Cerca nel blog
17 giugno, 2011
I pescatori e la rivoluzione
Mi ricordo di una serata, tanti anni fa, in mezzo al Golfo di Trieste, avrò avuto si e no 16 anni, ed ero in caiccio con mio padre a saccaleva.
Le lampade a gas ( i ferali) illuminavano a giorno la superficie del mare ed io con la pustia pescavo calamari soto al feral e contemporaneamente controllavo i banchi di pesce che si avvicinavano alla barca attirati dalla luce, dando così un po di tregua al mio papà che poteva riposare.
Ad un certo punto, erano anni di discorsi rivoluzionari ed io ero uno studente ad Udine, ho chiesto al mio papà, che si era svegliato, come mai non avesse scelto una carriera da impiegato, con i timbri, le matite, le penne biro le impiegate da guardare sotto la scrivania, lui serio serio, me lo ricordo bene, mi fa:
in uficio va solo i democristiani, noltri 'ndemo in mar, se t'ha de fa la rivolussion du devi 'vè i cali grossi su le mane.
Io non dissi nulla ma da quella volta sta storia della rivoluzione mi è andata un po di traverso, il fatto di doverla aspettare e di farsi venire i calli sulle mani mi rompe un po le palle.
Comunque, non contento, a casa ho chiesto anche a mio nonno come mai non avesse scelto di fare l'impiegato, la reazione fu sorprendente.
tu son mato - mi disse - noi pescatori siamo le persone più fortunate del mondo, si è vero prendiamo freddo e ci bagnamo continuamente con dolori in tutto il corpo, ma tu vol mete, possiamo scorezà quando ci pare e piace, tanto in mar cu tu vol che te senta.
Avrei voluto farmi subito la tessera della Democrazia Cristiana, invece eccomi qua "in mar e scorezo liberamente".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
per cui zè duta 'nà questiòn "interna" ....^_^ hahahaha bela Enio.
Però i veva senpre tenpo pe' ciacolà co'noltri fantulini, vardene qua 'desso no vemo nienche tenpo de "scorezà".
Te toca fa comò me al pescaor, ze ovio, col motor in moto ne se ne acorse nisun.
Co al rumor va ben! Ma co' la spussa comò la metemo?
Co' un poco de profumo, deventa bona spussa e co' l borin, ciò Enio, la riva fin a Gravo, 'l famoso profumo di Grado fiorita.
E dopo i dize che dasse arie no' serva a ninte. Un premio speciale anche a i pescauri che zè in mar, bòculi de roze.
La spussa??ma Enio al sta in cabina e la porta la se verta , peso pe' i corcai che sta a popa
Posta un commento