Oggi va di gran moda il "gossip", il pettegolezzo fatto e strafatto con tutti i mezzi di comunicazione di massa odierni, ma un tempo?
A Grado la via più praticata per il gossip era Stralonga la Cuba centrale che attraversa il Castrum da Sud a Nord partendo da Cul de Muro per arrivare a Piazza della Corte (poi della Vittoria, poi B.Marin) il decumano dei romani gera 'l vial de i nostri veci...100 ani fa le nostre donne vecchie e giovani del tempo, sedute sugli scagni, fuori della porta di casa, rigorosamente in nero, tagliavano a fette il prossimo con le ciacole.
Il tutto avveniva in modo fulmineo si cominciava con una chicca di novità a sud, trenta secondi dopo con il passaparola (più veloce di internet e dei socialnetwork) la notizia era giunta a nord, commentata e stravolta.
Io, per un periodo, ero convinto che avessero la radio per comunicare tanto era veloce il fenomeno.
Ma a dire il vero le maldicenze fanno ormai parte del nostro modo di essere, le dai per scontate, e poi alla fine la fonte non è mai certa, il pensiero è diffuso, insomma ti costruisce una reputazione nel bene o nel male diventando un'arma pacifica e socializzante.
Insomma "si dice...si dice che..." in fondo sono solo parole.
Anche se qualche volta le parole possono far un gran male.
Teti Dovier poeta nostran de serie A le visualizza in una bella poesia:
LE LENGUASSE
Quante volte che se sente
coi sputàna oltra zente,
quele lengue no le à frèn
e le spùa tanto velèn.
Zè cu conta, me savevo
e cu dise me zè peso
e perfin anche i amici
i diventa to’ nemici.
Me se solo una roba
de la zente che sputàna,
'nà metà la zè cativa,
l'oltra invesse zè rufiàna.
No se sà, cu sarà stào
a contà quela versiòn,
ma siguro no zè stào
cu intel specio al s’hà vardào.
Quela zente che subisse
queste brute umiliassiòn
de siguro le zè megio
de cu conta la versiòn.
Teti
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