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27 giugno, 2010

Seragia



In questa giornata di festa dedicata alla regata "La Graisana" oltre alle vele che saranno il piatto forte della manifestazione ho visto la gara delle batele organizzata da "Grado Voga" e il mio pensiero è volato all' indietro nel tempo quando la "regata" era organizzata per scegliere i posti migliori della laguna per la posa delle "seragie".

Con il tempo è finita l'epoca della "regate" e sono passati al meno impegnativo e più fortunoso sistema del "toco"

I pescatori si riunivano in un casone il sabato al levar del sole, comandava il più vecchio. Tutti insieme, come nel gioco de la morra, esprimevano con la mano i punti de la conta.
Si cominciava a contare dal più vecchio, il fortunato vincitore sceglieva la zona per la seragia che riteneva migliore e così via sino ad assegnarle tutte.
Una curiosità potevano partecipare solo i maschi alla gara del "toco" anche se non adulti.

Il palo di riconoscimento era detto "cana ingrissolagia" e indicava il capofamiglia vincente per il primo turno di calo della "seragia", diritto che durava un solo giorno poi via via a turno potevano calare gli altri secondo una scaletta stabilita il giorno del "toco".

La spiritualità del primo calo era sottolineata dalla frase che il capofamiglia gridava conficcando il primo palo della "seragia":
"fica via in nome de Dio"


Le zone delle seragie avevano nomi arcaici, ora dimenticati, e fanno la fila come in un rosario:
fratarin, la montà. la mantela, le spisse, la culassa de canal, la spiasa de l'albero, la velma, canaleto, la palona, l'oro del canaleto, l'isola longa, la ponta del tratagno, al sibaro, la tragio, le cree, al dosso, al balo de le ostreghe, la caseta, la velma de fora, al balo dei corcali, le pierisele, l'oro longo, le oche, i sibuli, l'oro de le vache, la bacia, la sabionera, al balo del campanil, al siego, la granchiusa, la velma dei cani, al tron, la ponta de la silisa, la chiusa mata, al batocio, i bareli....

Ovviamente tutto questo non c'è più la pesca in laguna non si pratica più in maniera intensiva e tutto scade a ricordo del passato con un velo di malinconia che si stende .
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Onore a te che ti prendi la briga di tramandare ai posteri costumi, usanze, nomi e zone che probabile nessuno dei pescatori odierni e futuri non ci penserano nemmeno.
Cia e continua cosi.
Sergio

Teti ha detto...

Comò senpre domandando permesso al paròn, posto stà quà che la par 'ndà a nosse co' sto post:

CUGULI

Tu li vighi intel fondao
comò nere cusidure
la valaiga intrapolagia
tra i pasturi e l'armadure.

Quando zè 'nà seca granda,
par che i svuli su la velma,
comò fossa dei bagianti
sensa al ciaro de lunserna.

Zè 'nà vera baronada
che l'hà fata al casoner,
elo al ciapa la zornada
co' l'antigo so' mestier.

Al cogolo, 'stà furbada,
parentao zè col reon,
ma zè anche un vecio logo
che'l se ciama polindron.

teti