La Solitudine è una malattia della nostra era, forse “la” malattia del ventunesimo secolo:
il secolo della rivoluzione digitale, degli smart phone, dei social network, delle chat, dei messaggini, di whatsapp cioè di tutto quello che ci dà la sensazione e l' illusione di essere in contatto con il prossimo ma che di fatto contribuisce a isolarci nel chiuso delle nostre case, delle nostre vite.
Passiamo sempre più tempo in compagnia di presunti amici o di perfetti sconosciuti nella realtà virtuale e di fatto sempre più tempo da soli nella nostra esistenza reale.
Ti illudi di essere gruppo, poi la realtà ti scuote e ti rifà precipitare nell' originaria solitudine.
Ecco, oggi mi sento più triste, scosso e solitario.
1 commento:
Tutto vero ma il raffronto di idee, come il tuo bellissimo post di ieri col Pellizza da Volpedo, aiuta a sentire la presenza di una umanità sconosciuta di persona ma esistente nella realtà.
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