Cerca nel blog

11 gennaio, 2016

Garbin (Libeccio)



 tecnica mista pittorico-fotografica

Un giorno de "garbin", pesante come il piombo.

"Al Garbin" uno lo sente prima di alzarsi, a letto con gli occhi chiusi, le cose si fanno più pesanti, specialmente il corpo, e ogni cosa costa fatica doppia, specialmente pensare.

L’acqua si fa sorda, i rumori cavi e non c’e proprio niente che brilla, fino all’orlo del mondo. 

 Ma prova ad inspirare ed espirare.

No! non è profumo, è un’ odore antico, ancestrale, il sentire umido che percepisci da  quell'instancabile amplesso tra terra e acqua che ti dona il mare.

E' Natura stordente, primitiva.

Odore che il mare lascia dietro di se con quella disinteressata generosità che appartiene soltanto alla Natura.

Profumo denso da innamorata che è dolce e aspro nello stesso tempo.

Poi ti allontani un poco.

Altri odori di casa; sono quelli spessi di porto.

Odore di corda bagnata, di pesce, di nafta e mare aperto.

Odori sonori che sanno di grida di gabbiani, di rumore leggero, come sfrigolio, che fa il sole quando si immerge nell’ acqua, al tramonto.

Garbin, aria e odori di casa.

Share/Bookmark

3 commenti:

Unknown ha detto...

Garbìn xè al nome che i é dao ala mia barca

Unknown ha detto...

Era considerato il vento veneziano per eccellenza. Il termine deriva dall'arabo "gharbï" che significa occidente, tramonto. È utilizzato sulle coste centro settentrionali dell'Adriatico, comprese, ancor oggi, quelle dell'Istria e della Dalmazia (v. Breviario mediterraneo di Predrag Matvejevic)

Ennio Pasta ha detto...

Grazie Mario, un buon commento che completa il post.