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31 dicembre, 2010
30 dicembre, 2010
Il mio Paese
Questo piccolo ritratto del mio Paese è la mia introduzione del libretto "Punti di...vista" secondo me fotografa bene il mio modo di pensare e di condividere con quanti posso quello che conosco e so fare, è un modo di esprimere il mio desiderio di essere un uomo libero.
A fine anno lo dedico a tutti i miei compaesani e amici in giro per il mondo e naturalmente al centro del mondo ---"Grado".
Il mio paese è piccolo. Ci si conosce un po’ tutti.
Con qualcuno si hanno rapporti veri, con altri ci si sente ogni tanto, altri li si incontra per caso, altri ancora sono semplici conoscenti.
Più o meno siamo tutti vicini, viviamo gli stessi luoghi, parliamo delle stesse cose e questo ci accomuna. Se ti chiedono “conosci Tizio?”, finisce che rispondi sempre “sì sì, è un mio amico”. Anche se non è vero. Ma in certe realtà o sei amico, o sei nemico, e quindi tanto vale identificarsi come amici finché qualcosa non motivi il contrario.
Nel mio paese siamo in pochi, tutto sommato, e la cerchia è comunque piccola. Le strade e i punti di riferimento sono gli stessi, i fatti sono sempre i medesimi, e questo ci offre un codice condiviso con cui scambiare le nostre opinioni. Ci si incrocia sovente. A volte si vedono gli altri solo da lontano, o magari solo in qualche occasione pubblica, ma il contatto rimane comunque vivo non appena uno muove un piede per strada e mostra così la propria presenza agli altri.
Nel mio paese ogni tanto spunta il personaggio del momento. Quelli più bizzarri arrivano sulla bocca di tutti, e basta qualsiasi loro minima capacità, leggenda o pettegolezzo per portarli nelle piazze e nei bar in cui ci troviamo a discutere. E le storie si gonfiano, si plasmano, passano di bocca in bocca un po’ copiate e un po’ esagerate, fino a diventare una storia nuova e differente, ma sempre incredibile. Sempre pazzesca.
Nel mio paese i giornali non servono. C’è chi raccoglie le notizie nelle piazze e poi le porta in giro di negozio in negozio, di bar in bar, di strada in strada. “Hai saputo cosa ha fatto Tizio? Me lo ha detto Caio”. Nel mio paese le notizie passano così. Non serve altro, perchè è piccolo e siamo in pochi. E quando tutto è così piccolo, ogni piccola notiziuola o ogni possibile fatto diventa materiale buono per il chiacchiericcio. Perchè tutto sommato è proprio il chiacchiericcio a tenerci uniti, assieme.
Nel mio paese serve poco per far parlare di sé. Basta fare qualcosa, o dire di averlo fatto. Non importa che sia vero: il chiacchiericcio lo porterà comunque, perché è un dialogo per buona parte fine a sé stesso. In questo flusso bisogna saperci entrare in modo intelligente, senza rifiutarlo, ma senza introdurre elementi nuovi: chi lo fa aggiunge rumore (e quanti sono!), ma ne esce più debole di prima. Chi inventa si fa la nomea di chiacchierone, e poi chi gli crede più?
Nel mio paese le persone che contano sono poche. Quasi mai sono quelle più in gamba, e quasi mai contano davvero. Ognuno ha il suo ruolo, e questo ruolo, semplicemente, rende queste persone un po’ diverse dalle altre. Proprio perchè hanno un ruolo, ed in quel ruolo sono identificate all’interno del nostro tessuto sociale.
Nel mio paese è l’amicizia a fare la differenza, non il prodotto. Con certi negozianti puoi addirittura telefonare a casa; ad alcuni artigiani puoi parlare direttamente nel retrobottega. Con questi il rapporto è privilegiato: ti tratteranno bene e tu sarai più tollerante. Il rapporto personale smussa le esigenze di entrambi in virtù della fedeltà di un rapporto che va oltre la sola vendita.
Il nostro è un paese piccolo, ma forte. E’ forte perchè ci sono tanti piccoli legami che creano una trama unica. Per le strade ti sembra di vedere nessuno, ma tra le mura c’è un formicolìo continuo di azioni e parole che uniscono tutto e tutti. La critica e il pettegolezzo vanno per la maggiore, ma l’opposizione è tutto sommato un modo antico e tradizionale di mettersi a confronto per affermare sé stessi, confrontarsi, fare squadra e sentirsi parte di un qualcosa.
Nel mio paese ci sto bene. Ho tutto quel che mi serve e mi son circondato di tutto quel che posso desiderare. Tutti quelli che passano nel mio paese finiscono per tornarci il prima possibile, e molti si sono subito fermati qui per viverci giorno e notte.
Il mio paese è qui. Il mio paese è il Web.
Il mio Paese
28 dicembre, 2010
Paolo Campana
Paolo Campana, colonna portante della comicità gradese e della Compagnia Spettacoli Viaggianti, era in predicato di far parte del nostro libretto, ho scelto poi la foto d'insieme della carrozzina con i due gemelli Giglio e Ciso, allora per ricordarlo comunque pubblico questa foto della mammona carnevalesca scattata da Franco Menotti.
Paolo Campana
26 dicembre, 2010
Il Fossalon di Grado
La storia di Grado è costellata di Commissari e molti di essi sono andati spesso e volentieri contro il volere popolare, a tal punto da poter parlare di corsi e ricorsi storici.
Nel 1927, Grado come al solito Commissariata per le solite baruffe tra "politici" locali, il Commissario ad acta decise di vendere 2000 ettari di Laguna, l'estremo lembo levante della Laguna all'Opera Nazionale Combattenti che, all'italiana, faceva da prestanome all'Ersa per ottenere i contributi che lo Stato concedeva agli ex combattenti, per realizzare una grande bonifica da cui sarebbe nato il Fossalon.
La Laguna di Levante o "Palù de sora" comprendeva il Promero, La Lama, L'Averto,il Golometo e Punta Sdoba.
Si scatenò una rivoluzione, guidata da il capo carismatico della piccola comunità de casoneri che popolavano quel tratto di Laguna:
Giovanni Fumolo conosciuto come "Barba Nane Strolo" o Podestae de Golometo" che guidava una settantina di persone.
Nonostante le proteste veementi non ci fu nulla da fare e nel 1928 fu perfezionato l'atto di vendita all'Opera Combattenti. (ricorda qualcosa di odierno)
Nasce così, su una baruffa, il Fossalon di Grado, bonificato a son di badili e carriole da uomini provenienti dal vicino Veneto sempre alluvionato e affamato, quegli uomini, che i graisani denominarono "piavoti" o "mantelline" gente dura e laboriosa arrivata a Grado con vecchie biciclette, bonificarono a mano il territorio strappandolo alla Laguna, scavando canali di sgrondo, costruendo argini perimetrali di difesa e meritandosi con un enorme sacrificio il diritto alla terra.
Quasi che il ricordo di quelle proteste sia traccia indelebile, il rapporto tra la gente di Fossalon e quella di Grado non è mai stato facile, sembra si sia due corpi estranei in uno stesso Comune.
A Fossalon hanno sviluppato una cultura propria, autonoma perpetuando modi di fare e di dire propri.
Il Fossalon di Grado
24 dicembre, 2010
22 dicembre, 2010
Punti di...vista
Capita che una sera, per una manciata di motivi qualsiasi, ti trovi a girare per il paese nel quale sei nato e cresciuto e dove ancora vivi, rendendoti conto che lo stai guardando con quella specie di curioso stupore che ti segue quando visiti un posto nuovo, non importa se questo sia una città o un paesino della provincia isontina.
Capita allora che ti venga la curiosità di sapere come, quelle persone che tu conosci nel modo irregolare e strano di questi tempi cosiddetti sociali, vedano il Paese , su cosa si sono fermati i loro occhi, quali luci hanno visto, che particolari hanno notato.
E pensi che sarebbe bello provare a fare un esercizio di parole, pensi che si potrebbe provare a fare un racconto a due facce, uno quello strettamente fotografico, ed è un punto vista, poi quello narrativo, un secondo punto di vista, fatto da un altro che descriva con le parole le sensazioni del fotografo.
Poi parti contattando gli amici e chiedendo loro di produrre a loro modo il tutto.
Il risultato di un paio di mesi di contatti, lavoro e immaginazione è questo libretto.
Quale sia il risultato non lo so. So che è stato bello farlo, so che è stato bello ricordare che Grado è un bel posto, basta saperlo guardare, basta volerlo dire.
Per scaricare il file cliccate qui: Punti di...vista
Punti di...vista
20 dicembre, 2010
Licinio Ciodo
19 dicembre, 2010
La schedina elettorale
Dopo un post di approccio scritto tempo fa dove descrivevo l'immagine del nuovo sindaco si arriva ad oggi e i contorni del personaggio si cominciano a distinguere, vediamone i contorni:
Di professione giovane, creativo, nientologo del tutto, tuttologo del niente.
Assolutamente privo di ironia, corteggia spudoratamente la banalità e programma con pignoleria la sua carriera: cerca di entrare nelle grazie di chiunque detenga un potere senza mai dispiacere l'interlocutore, inondandolo anzi di melassa e di condiscendenze.
Le doti principali sono appunto l'adulazione e l'opportunismo: è di sinistra ma anche di destra, dice di amare le donne ma anche gli uomini, parla da prete ma anche da cultore di idee crude, espresse preferibilmente in un italiano incerto.
Deve essere giovane ma anche vecchio.
Non ha un pensiero, ma finge di averlo, come tutti i cosiddetti opinionisti, insomma è un perfetto para-guru.
Delineata a grandi tratti la figura e visto l'affollamento previsto per la votazione primaverile, dato l'esito incerto della votazione e le numerose squadre partecipanti, si adotterà non la scheda elettorale ma la schedina elettorale con il classico metodo dell' 1 x 2.
Consigliato il sistemone.
La schedina elettorale
18 dicembre, 2010
I concerti bandistici
La musica a Grado è sempre stata un componente essenziale, facente parte del nostro DNA.
La Banda Civica riassume la voglia di esprimere se stessi in musica.
L’esistenza a Grado di un Gruppo bandistico risale al 1861 con finalità prevalentemente di intrattenimento musicale dei turisti nel periodo estivo.
All’inizio del ‘900 è attiva la Società Filarmonica Gradese con una Scuola di Musica che assicura alla città per più di mezzo secolo la presenza di una banda musicale.
Il luogo deputato (in foto) per le esibizioni bandistiche, durante la stagione estiva anche tre volte alla settimana, era un chiosco in legno situato vicino al primo ingresso della spiaggia, per intenderci a fianco di quello che noi conoscevamo come "pattinaggio", il viale era affiancato da grossi alberi che facevano corona ed era "nominato viale dei Suspiri".
Nel corso degli anni, alla direzione della Banda si sono avvicendati diversi maestri, a titolo volontario o assunti dal Comune a tempo determinato o con contratti a progetto:
da Attilio Gordini al m.o Vittorio Candotti alla fine degli Anni Cinquanta, ad Antonio Cati, a Ferruccio Tognon fino a Nevio Lestuzzi, che hanno saputo perpetuare la tradizione musicale gradese".
Dopo un breve declino per mancanza di musicisti, a metà degli anni Novanta, dal 1997 ad oggi, grazie alla conduzione del m.o Nevio Lestuzzi, il complesso bandistico ha visto un potenziamento qualitativo e quantitativo dell’organico, il livello dei musicisti e la qualità del repertorio ha tratto notevoli benefici con una costante autonomia gestionale del gruppo che ha portato alla scelta di fondare l’Associazione Banda civica Città di Grado.
Attualmente l'Associazione è guidata da:
Presidente – Gabriele Bottin, Vice Presidente – Gianluca Pastoricchio, Segretario Matteo Castelli ed il tesoriere Cristiano Gaddi.
I concerti bandistici
16 dicembre, 2010
"Sbrissa 'l bisato" e le varianti
Da un po di tempo in qua a Grado c'è una forza "sbrissa 'l bisato" che ci informa con attenzione e senso critico sulle situazioni del paesello e sui processi decisionali del Palazzo Comunale.
Cerca di informare senza veli, gira dei filmati esplicativi sui futuri possibili, insomma cerca di spingere l'apatia graisana verso un punto di risveglio.
La sua presenza è avvertita ovunque sul web non trascura nulla pur di farsi sentire e scuotere qualche coscienza, io penso che, più che altro, farà arrabbiare più di qualcuno dei soliti noti abituati a tramare nell'ombra e ad avere ragione assistiti da una schiera di professionisti dell'inciucio.
Non ho mai voluto interferire ne parlarne, anche perchè avrei dovuto solamente essere daccordo su quasi tutto e dunque mi sono limitato a schiacciare il "mi piace" su facebook, ma questa ultima di Palazzo è proprio nello stile della penultima amministrazione.
Pubblicano sul BUR le varianti degli alberghi, della zona Sacca e della Casa del Fanalista il 16/12/2010 con scadenza per le osservazioni il 20/01/2011.
Ma sono le feste natalizie!
E' forte il senso di "za visto fa!"
Per spiegarmi meglio e per dire la proveninza della notizia faccio mie le parole (mi scuserà spero) di un partecipante al Forum Graisani.com
"
La variante è stata pubblicata oggi su BUR ed i 30 giorni effettivi per le osservazioni partono dal 16 dicembre al 22 gennaio 2011. Che combinazione, hanno aspettato a pubblicarla per fare in modo che il periodo coincida con le... feste natalizie!
Che combinazione!
Oggi hanno pubblicato anche l'avviso di adozione di PRPC di iniziativa privata dell'Ex casa del Fanalista, ed anche l'avviso di adozione di PRPC di iniziativa privata Comparto B Sacca dei Moreri.
Che combinazione, Babbo Natale porterà a Paese tanti bei regali!
Anche per questi due PRPC il periodo per le osservazioni va dal 16.12.2010 al 22.01.2011.
Che combinazione!
Contestualmente alla pubblicazione della variante n. 13 sul sito del Comune di Grado, avevano scritto:
"Eventuali osservazioni ed opposizioni potranno essere presentate nel periodo di pubblicazione UFFICIALE il cui inizio e durata verranno resi noti con manifesti, avviso all'Albo del Comune di Grado e sul sito del Comune."
Provate ad indovinare...... hanno pubblicato il periodo di pubblicazione ufficiale sul sito del Comune, visto che il periodo comincia domani?
Bravi, indovinato!
Non l'hanno ancora pubblicato, si vede che avevano altro da fare e si sono dimenticati.
Che combinazione!
P.s. Ovviamente per il bene di Paese!
Come si può ben capire da queste iniziative, sommate alle decisioni perentorie del Beneamato Herr Kommissar, alla prossima Amministrazione resterà il compito di inventariare l'avvenuto deciso, non da un'assemblea regolarmente eletta, da privati sulla testa di tutti noi, a cui resterà l'amaro compito di tentare di regolamentare quello che potrà oppure opporsi con i rischi di richieste elevate per danni (sic)
Tutti questo per il bene del paese, ovviamente.
E' giusto a questo punto schierarsi seriamente con chi ha ancora una dignità e un orgoglio da difendere, rilanciare i messaggi con tutta la forza di cui si è capaci e tentare di non fare la fine delle "pantegane".
"Sbrissa 'l bisato" e le varianti
15 dicembre, 2010
L' Alternativa mira al cuore
Per inciso, ma neanche tanto: quest’arietta briosa da imminente crollo del berlusconismo è cretina e pericolosa.
Anche se sembrava di essersene quasi sbarazzati, il Berlusconi è dentro a tutti noi italiani (anche un poco dentro voi) e renderà difficile ogni riforma, castrerà ogni progetto di società compiutamente liberaldemocratica.
Alla fine potranno offrirci solo un altro tipo di paternalismo: un padre forse meno cafone, ma altrettanto padrone.
Ci tratteranno ancora da platea da conquistare nello stomaco, da utenti di un sentimento nazionalpopolare che ci vuole eterni figli, che non ci fa crescere: ci lascieranno bambini in mano ai miti, alle favole, alla rassicurante ed inquietante (secondo la bisogna) figura dello Stato trascendente l’individuo, stimolandoci l’indignazione morale su tesi precostruite sul modello di riferimento dell' equazione capitale=destra=mafia.
Insomma se lo psiconano ci ha illuso con le sue chiacchiere sulla “rivoluzione liberale”, l'alternativa é farci dire da subito che questa è una rivoluzione impossibile.
Siamo un paese così povero che non ci possiamo permettere più nemmeno le alternative.
Tutti, come Lui, mirano al cuore.
L' Alternativa mira al cuore
13 dicembre, 2010
Le Ville Bianchi
Nella rara foto le ville in costruzione nel 1902
Caso raro per Grado le Ville Bianchi cambiando di proprietà non hanno cambiato ne destinazione d'uso ne forma, costruite per fare albergo sono state ristrutturate a fondo come albergo.
Ma vediamo succintamente la loro storia che presenta lati interessanti e unici.
Il Barone austriaco Leonardo Bianchi acquista nel 1899 un lotto di terreno continuo alla spiaggia, proprio vicino all'ingresso del pontile di legno, cosa giudicata all'epoca stravagante perchè i tre grandi alberghi esistenti erano tutti vicini al centro storico, ancor più stravagante perchè non esisteva strada di collegamento con il centro cittadino.
Il Barone aveva idee ben precise e non amava perdere tempo, costruita la strada realizzò in tre anni le cinque ville che compongono il complesso turistico.
La scelta costruttiva di cinque edifici in corpi separati fu una scelta precisa dettata dal particolare bacino d'utenza al quale si intendeva attingere, la nobiltà austro-ungarica che di quei tempi era solita spostarsi con servitù al seguito e preferiva affittare locali attrezzati per essere indipendente ed autosufficiente.
Ogni villa fu dotata infatti di cucine e lavanderie autonome per garantire la privacy degli ospiti.
La scelta lungimirante del Barone Bianchi in qualche modo indicò la fase di sviluppo successiva di Grado lungo la direzione est, colmando le valli si svilupparono le attuali via Carducci e Dante Alighieri.
Le ville sono: Onda, Adria, Stella Maris, Marina e Spiaggia.
L'idea costruttiva originale sembra un'evoluzione della concezione di Cottage Accorpato dove lo stile classico si mescola con l'eclettico e si vedono suggestioni tirolesi e torri castellane.
Un bel tipo questo Barone Bianchi che guidò con polso fermo la sua "firma" sino al 1912.
Le due guerre mondiali, l'occupazione prima italiana, poi tedesca, tennero le ville bloccate per lunghi periodi fino al 1949 quando ripresero con gli eredi del Barone la loro attività alberghiera.
Il destino ha voluto che siano state risparmiate dalla speculazione edilizia, rimanendo testimonianza di un mondo che fu.
Le Ville Bianchi
12 dicembre, 2010
Torna il Festival-Bando di Concorso
Pubblicato il bando per la XLV edizione del festival della canzone gradese.
Il tradizionale festival della canzone gradese a primavera celebrerà la festa della parlata gradese grazie agli organizzatori “Quelli del festival Grado” , promotore ed organizzatore della manifestazione che in questo clima di tagli al mondo della cultura ha inteso mantener fede alla tradizione al vero impegno socio culturale confidando nel sostegno e nella sensibilità del Comune di Grado, della Provincia e della Regione Friuli Venezia Giulia, della Rai che certo non mancheranno nel supportare l’evento.
La manifestazione nasce nel lontano 1946 ( seconda per popolarità e tradizione gradese solo al Perdòn de Barbana) e oggi a oltre sessanta anni di distanza celebrerà la XLV edizione-
Come noto il piccolo esercito associativo di Quelli del festival Grado ha avviato da alcuni anni una impegnativa attività legata la diffusione della parlata , attraverso la canzone gradese ( editando alcuni libri e diversi cd musicali e Video ) al fine di mantener viva la cultura e tradizione isolana attraverso la parlata.
Non è certo azzardato affermare che la cultura popolare di Grado risiede (soprattutto) nelle canzoni in dialetto.
É altrettanto vero che nel corso delle serate del Festival - diretto discente del Veliòn del pescaòr voluto dalla Cooperativa Pescatori nel lontano 1946 - ogni figlio dell’Isola non si sente solo spettatore, ma tutti vivono la serata con capacità magistrali, da protagonisti.
Bando Festival della canzone Gradese 2011
Art.1 – L’organizzazione tenuto conto che il dialetto è l’espressione viva, ricca di tradizioni culturali, letterario - musicali, organizza la XLV. edizione del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.
La manifestazione popolare ha il preciso obiettivo di valorizzare la tradizione di Grado nelle sue espressioni poetiche e musicali mantenendo viva la parlata.
Art.2- Le canzoni in gara, categoria adulti, dovranno essere così presentate, pena l’esclusione:
a) il testo dovrà essere rigorosamente in dialetto gradese;
b) la partitura musicale dovrà essere ad una voce con accompagnamento di pianoforte (o fisarmonica), con l’indicazione degli accordi simbolici completa di testo letterario; c) i partecipanti dovranno allegare al testo la partitura musicale, il tutto in cinque copie contrassegnate da uno pseudonimo che sarà riportato, successivamente, all’esterno di una busta contenente il nome e l’indirizzo dell’autore o degli autori; d) i partecipanti dovranno allegare una registrazione completa del brano musicale assolutamente inedito (Cd );
e) ogni elaborato dovrà essere accompagnato da Euro 10,00 (dieci a parziale copertura delle spese organizzative e consegnato al responsabile dell’organizzazione, nel giorno 07 gennaio 2011 dalle 15.30 alle 18.30, presso la Biblioteca Comunale sede di Via Orseolo- Grado; f) i partecipanti al concorso s'impegnano a non divulgare le canzoni presentate al Festival, sino alla conclusione del medesimo, pena l’ esclusione.
Art. 3- Un’apposita commissione giudicherà, insindacabilmente ed inappellabilmente, le composizioni regolarmente pervenute, scegliendo fino a DIECI finaliste che saranno presentate durante serata conclusiva del FESTIVAL DELLA CANZONE GRADESE.
Gli autori delle canzoni finaliste cedono tutti i diritti dei brani all’organizzazione e proporranno al direttore artistico della manifestazione il nominativo del cantante esecutore entro e non oltre (pena l’esclusione) dieci giorni dalla pubblicazione delle stesse.
In sede di votazione, durante la serata finale, il pubblico in sala potrà esprimere fino a due preferenze. Potrà essere considerata, di concerto con i finalisti, l’opportunità della presenza di una giuria speciale.
Per evidenziare il carattere puramente dilettantistico - popolare della manifestazione, non sono ammessi al festival della canzone gradese autori e compositori iscritti alla SIAE.
Art. 4 - L’organizzazione, per il buon fine della manifestazione, può apportare delle modifiche al vigente regolamento e non si assume alcuna responsabilità verso i concorrenti nel caso di sospensione o rinvio della serata finale del FESTIVAL della CANZONE GRADESE.
NB le prime tre classificate parteciperanno di diritto alla finale del festival regionale FVG e ad una serie di manifestazioni, locali , regionali e/o nazionali coordinate dall’organizzazione
Torna il Festival-Bando di Concorso
11 dicembre, 2010
Working class hero
There's room at the top they are telling you still
But first you must learn how to smile as you kill
If you want to be like the folks on the hill
A working class hero is something to be
A working class hero is something to be.
If you want to be a hero well just follow me
John Lennon
Signor, se tu esisti
fa che la mia anema, se la he
la vaga in Paradiso, se al ze!
Working class hero
09 dicembre, 2010
Calendario 2011 - La Laguna
08 dicembre, 2010
Me ricordo co gero mamolusso
Ricordo che cò gero mamolusso
la domenega fevo el zagheto in duomo...
Di questi tempi i bambini si tengono stretti e li si accompagna dovunque ma "co geremo mamolussi" i genitori non avevano certo tempo da perdere con noi e quindi la strada era il nostro mondo.
A Grado i posti dove ci si trovava erano tantissimi e mai indicati da vie ma da luoghi di riferimento; ve ne elenco qualcuno che mi ricordo:
in Ponta (l'ultima casa dopo l'Ospedale-oggi via s.Agata)
in pisso al porto
la de la chiesa
in Sanzuane (di fronte al Batistero)
la del simisterio vecio o cogolo (a fianco la Basilica verso il Municipio)
in saliso (Calle Degrassi)
la de le Antunine (Calle Pescheria)
la del Pavon (osteria in Campo s.Niceta)
La del Lavatoio (il vecchio lavatoio)
la de massagati (porta Grande)
la de la Meridiana (Riva s.Vito)
in America (calle Tunisi, via Melissa)
in Paparian (Via Ariosto)
la del gatolo (via Fiume)
la dei scrovoleri (dopo le scuole)
la del masselo (via pampagnola)
la del Fortin (via Alfieri)
la del squero (Via dello squero)
la del porto novo (Riva Foscolo)
la de le Cove (vicino al cimitero)
Me ricordo co gero mamolusso
06 dicembre, 2010
La Vita e il sogno
...e la nostra piccola vita è compresa dentro un sogno. Shakespeare
Io sogno a fatica e poi spesso passo molto tempo a cercare di capire il significato del sogno.
Ma di che sono fatti i sogni?
Secondo me, i sogni sono fatti di tutto, tutto quello che noi vogliamo....
Siamo NOI i padroni dei sogni, lì possiamo fare TUTTO quello che ci pare e piace...
Potrei dire che i sogni sono tutto quello che vorrei o forse tutto quello che non avrò mai,
i sogni sono mille bolle di sapone, gli incubi invece sono il muro dove tante volte sbatto la testa quando mi arrendo, quando abbandono un sogno, quando ho la coscienza che mi rode.
I miei sogni sono due tipi:quelli che faccio di notte e quelli che vivo.
Non riesco a vedere la mia vita senza sogni, cioè senza obiettivi, in poche parole vuota.
Senza un traguardo da raggiungere, non hai una vita da compiere.
I sogni sono l'alimento della felicità.
La materia dei sogni è l'emozione.
La Vita e il sogno
05 dicembre, 2010
Grado in mappa nel 1914
03 dicembre, 2010
I Mitili -
Un protocollo operativo coinvolgerà tutti i portatori di interessi nella mitilicoltura.
A redigerlo sarà il tavolo tecnico sulle biotossine algali, istituito dall'assessorato regionale alla Sanità.
In questo modo sarà possibile fornire una linea di azione efficace per la gestione del rischio, salvaguardando l'aspetto igienico-sanitario in funzione della salute pubblica, senza però penalizzare gli allevatori di mitili.
Il tavolo, composto dai rappresentanti di Arpa, Izs delle Venezie, Centro ricerche marine di Cesenatico, Servizi veterinari delle agenzie sanitarie regionali, Università di Trieste e Servizio Regionale Sicurezza Alimentare, si propone quindi di impedire e risolvere le emergenze dovute alla presenza di biotossine algali.
L' Ogs -Centro sperimentale di Oceanografia di Trieste- dopo uno studio sui mitili durato due anni ha potuto constatare la perfetta sostenibilità delle colture di mitili in Golfo, visto l'integrazione perfetta con l'ambiente dei molluschi.
(in foto sono io con l'Ulisse nei nostri vivai ai Filtri di Aurisina)
I Mitili -
02 dicembre, 2010
Le ostriche e le loro proprietà
Una delle cose che, in questi giorni di maltempo, mi è capitata sottomano e mi ha incuriosito è stata una preparazione farmaceutica del 1600 che per curare l'ipereccitabilità del sistema nervoso, l'artrosi, i reumatismi e il mal d'amore consigliava e proponeva una polvere "magica" a base di polvere di guscio d'ostrica:
Vediamo la preparazione:
prendere dei gusci d'ostrica, usare la parte concava;
sfregarli e lavarli bene;
farli seccare a forno molto caldo;
ridurli in polvere finissima in mortaio;
da assumere 3/4 punte di coltello al giorno.
La parte razionale fa pensare agli elementi oligo-minerali del guscio d'ostrica e soprattutto calcio e magnesio essenziali per il nostro organismo, può sicuramente funzionare!
Le ostriche e le loro proprietà
01 dicembre, 2010
Il Lunario di Dicembre
29 novembre, 2010
28 novembre, 2010
Il Diluvio Universale
Può capitare di aver voglia di sragionare alle volte ed interpretare a cazzo episodi biblici, ma in un pomeriggio uggioso e buio come oggi può succedere di tutto la testa va leggera e allora vediamo di chiarire a mio modo di vedere la storia biblica del Diluvio Universale:
Lettura sragionata del diluvio universale.
Patri Arca
In quel tempo Dio andò da Noè e gli disse - qui non va mica bene, adesso inondo tutto, però tu e i tuoi prendete una coppia per ogni animale, salite su un'arca grossa grossa e dopo che è finito il casino scendete e ripopolate la terra - e Noè disse - Va bene - e si allontanò con la coda tra le sue zampe da struzzo.
Costruita l'arca grossa grossa, Noè ci fece salire i leoni con le zampe da pecora, le zanzare che nitrivano, le giraffe con le ali, le aquile con la criniera, i serpenti con il carapace e tutti tutti gli altri animali, dopodichè iniziò a piovere di santa ragione e tutto si inondò per tipo un anno.
Sull'arca grossa grossa, dopo un paio di settimane già non c'era un cazzo da fare, e allora tutti iniziarono a accoppiarsi con tutti.
Finito il casino, Dio vide scendere dall'arca grossa grossa bambini con gambe e senza coda, leoncini con zampe nuove, zanzare che zzzavano, giraffine non aeree, aquilotti quasi glabri, serpentelli indifesi e tutti tutti cuccioli di animali che mica erano più come li aveva fatti lui, allora disse - Cazzo avete combinato?!- Bòn, adesso rimanete così, così imparate.
.
..e vissero felici e contenti...Bho?
Dovremmo metterci un po di politici? isolani in quell'arca e shakerare un pochino!
Il Diluvio Universale
27 novembre, 2010
I "fantulini e l'inverno"
E' consuetudine ormai per qualsiasi malanno rivolgersi al medico o pediatra per i bambini, ma non molto tempo fa le mamme non avevano l' opportunità di fare questo e quindi usavano i rimedi tradizionali e dettati dalla tradizione.
Vediamo quali erano i rimedi più usati per la cura (omeopatico-empirica) delle malattie del freddo che sono in arrivo.
Raffreddore.
Si prende una mela cotta, la si pela e la si taglia a pezzettini mescolati con un po’ di olio di mandorle.
Bambini col “late ingropao”.
I bambini hanno male di pancia. Gli si da un infuso fatto da tre dita di acqua e tre foglie di “laverno (alloro). A piccole dosi ogni quarto d’ora a cucchiaini.
Vermi.
Tre dita di latte e un po’ d’aglio. Lasciate bollire e dare l’infuso ai bambini a digiuno.
Altro metodo: latte di capra e tre chiodi bollenti dentro il bicchiere.
Altro metodo: si prende un verme del bambino, lo si fa seccare su un qualcosa vicino al fuoco, lo si riduce in polvere e lo si da al bambino a digiuno. Se il bambino “l'ha i vermi, questo li gheta fora duti quanti”.
Altro metodo: cucinare assieme olio e aglio e ungere il preparato sull’ombelico del bimbo, alle tempie, sotto il naso e sulla gola.
Brufoletti agli occhi che danno molto fastidio.
Rimedio: mettere l’occhio nella boccetta piena d’olio per 3 mattine a digiuno, quando si guarda dentro si sputa per terra e si batte il piede per 3 volte.
Pedoci in testa.
Rosso di uovo sodo e strutto, si mescola bene bene e lo si spalma sulla testa. Si copre la testa con un fazzoletto e si va a letto. Alla mattina vi ritroverete tutti i pidocchi e altre bestioline tutti morti tra i capelli.
In alternativa si può usare aceto e tabacco con un infuso di fiori.
Rogna.
“Gratando se va in gloria”. Infatti la rogna Fa bene al sangue (purga al sangue) e bisogna tenersela per un po’.
Oleandro macerato nell’aceto per ottenere una pozione che vi farà passare la rogna.
Tegna.
E’ uno sfogo del sangue. Per sconfiggerla: ungere la testa di olio da cucina e asciugarla con un po’ di farina di fava. Altrimenti: scorze di melograno messe nel vino per 24 ore e lasciato a bollire. Tutto va messo, una volta raffreddato, nei capelli.
Mal di gola.
Masticare un po’ di foglie di carciofo selvatico succhiandone il succo.
Febbre.
Sette grani di pepe da mandar giù a digiuno una mattina, nove la seconda e unici la terza.
In alternativa: sei o sette spicchi d’aglio alla mattina sempre a digiuno.
In alternativa: 5 spicchi d’aglio pestati assieme con della cenere e messa attorno al dito anulare della mano sinistra per un giorno o due.
In alternativa: legare sul corpo dell’ammalato una rana viva messa su un sacchettino. La rana assorbirà il male e morirà stecchita.
Per la febbre fa bene bere anche un po’ di urina (la propria se uno no fa piacere bere quella dell’amico).
Come si potrà notare facilmente la medicina antica era parca di spese mediche e ricca di consigli la cui efficacia era un pò empirica bastava crederci e incrociare le dita.
I "fantulini e l'inverno"
26 novembre, 2010
25 novembre, 2010
Fotografie rare
Ho trovato due foto, non molto usuali e rare del Ponte della Figariola e dei lavori della strada Belvedere-Grado, le pubblico per completare il post del 7novembre- La Strada Belvedere-Grado
Fotografie rare
24 novembre, 2010
1989- Gradese Gemonese
Un pubblico eccezionale per una bella partita con la vittoria più importante per la promozione, inutile girarci attorno con le parole merita davvero vederlo.
1989- Gradese Gemonese
23 novembre, 2010
Le offese in "Graisan doc"
Viviamo in tempi in cui l'antagonismo a tutti i livelli, sia sociale che politico, è quasi sempre uno scontro violento e i termini usati per descrivere l'avversario sono sempre feroci.
Vediamo allora, in vista della competizione elettorale prossima ventura, i termini in graisan che si possono usare per offendere l'avversario:
Viso de mansion lavao (brutto e secco)
Viso de Sbuafa, de socolo, de cugiaron (indicatissimo per costruttori)
Viso de luna piena, de sete stiafi (da indirizzare a chi ha l'aria del pretino)
Viso de canevassa, de liron, de botasselo (indicato per grandi mangiatori)
Viso de patapunfete, de sardele a fete (per morto di fame)
Viso de tola, de cul de can de cacia (bugiardo patentato)
Cavo de batelon (testardo)
Cavo mato, cavo de nembo (gera al nostro poeta, furioso)
Vogi de magon, de 'rologio (quelli che si sorprendono sempre)
Vogi de sepa straca, de ribon (più falsi dei soldi)
Naso de fofolo, de fracia (naso schiacciato da pugile)
Naso de patata, de forcola (naso grande e sporgente)
Sarvelo de mancolo, de galina pepola (quando il cervello è assente o spento)
Cavili de sagola, de stopa (indica non troppa pulizia)
Suca de opolo, de talpon (stupido, ignorante)
...continua lengue de vaca!
Le offese in "Graisan doc"
22 novembre, 2010
Adsl - a Fossalon
Bella iniziativa del Comune di Grado che si propone di dotare la frazione di Fossalon di un collegamento Adsl.
Chi fosse interessato, la riunione esplicativa è SABATO 27/11/2010 alla ex Scuola Materna di Fossalon alle 10,30
Buonasera,
sono Mauro Iannuzzi, responsabile tecnico dei S.I. del Comune di Grado.
Chiedo la Vs. collaborazione per dare la massima diffusione possibile ad un'iniziativa che riteniamo molto importante per cercare di ridurre il fenomeno del digital-divide nel territorio di nostra competenza.
Dopo una lunga ricerca, in collaborazione con il sig. Livio Santin, abbiamo reperito un ISP (Internet Service Provider - fornitore di servizi internet) operante nella zona che e' disposto a aprire un punto di presenza wireless per i cittadini di Fossalon.
Questo punto di presenza permettera' ai cittadini di essere coperti da un servizio simil - Adsl e di poter accedere a internet in banda larga.
Non occorre che spieghi a Voi cosa questo fatto comporti
E' precisa volonta' dei S.I. di dare il massimo eco possibile a questa iniziativa e anche alla riunione informativa che si terra' il giorno 27/11/2010 ore 10.30 presso l'ex scuola materna di Fossalon (ora sede dell'associazione Piter Pan) dove verra' presentato il progetto e si raccoglieranno le adesioni dei cittadini interessati
Anche altre frazioni del nostro Comune, se questo primo esperimento dara' i risultati sperati e condizioni tecniche permettendo, potrebbero essere raggiunte dal medesimo servizio in un futuro nemmeno troppo lontano...
Abbiamo predisposto l'invio di una comunicazione cartacea ma, per permetterci di raggiungere il maggior numero di interessati possibile in tempo utile, Vi chiedo di voler dare un piccolo spazio a questo mio messaggio nei Vs. blog/siti web
Ringrazio anticipatamente anche a nome del Comune e porgo cordiali saluti.
--
Mauro Iannuzzi
Sistemi Informativi
Adsl - a Fossalon
21 novembre, 2010
Le condizioni meteo in gradese
In tempi in cui le condizioni metereologiche sono diventate una star di tutti i media compreso internet vediamo in gradese come si "nomano" le varie situazioni ambientali:
Bonassa, bonassa in candela(calma di vento); stelao (cielo stellato); pimpignola (tempo tiepido); remolo (scirocco umido);
brusera, solana, sofego,sofegasso (calura); sol che leva (alba); sol a piombo (mezzodi); sol a monte (tramonto); nuolo, cagnoti, nimbi, sente (nuvole); cargaura, negraura (scuro prima del temporale); caligà de mar, de tera, de busata (temporali);stratempo, nevera, neverin (tempeste di neve); Sionera (mulinello di vento); brisada (brinata); aguasso o sguasso (rugiada); sgrisoleo (piccole onde); redondeo, refondon (onda lunga di scirocco) sirocal (burrasca di scirocco); cressente (acqua che sale) montana (acqua di piena) dosana (acqua che cala) colma (massimo di marea) seca (minimo di marea) fele (acqua ferma) punti de acqua, ordene de acqua (dal ciclo di marea lunare); fortunal (vento forte); cavaisso (mare mosso e sporco) buriana, burasca, tampesta (burrasca), bave perse (venti di direzione variabile) reganasso (acquazzone), scrimisin (pioggerella)
Le condizioni meteo in gradese
20 novembre, 2010
Lo stemma di Grado
Solo nel 1984 il Comune di Grado si vide riconoscere ufficialmente lo stemma civico la cui definizione e richiesta risaliva al 1919 con podestà Giovanni Marchesini.
La commissione araldica del Regno d'Italia aveva assegnato a Grado la torre d'argento aperta con due finestre e due palchi di merli.
Il problema era però sorto sullo sfondo, il colore richiesto dall'Amministrazione Comunale era il rosso, che ornava le berrette dei fanti gradesi e ricordava i panni rossi che coprivano gli scanni dei maggiorenti dell'epoca, mentre la commissione araldica indicava il campo azzurro e da la si fermò tutto.
Risolta la vicenda con un atto notorio in cui personaggi locali dichiaravano sotto giuramento che il campo per lo stemma e per il gonfalone municipale era sempre stato rosso finalmente fu risolta la questione e definitivamente assegnato, assieme al titolo di "Città di Grado" considerato il valore storico artistico e della qualità turistico-curativa , con decreto del Presidente della Repubblica lo stemma ufficiale della Città di Grado.
Negli anni che vanno dal 1920 al 1984 lo stemma ufficiale era la torre merlata a tre torricelle.
Lo stemma fu rilevato dalla targhetta posta sotto la Pala d'argento esistente dietro l'altare della nostra Basilica.
Lo stemma di Grado
18 novembre, 2010
Il Cretino
Mi è capitato qualche giorno fa un incontro, non cercato ne voluto, con un cretino, le riflessioni sono inevitabili.
La parte più lunga del mio viaggio, non la più eccitante, si chiama “maturità”.
È il tunnel che imbocchi quando ti rendi conto che i cretini sono inevitabili e, in qualche misura, invincibili.
Non c'è errore più grande che prenderli di petto, ed è un errore che ho commesso così volentieri in gioventù.
Non vedevo l'ora di scontrarmi con un cretino per dirgli: Cretino! Che gran soddisfazione.
Ma durava pochi istanti, e lasciava un gusto amaro.
Ti ci vuole tutta la maturità per capire che un cretino, se gli dai del cretino, non migliora.
Si offende, si arruffa, fa la ruota, mostra le unghie, "impira i oci", comincia ad abbaiare, chiama i parenti, gli amici altolocati, e resta un cretino.
Ti va già bene se non ti trascina con sé (è contagiosa, la faccenda).
È una patologia seria, forse genetica, di certo incurabile nei soggetti adulti, e io pensavo di guarirla con cosa?
Con la verità? Non funziona.
Non è un rimedio, la verità, a volte diventa un semplice dettaglio, la verità, una curiosità.
Non si agita uno specchietto davanti a un toro nell'arena: all'inizio era un'idea divertente, ma alla fine capisco che non è sano.
Passerò il resto del mio viaggio ad aggirarli, i cretini, a provare a raggirarli, metterli nella condizione di fare cose intelligenti senza accorgersene, mordendomi la lingua ogni volta che il grido “cretino” ti cresce in gola.
Ma che rabbia essere maturi.
Il Cretino
17 novembre, 2010
Le femene de i sabionanti
Una poesia verità Di Domenico Marchesini (Menego Picolo)
aggiungo sotto un piccolo glossario di termini che non sono più in uso dialettale ne strumentale.
Sabionanti manegoldi,
Che la pala e la sigera
Co la zagia ve dà i soldi
E de ‘l vin ‘vé la bandiera!
Mo ‘ndé via, ‘imbriagonati
Grami voltri e sto mistier;
No savé se gnanche nati
Vé i figiuoli e la muger!
Maladiti, nome buni
De paciah e de beveh a ufa,
E de femene e cucuni
Coreh in trassia e fah barufa!
Che cô ‘ndé int’un’ostaria
Vignì fora sempre in bê,
Puo ‘ndé a casa, e sia o no sia,
Biastemé e volé cafè!
Sì, lassé che ve diseno
S-cieta e neta veritae,
Perché noltre cognosseno,
Seno femene mariae:
‘Vé spianao l’Ara-de-Pali,
Spianarave ‘l Monte-Re,
Surbirave anche i canali,
‘Ngiutirave l’Arcombê!
sigera = barella ; zagia = cestone ; ‘ndé = andate ; nome = soltanto
paciah = ingozzarsi ; cucuni = crocchia di capelli ; in bê = carponi ;
s-cieta = schietta ; arcombê = arcobaleno
Le femene de i sabionanti
16 novembre, 2010
Comitato degli Usi Civici di Grado
Ricevo e volentieri pubblico:
Comitato degli Usi Civici di Grado
“Magnifica Comunità di Grado”
Il 12 novembre 2010 si è riunito il Comitato con il seguente ordine del giorno:
elezione del Presidente e Vicepresidente;
RIVOLTO un vivo ringraziamento ai tanti concittadini, intervenuti spontaneamente a sottoscrivere le iniziative sin qui intraprese a tutela dei beni di uso civico ed a sostenere l'immagine pubblica della “Magnifica Comunità di Grado”, la sua autonomia statutaria, le sue regole democratiche e l'indiscusso diritto di operare senza indebite ingerenze esterne, ma con il solo ed unico controllo dei cittadini incontestati titolari degli immemorabili diritti di uso civico;
RIVOLTO parimenti un vivo ringraziamento ai firmatari del ricorso giurisdizionale in opposizione alla rettifica del Bando commissariale n° 820/69 cui l'intera Città, deve l'attuale salvaguardia dell'area civica emblematicamente rappresentata dal Parco delle Rose.
Nonchè al Presidente della “Magnifica Comunità de Maran” ed all'avvocato Franco Piceni del Foro di Gorizia per il loro prezioso intervento nello studio e nella redazione del predetto ricorso;
RILEVATO che negli ultimi 60 anni, la proprietà collettiva dei “Graisani” ha subito gli effetti di una mancata gestione da parte delle Giunte di ogni colore avvicendatesi al governo della Città;
ATTESO che le conseguenze sul piano patrimoniale, sono state di gran lunga più devastanti di tutte quelle complessivamente sofferte nel corso degli ultimi cinque secoli;
CONSIDERATO che il processo liquidatorio in atto, ispirato da potenti interessi immobiliari sostenuti e garantiti a livello politico ed istituzionale, può essere arrestato solo dall'autonoma iniziativa dei singoli cittadini organizzati nell'ambito della “ Magnifica Comunità di Grado” ed in stretto rapporto con il Coordinamento Regionale dei Comitati di Uso Civico e con la Consulta Nazionale della Proprietà Collettiva;
RITENUTO che a tal fine, è assolutamente necessario operare con la pienezza delle cariche statutarie;
PRESO ATTO delle dimissioni rassegnate il 14 maggio 2009 da Paolo Busdon e Giuseppe Polo, legittimamente eletti in sede costitutiva rispettivamente alle cariche di Presidente e Vicepresidente;
PREMESSA la convalida della contestata elezione di Manlio Grigolon a Presidente della “Magnifica Comunità di Grado”, deliberata all'unanimità dal Consiglio direttivo in data 21 aprile c.a.;
RESO ATTO delle successive dimissioni irrevocabili rassegnate, il 12 maggio c.a., da Manlio Grigolon e Franco Degrassi rispettivamente dalle cariche di Presidente e Vicepresidente;
VISTO l'ordine del giorno n° 1, approvato dall'Assemblea il 20 febbraio c.a.;
VISTO l'ordine del giorno n° 2, approvato dall'Assemblea il 21 marzo c.a.
UDITI gli interventi ed aperto il dibattito, il Consiglio direttivo
delibera all'unanimità l'elezione di
Dario RAUGNA alla carica di Presidente
:Emanuela CONTIN alla carica di Vice presidente
Gianmario Dovier, Pierangelo Bruni, Dario Raugna, Marinella Albertin, Giovanni Mattiussi, Emanuela Contin
Comitato degli Usi Civici di Grado
15 novembre, 2010
Il Bagno delle donne
In una Grado che, agli inizi del turismo balneare, si muoveva in fretta sotto la spinta e le visioni dei "foresti" che percepivano le potenzialità del Paese e costruivano a più non posso, già allora sempre foresti, stranamente la balneabilità che pure era chiaro fosse una componente essenziale dell'offerta turistica fu pensata e mantenuta dalle origini, intorno al 1854, pubblica non privata.
Una delle ragioni, oltre al rischio economico, fu la bigotta moralità del tempo che vietava il bagno all'aperto in promisquità di maschi e femmine.
Il Podestà di Grado aveva emesso ordinanza di divieto agli uomini anche di semplicemente avvicinarsi alla diga prospiciente al Bagno delle Donne che era riservato.
Fare il bagno all'aperto era considerato pericoloso per la moralità pubblica e tale divieto rimase a difesa dei costumi dell'epoca sino ai primo '900.
Ippolito Nievo, beccato in fallo, scrive alla madre di aver ricevuto una multa nel 1856 perchè, contro l'ordinanza, avrebbe passeggiato lungo la spiaggia e subito denunciato da una signora per offesa alla sua pudicizia.
Mo Dio co beli!
Se penso che oggi te la sbattono in faccia in tutti i modi possibili, la pudicizia si intende!
Il Bagno delle donne
14 novembre, 2010
I sogni, l'interpretazione graisana
La caratteristica di un mondo chiuso e piccolo come quello isolano era che ogni piccolo segno veniva interpretato come presagio di novità o ulteriore miseria.
L'apparenza e il sogno la facevano da padroni e bisognava saper dare la giusta interpretazione per garantirne la veridicità.
Una delle credenze dei sogni era il termine dei tre giorni, dopodichè finiva la validità.
Vediamo alcuni esempi di scene di sogno e il loro significato in graisan:
morti che rie = porta dispiassiri
morti che i ha fame = i vol garghe sufragio
cavali = porta novitae
scarpe = viasi de fa
monture (divise) = portaben, nassarà gargossa de novo
pan = ze passensia
ligni = ze bondansia
vin o ua bianca = vol di lagreme
vin o ua negra = fa alegria
bisati = lengue cative
batela = porta morte
dinti = ze morte ai parinti
aqua ciara che la core = mundi speransa
aqua torgola e ferma = porta dispiassiri
leto fato = porta mal
leto disfato = vol di duto ben
merda = soldi
perle che se spaca = disgrassie grande
nassarà un mamolo = novitae bone
nassarà una mamola = ze dispiassiri
Date le ultime da Grado auguro a tutti di sognare grandi merde.
I sogni, l'interpretazione graisana
13 novembre, 2010
La mota Safon e i "Graisani de Palù"
Recentemente in varie iniziative avviate a Grado è stato utilizzato come luogo d'incontro degli ospiti e di presentazione della parte più bella e romantica del nostro paese, la laguna, il casone dell'Associazione Graisani de Palù in mota Safon.
Curiosamente ogni qual volta la notizia è stata commentata sul nostro giornaletto locale, la mota Safon è stata presentata come il casone del Comune di Grado affidato all'Associazione.
Col piffero! il Comune non lo voleva il casone, adesso, a realizzazione ultimata, sono tutto sorrisi e complimenti, visto che la storia dell'ex casone Pasolini io la conosco bene perchè l'ho vissuta in prima persona per almeno quindici anni tanto vale scriverla per amor di verità.
La Mota Safon è stata assegnata, rientrando in comunità, all'Associazione nel 1988 dopo esser stata completatamente abbandonata e lasciata nel più completo degrado sia dall'assegnatario precedente sia dal Comune.
Presentato il progetto per la ricostruzione del casone (in foto le condizioni in cui versava) abbiamo avuto un'aspra controversia con l'Ufficio Tecnico di Grado che, nonostante avessimo tutti i pareri favorevoli compresi quelli regionali per la conservazione e il ripristino del territorio, si ostinava, soprattutto nella persona del suo ingegnere capo, a negarci il permesso di inizio lavori.
Per dare un' idea in quindici anni (tanto è durato l'iter) hanno costruito a Grado una quarantina di grattacieli rovinandone completamente la sky line, noi come Associazione con finalità culturali e non di palanche, siamo stati costretti a presentare quattro diversi progetti per ricostruire un casone di 9 metri per 6.
Abbiamo tenuto duro, per fortuna l'ultimo Sindaco si è preso la responsabilità personalmente di firmare il permesso di fabbrica contro il parere dell'Ufficio Tecnico, e abbiamo portato a termine, autofinaziandoci, la costruzione del casone che vedete finito durante una manifestazione
pubblica nella foto accanto.
E' giusto dire quindi che la Mota Safon se esiste, se si può usare per incontri pubblici, se si può godere il gusto e la bellezza della Laguna in un posto magico come l'orlo della Laguna Silisia, è merito della abnegazione, della tenacia e dei quattrini dei soci dell'Associazione "Graisani de Palù" non di chi, in questo caso gli uffici comunali, in maniera tretragona e stupida ha fatto di tutto perchè non lo si faccia.
La mota Safon e i "Graisani de Palù"
11 novembre, 2010
Ancora Pasolini a Grado
Leonardo Tognon mi manda questo pezzo su Pasolini a Grado e il suo contro-festival del Cinema, e la settimana del cinema muto.
Le biavitae descritte da Biagio Marin nella sua incontaminata poesia in gradese ritrovano, anche nella stagione autunnale – invernale una emozione impagabile. La laguna si trasforma regalando colori ad ogni batter di ciglia.
Dicembre richiama le emozioni ed i sapori della consunzione dell’estate, i richiami autunnali per passare, dal mare alla laguna, dalla laguna alla terraferma, al tempo della vendemmia. Per qualche amico fedelissimo di Grado il fuori stagione concede il tempo per richiamare alla memoria le settimane del cinema muto nonché le anteprime pasoliniane, l’antifestival di Venezia.
Riandare col ricordo, a balzi di decenni, all’esperienza complessa ma entusiasmate e di gran prestigio, delle Settimane Internazionali del Cinema, mette addosso nel ricordo di molti un misto di nostalgia e di sconforto. Nostalgia per un’epoca ormai lontana, sconforto per una iniziativa miseramente sfumata.
Recuperiamo alcune righe vergate a testimonianza del sindaco di Grado negli anni che vanno dal 1969 al 1972, è appunto Nicolò Reverdito ad offrire spunto per tracciare i confini di un’occasione perduta per l’isola del sole e il suo antifestival di Venezia.
“L’idea di una manifestazione di Cinema a Grado nacque in quel finire degli anni sessanta quasi per caso. Fu Pier Paolo Pasolini a suggerirla dopo la prima di Porcile.
Il regista sconsigliando il solito festival indicò agli amministratori di allora un percorso culturale della storia e dell’esperienza cinematografica. Nacquero così le settimane del cinema di Grado il tutto fondato sull’entusiasmo e la collaborazione.”. Tutto era stato programamto in maniera collaboraztiva, oggi si direbbe senza un format: una segreteria con l’instancabile segreatrio comunale Aldo Venier, la collaborazione del giornalista Renzo Corazza e Nico Naldini. Ma su tutto e tutti l’aiuto prezioso ed il costante e continuo suggerimento di Pier Paolo Pasolini. Non dimentichiamoci del maestro Zigaina. “Grazie a queste ultime presenze autorevoli Grado potè attingere alle cineteche nazionali di Parigi e Mosca, le amicizie e conoscenze professionali portarono a far donare al Comune dell’isola del sole il film Olimpya di Leni Riefenstahl oggi di proprietà. Grazie al poeta di Casarsa l’Istituto luce offrì prezioso materiale.”
In ognuna delle settimane cinematografiche il regista Pier Paolo Pasolini affiancò una prima del suo patrimonio cinematografico.
Indiscutibilmente rimane permeato il ricordo di Maria Callas per gli esterni del Medea girati in laguna, un ricordo fortissimo e anche questo ricordiamo che Medea doveva essere proiettato in anteprima mondiale a Parigi e Pasolini in omaggio a Grado “costrinse”- meglio convinse il produttore ad una illustre contemporanea: Parigi Grado.
Tra gli archivi dei giornali dell’epoca, purtroppo in gran parte scomparsi – troviamo firme importanti degli inviati alle settimane gradesi: Parise, Vigorelli, Bettiza, Grassini eccc, Le presenze autorevoli di Sergio Leone, Franco Parenti Alida Valli.
La mitica Bertini voleva il trucco con i tiranti, la Valli (che negli anni ’90 ritorna nell’isola girare un film Vin santo per una produzione italo tedesca) allora ci ricordò che si commoveva quanto i gradesi la epitetavano “benedeta” pur consapevole della tipica inflessione lagunare.
Nessuno, dei nostri vecchi, ha dimenticato la figura di Maria Callas, preceduta da una fama di indisponibile ed irascibile alla quale fece riscontro una diva, splendida donna persino disponibile alle piccole faccende in laguna in attesa del ciack.
Dalla mota Safòn all’isola di Anfora dove si perfezionavano le puntate con il poeta gradese Biagio Marin capace di incantare tutti: dagli operatori alla Callas.
Molti i ricordi. La scarsa lungimiranza e sicuramente i pochi contributi costrinsero le amministrazioni a scrivere, a malincuore, la parola fine- the end.
Altri più attenti si inserirono in quel filone rivitalizzandolo e conquistando una fascia di pubblico importante. Grado ha un sussulto nel settembre del 1996 apre alla grande rassegna intitolata “ 100 anni di cinema da Lumiere a Pasolini” sette giorni di proiezioni dedicate alla figura dell’eccezionale intellettuale e regista italiano contrubuendo a testimoniare le settimane internazionali del cinema.
Nell’occasione venne offerta una sintesi i giovani si dichiararono entusiasti e tutti provarono nostalgia di un’epopea ormai lontana un mito.
Le settimane cinematografiche riuscirono a calamitare a Grado l’attenzione di produttori e critici cinematografici impegnati al Festival del Cinema di Venezia.
La rassegna gradese assunse ( non solo per la concomitanza temporale) il ruolo di Controfestival di Venezia in occasione delle quali Pasolini presentava in anteprima le sue pellicole.
Il comitato promotore della prima edizione era composto dal critico cinematografico di Venezia Ernesto G. Laura, dal poeta regista Pier Paolo Pasolini, dai critici Paolo Gobetti e Giacomo Gambetti, dal pittore Giusepe Zigaina, dal professor Davide Turconi, dal regista Mario Volpi e dalla professoressa Adriana Maria Prolo, oltre che dal sindaco di Grado Nicolò Reverdito.
Alla prima rassegna intervenne Francesca Bertini, la prima diva del cinema italiano interprete di oltre 120 films ( debutta nel 1904 con “La dea del mare” ultima apparizione a fianco di Nino Taranto e Abbe Lane in “A sud niente di nuovo”.)
Introdotto da Carlo Bo, nel 1971 PaSolini presenta a Grado in anteprima italiana il Decameron coincidente con la giornata inaugurale della seconda settimana internazionale del cinema dedicata al cinema western.
Presente il grande Sergio Leone.
Una rassegna che ebbe un successo incredibile di critica e altrettanto pubblico tanto che gli organizzatori furono costretti a bissare le proiezioni per soddisfare le richieste di pubblico che non ne voleva sapere di abbandonare la sala del Cinema Cristiallo, sede storica della manifestazione.
“I racconti di Canterburry” inaugurano la terza edizione improntata sul film documentario, che ha visto la presenza di Leni Riefenstahl, la regista legata ai cupi trionfi del nazismo e autrice, (primo occhio femminile sulle olimpiadi) del famoso Olympia realizzato con ben 23 cinecamere offerte del regime di Hitler e che risultò un boomerang per lo stesso regime e del popolo ariano sconfitto dalla classe dell’atleta di colore Jessie Owens.
Nell’arco dei tre anni Grado si era gustata la storia del cinema …altri presero per mano l’iniziativa fortuna: che in una sorta di staffetta il tutto rimase in regione con Cinemazero a Pordenone. Sfortuna per Grado.
leonardo tognon
Ancora Pasolini a Grado
10 novembre, 2010
35 anni dalla scomparsa di Pasolini
09 novembre, 2010
Aiuti di Stato alla famiglia
“Figli, lo Stato aiuterà solo le coppie sposate con figli”
Comincio a pensare che il fatto davvero preoccupante dei nostri politici è che loro, che dovrebbero occuparsi dei bisogni e dei problemi della gente, si ostinano ad ignorare la realtà che è sotto gli occhi di tutti da anni: le cosiddette coppie di fatto, i figli nati fuori dal matrimonio, le unioni tra persone dello stesso sesso, le convivenze "altre" rispetto al matrimonio tradizionale non sono più rare eccezioni, ma finiranno per rappresentare la maggioranza dei casi.
La parola "famiglia", così come tante altre, designa con ogni evidenza qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che voleva dire quarant'anni fa.
Insistere a non volerne prendere atto significa rapportarsi con un'Italia astratta, teorica, che non rispecchia più, se non in modo del tutto parziale, le scelte e gli orientamenti delle persone in carne ed ossa.
Quelli che dovrebbero governarci, insomma, si rivolgono ad un paese che non esiste più, e il bello è che lo fanno con la tracotanza senile di chi pretende non soltanto di conoscere la realtà, ma perfino di disciplinarla: reperti malinconici di un'epoca completamente superata dalla realtà, mimano il piglio dei leader ma si ritrovano sempre più spesso a parlare da soli sbrodolandosi addosso.
Nella Costituzione e nella legge vigente non è solo il matrimonio a dare luogo ad una famiglia e a obbligazioni famigliari.
Anche la filiazione, a prescindere dal matrimonio, dà luogo a una famiglia e ai connessi diritti e doveri.
Aiuti di Stato alla famiglia
08 novembre, 2010
Unfriending su Facebook
Oggi mi è capitano un fatto strano, ho notato un amico in meno su Facebook, io non ne ho molti, così me ne sono accorto e li per li il primo pensiero è stato:
ma guarda questo stronzo, ma che gli ho fatto? poi per ripicca penso che di lì a poco l’avrei cancellato sicuramente io e che mi ha solo preceduto di poco.
Poi a mente fredda ho fatto una piccola ricerca che mi ha portato a scoprire il fenomeno del "Unfriending" che è in netta crescita sul Web.
L’amicizia è una cosa seria, su Facebook le amicizie sono virtuali e vengono rotte con più facilità rispetto alla vita reale e l'unfriending è solo la conseguenza della banalizzazione che ha l'amicizia ai tempi di Facebook.
Facebook non ti avvisa, una volta rotta l' amicizia, Facebook non provvede ad avvisare l’utente che rimane ignaro e le cui connessioni sociali vanno irrimediabilmente perse.
Se hai un centinaio di amici è facile accorgersene, ma con centinaia di contatti è quasi impossibile.
Esiste però uno script per il browser – Si chiama Unfriend Finder ed è un piccolo software che gira on-line, si scarica gratuitamente ed è compatibile con i vari browser: Mozilla Firefox, Google Chrome, Safari e Opera.
Usarlo è facilissimo, ti spedisce un avviso quando si sono rotte le connessioni con un, ormai ex, amico di Facebook.
Il successo è mondiale.
Comunque "ma guarda 'sto stronzo!"
Unfriending su Facebook
07 novembre, 2010
La Strada Belvedere-Grado
La storia della strada Belvedere-Grado inizia nel 1871 quando l'allora Podestà avviò l'iter procedurale per la realizzazione di un tronco stradale che si raccordasse con la strada regionale Cervignano-Belvedere.
Il percorso scelto (contrassegnato dalla lettera C) partiva da Morsano per arrivare a Grado ricalcando il tracciato dell'antica strada romana.
Insormontabile per la realizzazione fu il preventivo di costo che superava di gran lunga le possibilità delle casse comunali e provinciali dell'epoca.
L'aumento del traffico commerciale e turistico e degli ospiti dell'Ospizio Marino fece sì che dopo ben 30 anni il progetto tornò di attualità sotto la spinta di un uomo fondamentale per Grado, Giacomo Marchesini, uomo liberale e di straordinarie doti umane e professionali, dotato di una visione ampia del futuro sviluppo di Grado, grande amministratore sapeva cavalcare a perfezione le strade della burocrazia imperiale, fece fare un progetto a basso costo da un ingegnere del I.R. Governo Marittimo, Josef Wilfan.
La novità del nuovo progetto fu che si pensò di scavare un nuovo canale (assolutamente necessario) partendo da Belvedere a fianco della Volpera e con il materiale di risulta costruire un' arginatura da trasformare solo successivamente in strada translagunare.
Seguendo quelle arcane strade della burocrazia, che consentono interpretazioni diverse da cose simili, non si trattava più di costruire una strada ma un canale i cui costi sarebbero ricaduti sulle spalle del Governo Marittimo, mentre le opere di contenimento dell'arginatura erano a carico del Comune.
Contenuti così in termini più modesti e possibili da sostenere i costi, si potè approvare il progetto che portava notevoli benefici raccordandosi con il tronco ferroviario di Belvedere, proponendo una diversificazione delle vie di accesso dell'Isola, una stradale e una via mare (vedi il percorso D) con i vaporetti che potevano usufruire di una via diretta e decisamente più corta per il trasporto di persone e merci.
Nel 1900 (anno cruciale per Grado, ci fu anche la battitura dell'acqua) partì così l'opera di scavo che durò sino al 1907.
La strada fu percorribile solo nel 1908 dopo la costruzione del Ponte della Figariola (venne fatto in legno).
Grado con il suo canale-strada si affacciò così alle soglie del 1900 con una dotazione di infrastrutture adeguate alle nuove esigenze del turismo e del commercio e aprì l'Isola ad una completa integrazione con l'entroterra friulano-veneto.
Le notizie provengono da uno studio del Prof. Ruggero Marocco e Matteo Marchesan
La Strada Belvedere-Grado