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03 luglio, 2014

Lettera alla Madonna di Barbana


Dal 1237 ogni prima domenica di luglio, la comunità gradese si reca in processione a bordo di barche, addobbate a festa, all'Isola di Barbana, per rinnovare l'antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese dalla terribile epidemia di peste.

Lettera alla Madonna di Barbana:

non so bene come iniziare questa lettera e penso che non si offenda nessuno se lo faccio con:

Cara Madonnina,
io, vedi, sono un gradese di quelli antichi, di quelli che sono attaccati alle tradizioni, anche perchè non ci hanno lasciato molto altro sai?  ma lo so  che tu lo sai e sai anche perchè quest' anno  ho deciso di posporre il mio obbligo di voto del Perdon non a questa domenica (prima di luglio) ma alla prossima.

Ci verrò da solo o con la mia famiglia a disobbligarmi con Te e credo non cambi molto per Te ma per me ha un grosso valore questo gesto perchè non riesco più a sopportare che quello che era un impegno della collettività gradese, un impegno preso con grande solennità dai nostri antenati fin dal 1237 con il Patriarca Leonardo Querini, dove si stabiliva - in perpetuo - che almeno una persona (meglio il capofamiglia) di Grado partecipasse alla solenne processione del "Perdon", oggi sia diventato un evento turistico.

Non ce l' ho con nessuno e, in fondo, so che un fedele vale l' altro e tutti hanno diritto di professare nel modo che vogliono la propria fede, ma una processione votiva è una cosa seria di sentimenti non di esibizionismo, e mio malgrado sono costretto a subire la partecipazione, quando non l' aggressione, di tantissime persone che vogliono trasformare un sentimento popolare in evento mediatico dove l' apparire conta più dell' atto di fede.

Non voglio dilungarmi, perchè nella tua lungimiranza so che riesci a leggere nel mio cuore e sai che le mie intenzioni sono buone, scusami  ma ci vediamo Domenica prossima con meno gente attorno ma più raccolti nell' atto di fede e nel Perdon.
Enio Pasta.

Tatacium
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