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09 aprile, 2015

Le Uti e l' assistente

Questa storia delle UTI  o così o pomì, la frenesia degli interventi di politici, chissà perchè con la stessa colorazione partitica, nello spiegare tutti i vantaggi che avremo e la pervicacia degli stessi politici nel nascondere gli svantaggi, in primis il fatto che comunque un taglio ci sarà o nel peggioramento dei servizi o nei trasferimenti Regione-Comune e che quindi l' operazione in ogni caso è da considerarsi a perdere per il cittadino e non solo di Grado.

Dicevo questa storia mi fa  ricordare  una figura assai  perturbante della mia carriera scolastica alle medie: l’assistente sanitaria.

Non me la sono mai dimenticata. Era sulla cinquantina, piccola e dalla faccia dura e rugosa come quella della Cosa dei “Fantastici 4″. 
Capelli corti e neri e rossetto sempre sbavato sugli incisivi radi. Sempre in camice bianco che più bianco non si può. Poveretta, magari in privato era una pasta di donna che coccolava i nipotini a forza di pane e nutella, ma mi terrorizzava.

Poteva arrivare in classe in qualunque momento della mattinata e non si faceva annunciare, faceva irruzione. 
Spalancava la porta con la stessa grazia che avrebbero usato i Carabinieri, gracchiando:
“Visita medicaaa!” 

Da quel momento poteva capitarti la grattata al sangue per la  tubercolina oppure una di quelle schermografie, fatte nel cortile della scuola con l’unità mobile, che andavano così di moda negli anni ’60, fregandosene bellamente delle conseguenze delle radiazioni su di noi piccoli angeli. 

Mi viene da ridere a pensare che oggi, dal dentista, per una lastrina ad un molare escono tutti dalla stanza e tu rimani lì con dieci chili di piombo a grembiulone addosso che ti ricopre dal collo ai piedi. 
Allora si andava più per le spicce. Due, tre proiezioni ciascuno, e avanti il prossimo. 
E’ strano che noi di quei anni non siamo fosforescenti al buio.

Il potere dell’assistente sanitaria sulla tua salute era quasi assoluto e, ovviamente, tutto ciò che ti faceva: punture, lastre e visite, comprese le sgridate e gli scappellotti (allora usava, mica c’erano i genitori di oggi), perché a volte, in quanto bambino, ti capitava di piangere, era per il tuo bene. 
Ti faceva male ma era necessario e non si doveva discutere. 
Come la riforma delle Uti.

Ormai lo schema sembra essere: Governo Regionale annuncia nuova legge impopolare su qualcosa -> Lamentele e bestemmie generalizzate -> Governo Regionale spiega che è per il tuo bene e non rompere le palle -> Lamentele e bestemmie generalizzate.


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