La mia passione per la fotografia, mi ha sempre portato ad osservare con attenzione l' ambiente che mi circonda, in particolare osservare la gente che ci vive nel mio ambiente.
Un viso, in specie se segnato marcatamente, si porta dietro le asprezze i sogni i desideri di una vita intera.
Nell' ambito marittimo poi, dove la vita è più dura, i segni dei volti sono più marcati e diventano come una mappa, basta saper leggerla.
Questa fotografia, trattata e in parte rifatta e non riferibile a nessuno in particolare, mi ha portato alla riflessione successiva in poesia.
Quel viso
Quel viso al pareva più longo,
tirao de rughe drite,
scavae comò cicatrici,
tagiae da notolade continue,
un viso co la barba longa
lavorao dal tempo.
Drio, la so vita, ma quala vita?
sospesa in memorie macae,
lo veva pestao, fato rabià,
sconvolto nel profondo,
tu lesivi sora i tagi 'pena guarii
che gera facile riverse.
Pò, al se scanseva de la luse,
se coverseva i oci col brasso
la luse i feva mal,
che la fossa de lampadina o de luna piena,
lo dispugeva, lo sgrafeva soto la pele;
i pareva de fa veghe la so vergogna
e le so lagreme secae.
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