Domenica 4 agosto alle ore 11 in Calle del Palazzo,
sotto la lapide, si svolgerà la cerimonia per commemorare il Centenario della morte di:
Sebastiano Scaramuzza, primo rivelatore del dialetto di Grado.
A rendere omaggio a questo illustre figlio dell'Isola saranno presenti Monsignor Zorzin,
Bruno Scaramuzza, Alessandra Scaramuzza, l'Ass. alla Cultura della Provincia di Gorizia Federico Portelli, il Segretario del Consiglio Provinciale Pierluigi Lodi, il Sindaco di Dolegna del Collio, nonché Consigliere provinciale, Diego Bernardis.
Questo appuntamento è il primo di diversi incontri programmati durante l'estate.
La commemorazione dedicata
a Sebastiano Scaramuzza rappresenta la prima delle quattro grandi iniziative
rivolte alla straordinaria figura del letterato irredentista gradese.
Seguiranno rispettivamente la rappresentazione teatrale “I gnò salùi a Gravo e
a ‘i Graizani, cu è vogiùo mundi ben”, scritto appositamente per il Centenario
da Alessandra Scaramuzza;
il Recital “La devozione di Sebastiano Scaramuzza
alla Madonna di Barbana” scritto da Alessandra Scaramuzza da scritti inediti di
Sebastiano Scaramuzza in coincidenza del 150° Anniversario
dell’Incoronazione della Madonna di Barbana.
Vi aspetto tutti, numerosi!
Ecco questa e la nota di Alessandra Scaramuzza, pronipote del nostro personaggio che ci invita alla commemorazione.
Piccola nota dolente che salta all' evidenza, l' Amministrazione Comunale non è citata tra le Autorità partecipanti, che non sia interessata? l' evento è troppo strettamente culturale per avere una qualche valenza? non gliene frega nulla?
Piccole note sul personaggio:
Un grande letterato, patriota e graisan Sebastiano Scaramuzza nasce a Grado nel 1829 morì a Vicenza il 4 agosto 1913 figlio di Giacomo e Maria De Grassi, con radici friulane da parte di nonna.
La famiglia imparentata strettamente con i comandauri di Grado De Grassi spinse il giovane Sebastiano allo studio e a coltivare con passione il dialetto gradese.
Aveva l'abitudine in gioventù di annotare le espressioni e i modi di dire popolani più usati dai pescatori che usavano una forma arcaica del dialetto gradese e pertanto, con il consueto pragmatismo del popolo, veniva considerato una pò "matusso".
"Che serve notà quel che za se sà"
Nel 1862 si trasferì a Torino da dove iniziò un'intensa attività di letterato irredentista descrivendo le situazioni politiche del momento e frequentando tutti i maggiori intellettuali.
Questo al salùo di Sebastiano Scaramuzza ai "graisani"
Mé vogio che tu porti a duti el salùo
che vién da ‘l fundi de ‘l gnó cuor,
là che amór elo ha de più.
‘Speta che, sabo, i dàga fundi
i sabionànti in porto,
e de palù i pescaüri sìa ‘rivài
giucùndi, descòlsi, e le braghésse tiràe su.
Salùa duti !!!
No lassâme in despàrte i trataüri
e quanti i’ ghèta l’arte in mar,
gnì ‘l canparuòl, el passeghér,
e cu, da nòltri, ezèrzita un mistièr.
Tu ha da scordà le fèmene ? …
Oh no, guai !
Le graïzane Mé no scordo mai !
Sebastiano Scaramuzza (1863)
Sapevatelo ed esserci!
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