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12 ottobre, 2011

Grado tra ‘800 E ‘900  




GLI ANNI DELLO SVILUPPO
 
Alla fine dell'Ottocento Grado, che con il Congresso di Vienna era entrata a far parte dell'Impero asburgico che ne assunse formale possesso nel 1816, esce dall'isolamento e dalla precarietà e si avvia ad un rapido sviluppo economico e ad un ruolo turistico che garantirà il rilancio dell'isola.
"Paiono inselvatichiti dall'isolamento che li toglie ogni contatto civile", scriveva il Caprin in quegli anni.
In effetti la popolazione era formata per lo più da pescatori analfabeti che passavano gran parte della giornata in mare e nelle osterie, come testimoniano le liriche di B. Marin, egli stesso appartenente ad una famiglia di marittimi e di osti:
"Cô la noia li copa i va 'nbriagâsse;/
dopo zornade a bordo sití e calmi,/
dopo notade in mar fra rimi e scalmi,/
i se riduse a strasse".

La città dipendeva totalmente dal mare e i rapporti con l'entroterra erano quasi inesistenti e limitati al baratto del poco pesce con generi di prima necessità prodotti nella Bassa friulana. I suoi abitanti vivevano in condizioni di estrema indigenza, colpiti frequentemente dalle epidemie anche per la mancanza dell'acqua potabile ed elevato era il tasso di mortalità infantile; le case del piccolo nucleo urbano primitivo erano malandate e malsane; le uniche attività economiche erano la pesca in mare e in laguna e la caccia, che garantivano la sussistenza, ma non vi erano prospettive di sviluppo per l'insufficienza dei mezzi di comunicazione e la mancanza di industrie e di spazi agricoli, inghiottiti lentamente nei secoli dall'azione invasiva del mare:
"Per l'incostanza del mare, che a passi veloci a' nostri giorni va rovinando questo littorale, l'estensione di quest'isola è ridotta ad una lagrimevole situazione […] talmentechè allorquando si gonfia il mare, si unisce ed incorpora con l'acque delle paludi" (G. Gregori).

In queste condizioni la città sembrava destinata ad una lenta ed inesorabile agonia; ma stavano avvicinandosi gli anni della svolta, della rinascita.
Nel 1872 viene fondato l'Ospizio Marino, che ospita nel 1873 i primi 13 fanciulli, che saranno 150 venti anni dopo.
Nel 1880 sorge la prima fabbrica per la lavorazione e conservazione delle sardine e delle alici: è il primo timido passo verso lo sviluppo dell'industria conserviera, con il relativo assorbimento di manodopera femminile.
Negli anni successivi nasceranno, con diverse e alterne vicende, altre quattro fabbriche, oltre a quella del ghiaccio, che era stata impiantata soprattutto in funzione delle richieste delle primissime strutture ricettive.
L'impulso anche finanziario dell'industria locale è un rilevante stimolo economico all'investimento e allo sviluppo nonché alla diversificazione dello sfruttamento e dell'utilizzo delle potenziali risorse del luogo.
Anche l'andamento demografico di quegli anni è sintomatico del progresso e del miglioramento delle condizioni generali di vita della popolazione: dai 1.854 abitanti del primo ventennio dell’ ‘800 si passa infatti ai quasi 4.000 dei primi anni del secolo successivo; il fenomeno è senza dubbio influenzato dalla crescita dei rapporti con il mondo esterno, facilitata dall'incremento delle vie e dei mezzi di comunicazione.

...continua...
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dal "Manuale del Pescatore" di G. Pastrovic del 1913, a pag. 224, si legge che la prima fabbrica per la confezione del pesce nel goriziano venne aperta nel 1867 a Duino dall'industriale Warhaneck di Vienna che, poi, ne aprirà un'altra a Grado nel 1872(aggiungo per doverosa notizia: 1892, fabbrica Giovanni Degrassi di Isola; 1887, Società gen. francese di conserve alimentari, Trieste e, ultima, nel 1907, la Fabbrica consorziale gradese).
Invece il nostro Ospizio marino venne istituito nel 1873 e i primi ragazzini furono ospitati in casa di Pietro Marchesini in Piazza Grande (la casa dell'Arengo). Sempre sommessamente, ti saluta B. (S.E.&O.)

Anonimo ha detto...

Negli "Atti del Museo Civico di Storia Naturale", vol. VII, Trieste 1884, a pag. 130 si legge testualmente:
"L'ognor crescente consumo di conserve alimentari, dovea spingere naturalmente qualche operoso industriale a tentare anche sulle nostre coste la confezione di tali prodotti. Già nel 1861 si fecero i primi esperimenti in proposito a Gelsa sull'isola di Lesina ed a Fiume, che per altro non corrisposero alle aspettative, per il che dopo pochi anni vennero abbandonati. Nel 1872 però venne fondata dal sig. Warhanek una nuova fabbrica a Barcola presso Trieste ed un'altra a Grado, per la preparazione delle sardelle in olio, ad uso di Nantes, le quali per la bontà del prodotto acquistarono in breve il favore generale. Recentemente vennero erette alcune altre fabbriche di tal genere a Duino, ad Isola e a Rovigno".
Cordialmente ciao. M.

Ennio Pasta ha detto...

Grande arricchimento al post, grazie a tutti e due.
Ciao sommesso!