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19 settembre, 2013

Strighe e Strighissi e portare sfiga?

Il post di oggi di Grado Spia con le sue allusioni ad avvenimenti che potrebbero, ma non si sa, accadere, dice che  praticamente ci toccherà riscappare a cason, tutto questo mi fa ricordare che nell' immaginario gradese un tempo c'era spazio anche per fate e faduni, per strighe e strighissi.

Una di queste storie che non si sa fino a quanto sia vera o falsa è la nomea di Strega che accompagnava la Vecia Bela (famiglia Sanson) - un poco i sumigia a Lele la ze nera compagna

Sull'isola dei Belli (ora all' interno della Valle Noghera) chiamata così con ironia per la proverbiale bruttezza di alcuni suoi abitanti, c'era un tempo la vecchia Bela, una donna considerata una strega, che si diceva faceva alzare i venti, rendeva infruttuosa la pesca di chi non era gentile con lei e, per analoghi motivi, sembra abbia fatto precipitare una volta un ricognitore austriaco con un solo gesto della mano. 

Elemento demonico, l'acqua è propizia agli spiriti malefici; sui dossi gradesi si temeva il Balarin, folletto maligno, o l'Ebreo Errante, e la notte dell'Epifania si udivano, negli ululi del vento e nel cigolare delle porte, le Varvuole, le furie che venivano dal mare. 

Ci si può immaginare il viso della vecchia Bela, verosimilmente sgradevole per gli anni e le offese ricevute dal crudele pregiudizio, e c'è da augurarsi che chi la ingiuriava come portatrice di scalogna sia veramente tornato spesso a casa a mani vuote. 

La cattiveria verso chi è segnato dal marchio di portasfortuna è un razzismo peggiore del rifiuto sociale. 

Raccontare - come vivere - è tralasciare.  Ma non portare sfiga!


Sapevatelo.
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