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06 giugno, 2011
La scomparsa dei "corcai" dal Picolo Nio
Da studi demografici attendibili risulta che entro il 2050 i gradesi autoctoni scompariranno del tutto o comunque diventeranno numericamente inferiori ai "foresti".
Già ora il dialetto è in completa defaillance (termine derivato dagli occupanti francesi), è parlato interlacciato con termini in lingua o addirittura inglesi (a ricordo del rogo del Comun) ed è destinato a corrompersi sempre più visto che le mamme ne fanno pochi di pargoletti e, da quei pochi, pretendono la parlata in lingua.
Qualcuno tenta ancora di difenderlo o perlomeno ricordarlo ma è sempre più complicato per le interferenze triestine e friulane nella parlata comune.
Fatto sta che, dopo la migrazione forzata di quasi 1000 nostri concittadini verso i comuni limitrofi causa i prezzi inavvicinabili degli immobili a Grado, l' età media si è alzata di colpo e quelli che possono dire "nato a Grado" ormai sono ben pochi.
Finirà che Grado antica e anche la storia della nostra infanzia saranno oggetto di studi di antropologia (a proposito ho collaborato con una ragazza veneziana che ha fatto una tesi di laurea sull'antropologia gradese) e di etnologia che faranno ricostruzioni ardite e fantasiose sulla vita sociale e culturale degli abitanti di questo lembo de "sabion" strappato al mare e abitato all'epoca da protoveneti romanizzati.
Diventeremo fantasmi, ricordi, memorie; a questo punto sarebbe bene, seguendo l'idea in corso a Venezia raccogliere il DNA dei pochi rimasti per eventualmente clonarli in futuro.
"Cussì i corcali i sparirà dal sovo Picolo Nio e restarà solo al guano"
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10 commenti:
memento homo ..ansi memento mamolo
zon cussi 'bituao de ciacola al graesan, che no podi fa de manco.
Makkè clonazione e clonazione, estinguiamoci, per il bene del paese.....
Sbrissa...
No inporta, comò che diseva "Tore 'l finansier"....me son un mammmmolo graisan !- ^_^ e te rimando al post co' sta qua:
TERA FURLANA
Tera furlana,
nemiga ma anche amiga,
femena, mare e fadiga,
ma MAI graisana.
Un fior de tapo in mezo ai broli,
dalongo al vien tagiao,
dii oltri mincionao,
stranessa pe' quii vogi.
Cusì tanti de noltri,
sievuli inte le fiumere,
singani de antighe tere,
foresti pe' cololtri.
Ma 'l nostro sirocàl,
'l ne porta al marinasso
e co' quel vento grasso,
me torno esse corcàl.
Teti
...testardi, ma orgogiusi e Gravo senpre in cuor.
ciao Sbrissa:
ma un poco de amor proprio e de "quel" che tu sòn e che sèmo duti noltri, mai???
ciao Teti...
se risentìmo pe' la fine de Marso 2012...
Aldo
Che vol dì Aldo ???
...he zà pronta 'na resposta a la tova bela poesia TERA FURLANA ...
ciao !
OK, la speto.....ciao Aldo!
sono le dinamiche delle popolazioni... è sempre successo e sempre succederà... resta solo il rimpianto
ps pensa ad esempio a quello che sta in faccia a grado, l'istria veneta... cosa resterà?
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