Aquileia, ricca città dell'impero e baluardo difensivo presso i confini nordorientali dell'Italia, ha subito molti attacchi, prima di capitolare nel 452 sotto l'urto degli Unni, guidati da Attila.
Attorno alla figura del re unno sono sorte nella memoria collettiva molte leggende storiche: si racconta che al suo passaggio non crescesse più l'erba, che avesse la testa di cane e si esprimesse emanando terrificanti latrati.
Le antiche cronache dicono che "alcuni abitanti in vesti nere ( stando a quello che dice il Caprin ci doveva essere anche qualcuno dei mei avi - i Lugnani ) erano riusciti a fuggire poco prima della distruzione totale di Aquileia e nel buio della notte giunsero sull'isola lagunare di Grado"
Mors tua , vita mea - Attila favorì l' evoluzione della nostra Isola innervata dalla meglio società romano-aquileiese in fuga disperata davanti alle orde barbariche assetate di sangue.
Questo stralcio di documento romano dell' epoca sembra testimoniarlo:
"Attila cum accesseris urbem, fuit terror,
et dicitur facere, quia et aves ad salutem ab urbe, liberis.
Urbis moenia tuta. Populus paludes profugit.
Quando Attila si avvicinò alle mura della città, grande fu il terrore,
e si racconta che perfino gli uccelli portassero in salvo, via dalla città, i loro piccoli.
Le mura della città erano poco sicure. La gente fuggiva tra gli acquitrini.
Populi quoque insulam Grado consederint,
profugi domos construxit ut aves 'tabernacula,
defenderet se unda et absconsionem a fasciculos.
Sic natus est Gradus."
La gente si stabilì anche sull’isola di Grado,
I fuggiaschi costruivano case simili a nidi di uccelli marini,
si difendevano dalle onde con ripari e fascine.
Così nacque Grado.
Sapevatelo!
Aggiornamento dopo secula seculorum:
Poco prima del secondo millennio i discendenti di Attila (sic) tornarono a Grado e molti dei cittadini gradesi dovettero fuggire e trovare un riparo, una casa, in quel di Aquileia...
3 commenti:
Nell'ultima parte c'è un errore grossolano. Il millennio era il terzo e non il secondo, Il motivo per il quale molti gradesi furono costretti a emigrare non fu la calata dei discendenti di Attila ma la filosofia graisana del "caveme un ocio". Dal dopoguerra in poi i sindaci erano tutti gradesi e sui banchi del Consiglio Comunale sedevano gradesi eletti da gradesi. Attila no c'entra un beato ...
Sapevatelo!
Darti ragione sul millennio è cosa semplice, per il resto mostri poco spirito, raccogliendo malamente l' ironia e rifugiandoti, come al solito, nel pragmatismo. Tu sta rivelando le tove mai dimenticate origini furlane un peletto livorose nei confronti dei graisani purosangue.
Me domando:comò farà sto paese a integrà migliaia e migliaia de migranti che riva, e che continuarà a rivà, quando che esiste ste dispute a distanza de più de 1500 ani, per 10 chilometri... son mundi preoccupao, mundi preoccupao...
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