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16 aprile, 2015

Osservatorio del cibo


L’immaginazione associata alla memoria  non ha limiti.

In un paese dove la fame ha fatto da protagonista per generazioni, i termini che identificano il cibo devono per forza essere poetici, qualche volta si poteva solo sognare di mangiare , ed è così a Grado, dove la terminologia gastronomica messa di seguito sembra sia poesia.

Carussi e bussolai, bone grassie (ciambelle della cresima), 

pan co l'ua, pan de fighi, pan consao o co l'ogio, pinse e fugasse, 
frisse (ciccioli di maiale fritti) sigari de bon-bon, 
perussoli, mestroculi e stiopetini, legno dolse,
 carobe, sucoro de Gurissia (liquirizia), 
crustuli e fritole, panadela e patacheo, 
mesta (la sbobba del casoner- olio, pepe, farina e fagioli qualche frissa e sardele salae), 
risi co l'ogio, bisi sichi col pesto, zuf (farina di granturco bollita con acqua e latte) 
perseghi, nespuli e sorbuli co la polenta, 
pesse salao soto fraco, sarduni e renghe, bacalao, 
datuli e fighi, 
peverasse, caparossuli, sgarsenei e cape de vale,
 scanavesse e giarissi, e buriti de duti i coluri.

Questi, in parte e alla rinfusa, i termini della tradizione culinaria da non dimenticare.  


Vi aggiungo una ricettina sfiziosa e semplice  di Mauro Mec:

POLPETTINE DI ALICI

500 gr di alici
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
2 acciughe salate
10 capperi
1 uovo
2 cucchiai di pane
1 cucchiaio d'olio
1 bicchiere di vino bianco
grattugiato
1 di farina
profumo di buccia di limone grattugiata
poco sale e pepe
vino bianco
... gr di pomodorini

Deliscare le alici e tagliarle a piccoli pezzi.   
Unirle alla farina, pane, uovo, prezzemolo, aglio, sale e farne un composto.
Formare delle polpettine un po' schiacciate, metterle in una casseruola unta d'olio, metterle in forno a 200 gradi per 7 minuti circa.

Aggiungere il vino, i pomodorini e la buccia di limone e far finire la cottura per 6 minuti circa.

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