Conoscere il mio paese, per me è sempre stata una necessità.
La mia curiosità mi ha sempre spinto ad approfondire scegliendo per farlo il punto di vista dal basso, a livello della gente, perchè ho notato che tutto quello che è stato scritto sul nostro paese (non è molto) è stato più o meno calato dall' alto di un livello culturale fuori portata della gente comune ( e quasi sempre fatto pesare) , mentre la parte storica vissuta e quindi più vera ed interessante è quella popolana.
E' la che si trovano le storie i miti le consuetudini, ed è là che io mi oriento nel ricercare piccole gemme della storia graisana.
Così rileggendo un libro del Prof. Aldo Marocco "Camini Veneti", mi è venuta voglia di passeggiare per le Cube con il naso all' insù ad osservare quel che è rimasto di quei camini che Aldo ha disegnato con grande maestria ed amore, il risultato è stato piuttosto deludente, dei grandi e complessi camini di un tempo non c'è più traccia, sostituiti da anonimi e banali (ma più funzionali e sicuri) camini in cemento, il che mi fa riflettere sul grande cambiamento avvenuto nel nostro Castrum; le case rifatte, tutta un'aria di nuovo, di trucchi e belletti, muri dipinti, "barcuni" senza le "gelosie", insomma spersonalizzato - senza anima.
E si!
Tutto questo riflette il cambiamento avvenuto sul concetto di casa, per noi "moderni" solo un luogo da abitare, un tempo centro sociale, di lavoro dove si concentravano affetti e proprietà della famiglia.
Il punto è proprio la Famiglia.
Il Focolare "fogoler" nella civiltà dei pescatori e contadina è sempre stato il simbolo dell'aggregazione familiare, del calore umano, delle storie raccontate ai bimbi, l'antico luogo di riunione per le strategie di lavoro e di famiglia.
La sua presenza all'esterno dell'abitazione era espressa dai camini che spesso erano il biglietto da visita delle abitazioni.
La parte storica di Grado presenta una miriade di forme di camini tutte diverse, perché i capomastri si sbizzarrivano nella loro costruzione pur mantenendo le forme alla veneta.
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