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26 febbraio, 2023

un nuovo parroco

La motivazione di partenza era futile, si trattava di stabilire di che dimensione dovessero essere i festeggiamenti per il ritorno in paese di un fraticello gradese don Benigno Tognon.


Per tradizione il Comune si assumeva l'onere di di patrocinare la festa in onore dei figli dell'isola assurti al sacerdozio e i festeggiamenti furono organizzati secondo regola.


Ma la categoria dei pescatori, probabilmente spinta dagli oppositori politici del Podestà Giovanni Corbatto, ritenne che non si fosse fatto il necessario accusando il Podestà e il Parroco Mons. Rodaro di scarsa considerazione per il frate in quanto figlio di poveri pescatori e organizzò una ulteriore festa che coinvolgeva tutto il paese.


Sotto le pressioni del Podestà i superiori richiamarono il povero Don Benigno in convento prima della festa programmata e si scatenò il finimondo.


Rabbiosa la gente si scagliò contro la caserma della Guardia di Finanza abbattendola quasi, non contenti danneggiarono il Municipio e l'abitazione di don Rodaro.


Da notare il coraggioso atteggiamento del Podestà scappato a Monfalcone a casa dei suoceri e di don Rodaro rifugiatosi a Ronchi.


La stampa locale nel riassumere la vicenda sottolineò il fatto politico che mostrava un Podestà debole e troppo manovrato da Don Rodaro, gli avversari politici chiesero immediate dimissioni della Giunta Comunale che aveva spinto all'esasperazione la gente provocando la sommossa.


Ovviamente chi pagò il conto della sommossa furono pochi poveri pescatori che più degli altri si fecero notare nelle devastazioni degli edifici pubblici.


Ritornata la calma grazie alle guardie austriache intervenute, i nostri vigili, nel trambusto, furono notati in osteria a bersi una birra, le Autorità/coniglio ritornarono in montura a Grado.


...e tutto tornò come prima e come adesso!!! 


--La motivazione di partenza era futile, si trattava di stabilire di che dimensione dovessero essere i festeggiamenti per il ritorno in paese di un fraticello gradese don Benigno Tognon.


Per tradizione il Comune si assumeva l'onere di di patrocinare la festa in onore dei figli dell'isola assurti al sacerdozio e i festeggiamenti furono organizzati secondo regola.


Ma la categoria dei pescatori, probabilmente spinta dagli oppositori politici del Podestà Giovanni Corbatto, ritenne che non si fosse fatto il necessario accusando il Podestà e il Parroco Mons. Rodaro di scarsa considerazione per il frate in quanto figlio di poveri pescatori e organizzò una ulteriore festa che coinvolgeva tutto il paese.


Sotto le pressioni del Podestà i superiori richiamarono il povero Don Benigno in convento prima della festa programmata e si scatenò il finimondo.


Rabbiosa la gente si scagliò contro la caserma della Guardia di Finanza abbattendola quasi, non contenti danneggiarono il Municipio e l'abitazione di don Rodaro.


Da notare il coraggioso atteggiamento del Podestà scappato a Monfalcone a casa dei suoceri e di don Rodaro rifugiatosi a Ronchi.


La stampa locale nel riassumere la vicenda sottolineò il fatto politico che mostrava un Podestà debole e troppo manovrato da Don Rodaro, gli avversari politici chiesero immediate dimissioni della Giunta Comunale che aveva spinto all'esasperazione la gente provocando la sommossa.


Ovviamente chi pagò il conto della sommossa furono pochi poveri pescatori che più degli altri si fecero notare nelle devastazioni degli edifici pubblici.


Ritornata la calma grazie alle guardie austriache intervenute, i nostri vigili, nel trambusto, furono notati in osteria a bersi una birra, le Autorità/coniglio ritornarono in montura a Grado.


...e tutto tornò come prima e come adesso!!! 


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