in primavera. Q uesto, con l'Olmo silvestre, la Robinia, il Pioppo Bianco, l'Ontano, l'Amorfa, l'Ailanto, i Ginepri e i Pini ( di recente introduzione ma ormai acclimata- ti e naturalizzati - specialmente i l Pino d'Aleppo) forma anche delle grosse associazioni con un ricco sottobosco di Clematidi, Pruni, Fichi, Rovi, Convolvoli e dure Graminacee. In questi ambienti alberga una ricca fauna di volatili: dominanti il Gabbiano reale "corcal" (Larus argen- tatus) e la Rondine di mare (Sterna sp.pl.) di passo e nidificante assieme al Gabbianello minore o "corcalina", stazionario d'inverno e di doppio passo. Ormai da tempo stanziale troviamo diffusis- simo l'Airone minore bianco "sgarza" (Egretta Garzetta). Di passo possiamo notare alcune decine, in gruppi sparsi, di Aironi grigi (Ardea cinerea) e diversi Marangoni (Phalacrocorax sp.) noti pure col nome di Cormorani (frati), dal volo lento e pesante e dall'abitudine di starsene appollaiati sui "fari " che delimitano i canali, spesso con le ali spalancate. Tale atteggiamento viene assunto per asciu- gare le penne che si sono inzuppate d'acqua, dato che i cormorani non sono dotati di ghiandole di grasso da spalmare sulle penne per renderle idrorepellenti: questa particolarità permette lun- ghe e profonde immersioni che non potrebbero avvenire se sotto le penne ci fosse una riserva d'aria.Di passo e invernali parzialmente stazionari troviamo nei canali ed anche in mare aperto stormi di Svassi (Podiceps sp.pl.), Tuffetti (Poliocephalus sp.), e Strolaghe (Colymbus sp.) ("sfrisoli", "magnabalini", "bagianti") ottimi nuotatori oltre che volatori che al mini- mo cenno di pericolo si tuffano per ricomparire inaspettatamente a distanza di varie decine di metri. Spesso troviamo la Folaga (Fulica atra), stanziale e di passo e con un pò di fortuna la Marzaiola (Anas querquedula), l'Alzavola (Anas crecca), il Chiurlo (Numenius arquata e N. Phaeopus), il Fischione (Netta Rufina)("crecola", "sarsegna","arcasa","ciosso") e il Falco di palude. Stormi di altre specie di migratori, specialmente Oche (Anser sp.pl.) traversano la Laguna e vi si soffermano talvolta in attesa di riprendere il viaggio per migliori lidi. Prof Giovanni RUMICI, il breve testo è stato tradotto in tedesco con uns tesi sull traduzione dall' Università di Gorizia.
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