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31 luglio, 2014

Cuore di mamma

Giornatacce, le ore libere le trascorri seduto sotto l' ombrellone di un bar e non per diferderti dal sole ma per difenderti dal continuo e assillante pericolo di pioggia, e così stretti stretti tra tavolini ormai comunicanti senti conversazioni che non dovresti e ti colpiscono perchè la gente parla, parla dei suoi problemi e qualche volta pur comprendendo che il fondo è tragico ti vien da sorridere.

Sentite queste:

Mò suore, la he iscrita al Liceo, quel dificile al sientifico, roba de figi de papà e 'desso dopo duti sti ani de studio e de spende soldi la me lavora comò diplomata, indirisso schiampiste in nero.

E me suore, al mio l' ha deciso de fa politica, ma quela liquida, al ze sempre in bar 'ndola che al dise se fa le più serie discussiuni politiche del paese, ma, suore, me par che più che la circolassion de le idee gira mundi spriss e mojiti.

Che t' ha de fa suore! Ze mamuli i cressarà.

E' proprio vero "cuore di mamma".
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30 luglio, 2014

L' articolo perfetto

Ci sono volte che leggendo il giornale ti arrabbi, perchè conosci l' accadimento o l' argomento che l' articolista descrive e ti rendi conto della bassezza che usa nel modificare la realtà plasmandola con superiorità tronfia trascurando le parti vere a favore di un racconto piegato verso una realtà deformata ad arte.

Specie sulle cronache locali.

Vedi trattare le notizie a metà, esaltando il lato più utile e spettacolare ed escludendo parte della realtà in modo da sostanzialmente disinformare, quasi sempre a vantaggio dei potenti di turno.

Ecco io questo atteggiamento lo battezzo così:

Lo rilesse, orgoglioso e persino un po’ basito della sua stessa bravura.
Era l’opinione perfetta, il parere sommo.
Un colpo al cerchio, uno alla botte.
Due pesi e due misure, ma meravigliosamente alternati.
Un così sopraffino esercizio di equilibrio degno di lui, da sempre il principe degli opinionisti.
Cazzo, era davvero l'articolo perfetto.
Non lo capiva più neppure lui a chi aveva cercato di leccare il culo.

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29 luglio, 2014

Tango Compas - Stefan Milenkovich

Associazione Culturale Musica Viva
Via T.Tasso n.4 – Grado (Go) - Tel.320 6031397

“MUSICA A 4 STELLE” 2014
“Tango Compàs”
Concerto, 30 luglio 2014

ore. 21.30

Si chiama “Tango Compàs”  lo spettacolo fortemente voluto da Giorgio Tortora, direttore artistico di “Musica a 4 Stelle”,  che vedrà il 30 luglio presso il Palazzo Regionale dei Congressi il ritorno a Grado del grande violinista Stefan Milenkovich
Con lui sul palcoscenico un ‘altro musicista d’eccezione, il fisarmonicista Marco Haltlak considerato oggi uno dei più grandi virtuosi  a livello mondiale, oltre ad una sezione ritmica composta dagli sloveni Marko Črnčec al pianoforte, e Luka Herman Gaiser al contrabbasso. 
“Tango Compàs” si articola su una serie di tanghi strumentali tratti sia del periodo recente quindi con Astor Piazzolla e Richard Galliano protagonisti, che del primo ‘900 con Gardel, Rodrigues  e Annibal Troilo che con una punta provocatoria si faceva chiamare nella Buenos Aires degli anni ’30 con il soprannome di “Mafia”. 
Milenkovich con questo nuovissimo spettacolo si colloca al vertice tra gli innovatori ossia, pur fedele alla cosiddetta “musica colta” che spazia da Bach a Stravinsky, egli ama sperimentare nuovi stili con la grande capacità strumentale che lo contraddistingue. 
Lo spettacolo ha debuttato in febbraio a Lubiana, davanti a 3.000 persone e quindi sarà una grande occasione poterlo ascoltare anche a Grado, ospite di “Musica a 4 Stelle” che sempre di più si conferma punto di riferimento dei grandi avvenimenti estivi che si sviluppano a Grado durante l’estate. 
Vista la prevedibile grande affluenza di pubblico le porte verranno aperte alle ore 20.30, un‘ora prima del concerto.
 La storia di Milenkovich è conosciuta ormai in tutto il mondo, da “bambino prodigio” ad Ambasciatore  dell’Unicef per i diritti dei bambini; innumerevoli sono i riconoscimenti che ha ottenuto nella sua pur breve carriera, protagonista oggi indiscusso nelle più importanti società concertistiche del mondo. 
Naturalizzato americano il violinista di origine serba non ha tuttavia mai dimenticato la propria patria d’origine distinguendosi ultimamente per una serie di concerti benefici a favore delle popolazioni alluvionate di Bosnia e Serbia. 
Recentemente è entrato a far parte del cosiddetto “star system” americano, ossia considerato una personalità di spicco fans club sparsi praticamente in tutti gli stati dell’unione che lo seguono costantemente in giro per il mondo durante i concerti. 
L’ingresso come al solito è libero fino al limite dei posti disponibili

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28 luglio, 2014

Lettera aperta del Comitato "Quelli che..amano Grado"

Ricevo dagli amici del Comitato “QUELLI CHE….AMANO GRADO"


LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA ARCH. MARIAGRAZIA SANTORO ED AL SINDACO DI GRADO SIG. EDOARDO MARICCHIO

Il maltempo che ha caratterizzato la giornata di sabato 26 luglio c.m. ha messo in evidenza, se ce ne fosse stato il bisogno, la necessità, per gli esercenti, di poter disporre di strutture fisse (verande) per poter dare riparo alla propria clientela e permettere, nel contempo, di offrire un servizio degno di tale nome.
Con l’adozione da parte di questa Amministrazione Comunale del famigerato art. 66 del Regolamento Edilizio Comunale che limita le stesse autorizzazioni rilasciate dalla Sovrintendenza e che, di fatto, toglie la possibilità di ripristinare le strutture esistenti alla data del 31.12.2013, è stata tolta la possibilità di fornire un servizio qualificato alla nostra risorsa primaria:

l’ospite!

L'azzeramento delle occupazioni del suolo pubblico, ha prodotto di fatto un aumento volumetrico delle concessioni stesse con conseguente prolificazione di tavoli e sedie che non sono di nessuna utilità in caso di maltempo e, nel contempo, hanno ottenuto un risultato visivo di dubbia qualità.

L’attuale stagione, caratterizzata dal cattivo tempo, richiede, invece, la possibilità, nell’ambito della proroga ottenuta dall’Assessore Santoro con il Ministero dei Beni Culturali, di poter, momentaneamente, ripristinare la situazione “ante quo” nell’attesa che l’apposita Commissione Comunale concordata in Consiglio Comunale ed ancora da istituire, nonostante le nostre sollecitazioni, elabori delle proposte da presentare, come richiesto, all’Assessore Regionale, entro la fine di settembre. 
Tra l’altro, stiamo ancora attendendo la comunicazione scritta dei chiarimenti necessari al contenuto dell’accordo siglato dallo stesso Assessore con il Ministero e promessi dall’Amministrazione, dopo l’incontro avvenuto con la stessa Santoro a Grado.

Ciò detto, non comprendiamo perché il Sindaco non convochi la Commissione Comunale per le verande al fine di ottemperare per tempo alle richieste dell’Assessore Regionale che, entro fine settembre, attende le nostre proposte in maniera tale da poterle esaminare ed elaborare compiutamente prima di presentarle all’esame degli uffici ministeriali.


Chiediamo, quindi, l’immediato ritiro dell’art. 66 del Regolamento Edilizio Comunale e l’istituzionalizzazione della Commissione Comunale per le verande, unica sede istituzionale in cui concordare un percorso condivisibile tra Amministrazione – imprenditori – cittadini, eliminando definitivamente la “precarietà istituzionale” con regole certe. 
Solo così potremo arrivare a delle soluzioni che, rispettose dell’ambiente e della nostra storia, possano mettere gli imprenditori in condizioni di offrire un servizio all’ospite in ogni momento dell’anno e con qualsiasi tempo. 
Avremo fatto, finalmente, un piccolo passo per migliorare l’immagine di Grado e dato un chiaro messaggio ai turisti che scelgono di passare le loro vacanze sulla nostra Isola.

Update
abbiamo visto che Lei ha pubblicato sul ns. profilo di Facebook una lettera aperta all'Assessore Regionale Santoro ed al Sindaco di Grado attribuendola erroneamente allo scrivente Comitato. 
La paternità di quello scritto è da attribuirsi esclusivamente al Movimento Spontaneo Cittadino di cui Sergio Damonte ne è il portavoce.
Certi che vorrà precisare il refuso, cordialmente La salutiamo

Comitato "Quelli che....amano Grado"
                   Renzo Dovier

Devo dire che pur essendo abituato ai repentini cambi di opinione e frequentissimi giravolta dei miei compaesani questo Comitato nel Comitato  a cose ancora in corso d'opera non me lo aspettavo, avverto tutti che sarà inutile da ora in poi scrivermi di cose vostre, arrangiatevi!

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27 luglio, 2014

Giovanni Gradenigo


Storia della famiglia gradese illustre dei Gradenigo.
La Famiglia dopo un periodo trascorso ad Aquileia, avrebbe partecipato alla fondazione di Grado, da cui il cognome Gratico modificato poi in Gradenigo con l'aggiunta di un suffisso patronico in -igo, si intreccia poi con la storia di Venezia e della sua Repubblica sin dalle origini e  affonda nella storia di Aquileia e del patriarcato di Grado, da cui gli studiosi fanno derivare l’origine etimologica del casato Gradenigo. 

Fatto sta che Giovanni Gradenigo primo gradese eletto Patriarca di Aquileia (1105)  con sede patriarcale a Grado fu il primo Patriarca ad andarsene e a spostare la sede a Venezia.

Giovanni "Stiata" Marchesan immagina le sue parole di commiato:

Me, me ciamo Gradenigo
E save quel che vi digo?
o Nova-Aquelejia o Vecia-Ambriabela
Bel posto sì..
ma per vignì d' istae
cò la batela!

xe l' inverno longo eterno
buora...umiditae, caligo
gradense si!  ma mona no!
Ve saludo... adio amigo!

A Vinessa vago
la xe vita, la Dogaressa
la Biennale
a qua no stago
a Grao se vive male

Pase e ben
Adio amigo
me me ciamo Gradenigo
e savè quel che digo?

Sto paese no val un figo!
Adio Grao...Grao
belo de fora..
drento s..magliante!


e se ne andò, lasciando qua a Grado la parte povera della sua famiglia, una famiglia de casoneri che si occupavano della Centenara, ma questa è un' altra storia...


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26 luglio, 2014

Chi ce l' ha più lungo

Il tema del " chi ce l' ha più lungo " la cosiddetta Invidia del Pene  è spesso presente nelle discussioni via web, per dare un senso scientifico al dilemma  ho trovato una piccola ricerca con relativo questionario prodotto dal Mit di Boston questa la presentazione e la formulazione:

"Il tema lunghezza del pene è da sempre oggetto di discussione scientifica."

Le scuole di pensiero sono sostanzialmente due :


Quella dei “corti” che sostengono che la dimensione non conti, ma sia più importante “come viene usato” e quella degli “oversize” che sono naturalmente di avviso diametralmente opposto.


In mezzo pascolano i “normodotati” che tutto sommato se ne infischiano (però mai più di tanto).

Naturalmente l’ultima parola sulla questione non può che essere quella donne, questo il questionario dettagliato, sottoposto a un gruppo campione di 500 donne di varie età.



1) Ritiene che la dimensione del pene sia importante al fine di un soddisfacente rapporto ?
80% ha risposto no – 15% ha risposto si – 5% indecisa

2) Ritiene che un pene al di sotto del minimo sindacale possa essere un problema per il futuro della coppia ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa


3) Se il suo partner avesse miracolosamente un aumento delle dimensioni ne sarebbe felice ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa


4) Se le capitasse l’occasione farebbe sesso sfrenato con Brad Pitt ?
80% ha risposto no - 15% ha risposto si - 5% indecisa

Insomma è chiaro dal sondaggio, dopo il mortificante risultato del test,
che l’80% delle donne mente spudoratamente." 


P.S. - Giusto per chiarire, quello in foto non sono io.
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24 luglio, 2014

Mani di Fata - Lorenzo Boemo




La collaborazione con Lorenzo Boemo continua con effetti benefici per ambo le parti 

Io che utilizzo le sue foto per i post che pubblico, lui che si diverte a partecipare ai vari concorsi fotografici.
La sua ultima partecipazione ad un concorso fotografico a Fiumicello, con tema il mondo del lavoro,  l' ha visto protagonista con due opere segnalate.

In foto l' artista con la sua opera "Mani di Fata" 



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23 luglio, 2014

Fango Nuo e Cruo

Visto che Alessandro Gas lo ha chiesto in un post precedente vi pubblico una guida alla Laguna che ho realizzato ancora nel 2004.

Può essere interessante leggerla:


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22 luglio, 2014

I negri siamo noi

Leggo sui media  di questa caccia alle streghe (possibilmente di colore scuro) per scaricare colpe di situazioni che vengono un po più da lontano (crisi politica, crisi economica, crisi di valori).
E' la solita storia trova un nemico annientalo.

Io sono d' accordo per un inasprimento dei controlli sui soggetti senza licenza e che la legge venga fatta rispettare anche severamente in specie in questi momenti difficili ma non sul diffondersi di soluzioni finali di cui si conoscono solo gli inizi ma non prevedono la fine.

Giusto per rinfrescare le memorie dei tanti che ululano con leggerezza dietro ad una tastiera leggetevi questo:

OTTOBRE 1912: relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti.


Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali…
…….Si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione.

Erano i nostri che facevano i negri al tempo, poi con grandi sacrifici ce l' hanno fatta e hanno contribuito anche in maniera determinante al progresso di quella Nazione, non si può negare la speranza.

E giusto per chiarire qualche leggenda metropolitana diffusa ad arte per far arrabbiare la gente esasperata  i famosi 30 euri al giorno sono fondi CEE che NON si possono destinare ai disoccupati o ai bisognosi ma solo ed esclusivamente alle strutture di accoglienza per i profughi.
 NON vanno nelle tasche dei profughi come molti pensano ma alle strutture di accoglienza.

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21 luglio, 2014

Tecnologia in Laguna

Mi è capitato domenica di aiutare un navigante in laguna attraverso twitter, stava consultando twitter con un applet in cerca di indicazioni, io ero collegato per puro caso, non aveva prenotato per la notte e gli ho consigliato una selezione di alberghi fronte porto a sua scelta.

Visto che stava navigando alla cazzo gli ho inviato (sempre via twitter) una mappa lagunare dettagliata dei canali, grandi feste e ringraziamenti.


Grande cosa la tecnologia condivisa a fin di bene, ma quanti sanno cos' è davvero la Laguna, come si articola, i canali navigabili, quelli nascosti.

Le nostre Autorità alle volte sulle bricole o carieghe appendono cartelli con su scritto "Bassi Fondali" (vedi foto) invece che provvedere al ripristino delle profondità segnalate sul Portolano, 
lavandosene le mani come Ponzio Pilato e fregandosene dei danni che possono procurare a turisti inermi e spaesati.


La Laguna  è caratterizzata nei suoi percorsi dalla presenza di pali, in rovere o castagno, che aiutano la navigazione nei difficili e tortuosi canali lagunari.

Le Bricole a palo singolo per la navigazione, le Carieghe a tre pali per segnalare biforcazioni del canale, le Mede a segnare l'accesso a una foce. 

In comune hanno che marciscono nella stessa maniera e più o meno negli stessi tempi, siano essi semplici o complessi.

Vermi, conchiglie, parassiti vari. 
Il sole e le acque salmastre li decompongono, alghe ed erbe li soffocano in abbracci mortali.

Sono le nostre sentinelle. 
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20 luglio, 2014

La dipartita del Gradenigo-Duemila anni di Sabbione

Nuovo capitolo della Saga di Giovanni "Stiata":

Grado-Duemila anni di Sabbione

L' anno del Signore è il 1105:

...con la dipartita del Patriarca Gradenigo primo e ultimo graisan Patriarca e primo ad andarsene verso altri lidi, anzi precisamente per il Lido di Venezia, anche i  portaborse e affaristi furbacchioni abbandonarono l' Isola per stabilirsi nella "Niova Capital  Vinessia", là dove il Leonealato ruggiva e la Moneta girava...

L' Isola tornò ad essere un lido sperduto qualsiasi.
Povera Grado... degli antichi splendori non rimanevano che un paio di vetuste chiese e un leone di pietra cariata che non ruggiva più e non dava ..schei.

Fu così che le genti di queste sabbie tornarono a rinchiudersi in se stesse. 
Si tornò a vivere nella Palude, muti come quei granchi che là vivono e quà vengono chiamati "masanete"

Intanto nonna Aquileia quasi dimenticata sgranocchiava pannocchie e si metteva con i tedeschi, mamma Grado viveva di ricordi aspettando qualche telefonata dalla adorata figlia, Venezia:

Pronto?  Cu ze?.. a tu son tu Serenissima comò tu sta, sta sintì 've 'buo quele do barche de pesse per la festa del Doge? Si, ben, ben duto per tu figia mia, vissere mie...
Pronto? ..che tu disi? te serve zente de remo per la nave, e anche calafai pè l' Arsenal? vaben te li mando in setemana.
Che tu disi? comò che va qua? ..tinpi duri, figia pensa che to nona Aquileia la sta sparlando de noltri.
Sè...Sè... ze quel gnoco de Popon che l' ha in casa che la mete su!
Pronto, pronto Serenissima,...no se sente più ninte, quel brigante de Popon, al deve v'he tagiao i fili e no sarave nianche la prima volta.

Così andavano le cose nel mondo in quegli anni là.
A Venezia festa continua, gera sempre Carneval e qua Mamma Grado, quaresima eterna.
La consolazione ce la danno i pretini nostrani -:
La quaresima ..prepara al Paradiso

Sapevatelo!

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19 luglio, 2014

Comunicato stampa






Ricevo dagli amici del Comitato 

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO 
“QUELLI CHE….AMANO GRADO

Leggendo l’articolo apparso sul “IL PICCOLO” di data 13.7 c.m. siamo rimasti letteralmente allibiti dalle dichiarazioni del segretario del PD gradese sig.ra Giorgione.:
                             - “ A Grado serve una cabina di regia!”

Il comitato già un anno e mezzo, fa vista l’inerzia e la rassegnazione dilagante del nostro Paese, si è fatto promotore di un Progetto per il rilancio turistico della nostra Isola, sin da subito, proposto all’Amministrazione in carica, alle forze politiche locali, alla GIT,  alle categorie imprenditoriali gradesi, nessuna esclusa, alle varie Cooperative, Consorzi, Associazioni di Volontariato, scomodando persino il nostro Monsignore. Esso prevede un tavolo di lavoro (sia esso il TOP, una cabina di regia, un Comitato scientifico, va bene anche un tavolino da bar) dove analizzare, tutti assieme, la situazione economica – turistica gradese, individuare gli strumenti occorrenti per fermarne la caduta e dotarsi FINALMENTE di  “UN METODO DI LAVORO” ,condiviso e vincolante per tutti, a cui demandare qualsiasi attività di rilancio  della nostra economia. Senza di ciò qualsiasi iniziativa, anche encomiabile, è destinata al fallimento. Ecco, quindi, che spot come quelli proposti dalla sig.ra Giorgione, dalla sig.na Medeot, congiuntamente al Presidente della Provincia sig. Gherghetta (leggi Convegno Grado a 360°), al co-marketing del Consorzio Grado Turismo e della GIT sono non solo controproducenti, nell’immediato, per il tessuto commerciale gradese ma dannosi, oltre per l’immagine che viene proposta del nostro Paese, anche per lo sperpero delle poche risorse finanziarie disponibili dilapidate in spot inutili  e di nessun risultato economico concreto. Unico dato certo i soldi dei nostri clienti che se ne vanno verso altri lidi! 
La necessità di sanare un bilancio non può comportare un danno ulteriore all'azienda Grado mettendo in svendita il suo tessuto produttivo o la necessità di far cassa non autorizza a ripetere gli errori del passato perché bruciando il presente non può esserci futuro.
Dispiace constatare, sig.ra Giorgione e questo vale anche per la sig.na Medeot, come i vostri appelli e le trite e ritrite ovvietà arrivino sempre fuori tempo massimo e come, invece,  i nostri appelli al dialogo, al confronto, fatti anche a livello personale, siano rimasti inascoltati o, volutamente, boicottati dal suo partito. Da chi si propone di rappresentare Grado, la sua Comunità, i suoi problemi ci saremmo aspettati l’umiltà  di  ascoltare e, soprattutto, di sostenere convintamente, senza se e senza ma, quanto da noi proposto agli imprenditori, alla classe politica ed al suo partito in particolare, visto che è al governo di questa Regione
Sinora non ci risulta, infatti, che né Lei né il suo partito vi siate spesi in alcun modo per supportare il nostro progetto, anzi. Per amor del vero aggiungiamo che neanche l’attuale Amministrazione, ad eccezione del Sindaco, si è spesa per questo Progetto. A nulla, poi, sono servite le “punzecchiature” fatte sull’argomento all’Amministrazione in carica , in più di un Consiglio Comunale, dai rappresentanti di Liber@ e da Tirelli.
L’unica figura istituzionale a sostenere convintamente il ns. Progetto è Mons. Zorzin, il nostro Parroco che, guarda caso, proprio in occasione della festa dei Patroni di Grado ha esortato con forza la Comunità gradese a rilanciare quella che è la forza motrice di Grado: - il turismo balneare – curativo, unito ad un elemento imprescindibile:  la cultura, intesa, nel nostro caso, come tutela della nostra storia e della nostra identità.
Il richiamo, infine, fatto, nella stessa occasione, da Bonaldo, merita di essere considerato con attenzione; per troppo tempo, infatti, si è sottaciuto sulla “strisciante “ invasione dei negozi bengalesi. E’ un problema serio che non va sottovalutato. Monfalcone insegna! 


In conclusione a Grado tutto è concesso meno il fare l’unica cosa che porterebbe a risultati certi: “FARE SQUADRA!!!!” Chi si propone? Noi siamo qua, pronti a fare la nostra parte. 

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18 luglio, 2014

In bici, pensando al Paradiso




"Nel ciel che più de la sua luce prende 
fu’ io, e vidi cose che ridire 
né sa né può chi di là sù discende"  - Paradiso



A volte l' immagine del paradiso esiste nelle piccole cose e dura attimi ma, se riesci a coglierli e a  descrivere le meraviglie del tuo paradiso così come le vede il tuo cervello, magari non vivrai la loro realtà miracolosa, ma la loro forza, quella si.

E così pensi dopo una biciclettata trasognata in riva al mare con il sole che perde forza via via che tramonta:


e' questo il Paradiso che voglio, il Paradiso di un Dio che mi hanno trasmesso e in cui ho imparato a credere.

E' un Dio che ama e sa farsi amare, il Dio delle piccole e grandi cose, il Dio di tutti. 

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17 luglio, 2014

Splendore e decadenza di Grado al tempo di Attila

Tratto liberamente (nel senso che scuminsio e termino de 'ndola che me par) da:
 "La Quasi STORIA DELL' ISOLA"      di Giovanni "Stiata" Marchesan:

Ci sono varie versioni sulla vera storia di Grado, questa di Giovanni Marchesan "Stiata" non è meno attendibile di altre, forse un pò romanzata, comunque a "spissigo e menissigo" ve la proporrò a piacere:

I profughi aquileiesi in fuga dalle armate di Attila si stabilirono a Gradus:

Ma comò vevemo i profughi za quela volta...?
Si, sull' Isola incominciò un periodo di splendore per gli esuli aquileiesi...
per i locali (autoctoni) invece...miseria come al solito!

Il Patriarcato si era insediato a Grado e nobili e dignitari e signori assistevano alle cerimonie religiose ai sinodi alle adunanze fra canti gregoriani incensi profumati e ori luccicanti.
Persino il Doge si faceva vedere ogni tanto... si era fatto costruire un palazzo con lo sconto dagli affaristi dell' epoca...
Il nome dell' Isola assurse a notorietà internazionale ...da Costantinopoli alla Grecia dagli ungari sino alle genti di Franza...si nominava  Gradus.
Con tanto nome era un peccato che non ci fosse uno stabilimento balneare da reclamizzare, immaginate:

Nobili di Costantinopoli, di Atene! Venite a Grado.. la sabbia vi farà bene!  

Splendeva, splendeva il Patriarcato sull' Isola...

E il popolo che faceva?
Il Popolo gioiva, gioiva:

Che t'ha zarnao?
Pese in fogo
Che t'ha senao?
Pesse in fogo, però he visto al Patriarca, co belooo!
Che t'ha bevuo?
Aqua piovana
Che t'ha respirao?
Aria de buora, bona sana, però he visto al Doge co belooo!

Così il Popolo gioiva.
Dal 727 al 1445 l' Isola ebbe 60 Patriarchi, dico sessanta.   Cicchirichì la gallina ..Santa!





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16 luglio, 2014

Prof. Mario Smareglia

E' deceduto il Prof. Mario Smareglia valente chirurgo e persona degnissima.

Uomo schivo e di grande cultura ha vissuto la sua vita dedicandosi alla professione e alla famiglia.

Depositario di uno sterminato archivio di documenti originali di suo padre Aldo Smareglia e dell' Ing. Vigilio Degrassi che  spero non vadano dispersi ma catalogati e se possibile resi disponibili al pubblico per consultazioni e studi.

Era un uomo buono il Prof. Mario sempre gentile e con un sorriso malinconico.
Figlio di una grande famiglia ha sempre cercato di fare del bene.

Il padre Prof. Aldo Smareglia, proveniente da Pola nel 1919,  si rese conto subito della situazione disastrosa dell' ambiente gradese e recuperando il materiale dell'infermeria che le truppe italiane avevano creato lo spostò nell' allora sede del Comune in via Marchesini. 

Il pian terreno venne adibito a struttura ospedaliera con una piccola sala operatoria. 

Fatta propria la necessità per Grado di avere una struttura sanitaria efficiente, dato l'isolamento, vi si dedicò anima e corpo. 

Nel 1935 il Comune finalmente costruì la propria nuova sede in P.zza B. Marin e l'Ospedale potè svilupparsi con altri reparti occupando il primo piano. 

Ulteriori progressi l'edificio li fece nel 1950 con la costruzione di due corpi laterali.

Il suo progetto di potenziamento della struttura ospedaliera continuò anche dopo la sua morte che avvenne nel 1954.

Molti dei nostri padri e nonni devono la vita a quest'uomo. 

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15 luglio, 2014

Ricaduta virtuosa (Happy re-falling)

Una della abitudini che  chi ci governa ha fatto propria è l' uso sconsiderato delle parole inglesi, in specie in materia economica.
Considerato poi che il livello  di alfabetizzazione linguistica dei nostri politici più rappresentativi è pari quasi a zero consiglierebbe un uso cauto (è di questi giorni il discorso in inglese maccheronico, con verbi all' infinito e in prima persona, il me..me..me non è solo cosa nostra, del nostro caro Premier Renzi) ma tant'è, fa moda e il popolo è meglio non capisca del tutto.

Allora vediamo le ultime novità:

Dopo la Spending Review (revisione delle spese) quali altre ingegnose misure finanziarie
 (Smart Tricks) adotterà il governo Renzi per risanare i conti dello Stato (Public Hole) in continua espansione?

La Gaining review (revisione dei guadagni).
Rivedere le spese non basta se non si rivedono anche i guadagni. 

La Gaining Review consiste nel tagliare tutti gli stipendi (si intende i nostri, non i loro) di almeno un dieci-quindici per cento. 
Grazie a questo provvedimento gli italiani saranno più poveri, e potranno così accettare con maggiore naturalezza i drastici tagli della spesa pubblica. 

Gli studi economici più aggiornati spiegano infatti che l’impoverimento ha come ricaduta virtuosa una diffusa rassegnazione (happy re-falling).

Trovare il proprio ospedale di zona chiuso sembra inconcepibile a un benestante, abituato a una vita funzionale e agiata; ma è del tutto naturale per un morto di fame, che trova già sorprendente avere un letto a casa sua, figurarsi trovarne uno in ospedale. 

Meno pretese, meno illusioni, più rassegnazione.

"La gente deve smetterla di rovinarsi la vita con questa assurda mania del benessere».


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