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17 dicembre, 2016
Poveri Cristi
Si avvicina il Natale, e via tutti a parlare di Presepi, della nascita del Cristo, eppure eppure non è tempo di letizia.
Si invocano le radici cattoliche ma oggi, quando si parla di radici, non è per unire, ma per separare.
Le radici cristiane tanto invocate da tutti a tutela della nostra tradizione impediscono di vedere in altri il volto di quel (povero) Cristo davanti alle cui immagini piamente ci s'inchina.
Poveri cristi sono i licenziati cui nessuno bada, derisi con la corona di spine dell'indifferenza e, addirittura, dell'inesistenza; di loro non si parla, anzi, la crisi sarebbe addirittura finita: la loro vita, quindi, non è una croce.
Gente che aspetta gli stipendi da mesi... come se fossero fatti d'aria".
"Fatti d'aria", un'immagine forte proprio per il suo evocare l'inconsistenza; eppure l'aria è presente, l'aria fluttua, cova, scalcia, strepita, grida.
L'aria può esplodere e, realmente, distruggere tutto.
Poveri cristi sono i precari della scuola che, giunti stracciati alla soglia dei cinquant'anni, mai potranno sperare in un posto fisso.
Poveri cristi sono i giovani e i senza diritti, la nostra società esalta astrattamente la gioventù ma annichilisce i giovani; spezzandone i sogni, decurtando loro le future pensioni, costringendoli a navigare a vista nel mare fangoso d'una quotidianità avvilente, consci che nulla potrà cambiare, che la parola futuro è loro preclusa.
Povera crista è questa democrazia in agonia.
Ma ben altri, invece, sono gli argomenti gridati quotidianamente dai media.
Parola d'ordine, la mancanza di parola.
Poveri cristi sono i milioni di morti per fame, un record negativo mai toccato da settant'anni a questa parte.
Si sostiene che la speranza può arrivare dalle donne.
Ma le donne sono le povere criste per eccellenza. una donna non è nemmeno degna di rappresentarlo, il crocifisso; per la sua stessa natura, peccaminosa e imperfetta, ne è esclusa.
Preparandoci al Natale ricordiamoci che la croce del Cristo la si porta o la si aiuta a portare.
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