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13 agosto, 2013

Poesia per Barba Bastian Scaramuzza

Caro Ennio,
Ti mando un omaggio a Barba Bastian Scaramuzza che ho inviato al concorso di Grado Nostra.

Mi sono immaginato di scrivere una poesia dettata direttamente da lui.
Per essere verosimile doveva essere scritta con le sue parole, per questo mi sono letto il suo libro:
LE VICENDE E LE CONCLUSIONI DEL MIO STUDIO GIOVANILE DELLA PARLATA GRADESE (ricordi intimi, storici e filologici) Udine 1894
e da lì mi sono segnato i fatti, i pensieri e le sue parole.
Naturalmente l'ho scritta con il mio metro e la mia sensibilità per non creare un fac-simile.
Ciao Mauro Marchesan

Ecco questo è l' incipit per la poesia di Mauro dedicata al nostro grande personaggio.
Mauro con grande sensibilità ha allegato anche la traduzione in lingua perchè per simulare la parlata  del tempo ha usato nel testo un "graisan" non proprio di uso corrente, grande:

IN TE 'L ÒRLO DEL SEPULCRO 

Cu varave mai dito che dopo tanti ani 
la vose de la gno sposa 
me varave dào 'l sovo ultemo saluo 
in tel dialeto morituro dii gno zurni piú dulsi, 
cô fevo le mussole in tii canai 
e barufevo sui sabiuni coi corcai. 
Cô robevo 'l favelâ s-cieto e pilizin 
de le femene marisose del Cogólo, 
pre vistî le parole nostre de sede e merliti, 
pe 'l amor devoto che portevo in peto 
ai gno frêli consa-cane de 'sto lio. 
E tù Giovàna, spirto alto e zintil, 
che comò un borsolo in tel caligo 
tu m'à conpagnao in te la gno vita, 
tu pudivi spetâme almanco tu, 
pre desmolâme da 'sta puesia del dolor. 
Me porto drio i remengusi ani de èsolo 
e nissun'oltra richessa 
preché no' vogio ni oltari ni sagrestie, 
ni la nomea del savio Barba Bastian 'l pueto 
quel che'l steva rente del simisterio vecio. 
Xe la forsa de la gno ánema maturla 
e 'l sangue dii gno stràbisavi 
che me tien ligao a 'sti recordi, 
e i mari mossi dai tinpi del dio Belo 
che i spartisse la morte da la vita. 
Volaravo rivâ sbolando da Naquilea 
e vêghe la Volpera in fior, 
e l'isola Gorgo che tanto hè amao, 
e púo 'l gno sabion distirao in t'un sogno 
fra le cape e i caperossuli 
e despúo spetaravo che'l vento chieto 
'l me sepelissa co' le caresse sove, 
fra le parole che galesa in le Aque Gradae 
del gno ultemo vernacolo sulitario. 


SULL'ORLO DEL SEPOLCRO 
Chi l'avrebbe mai detto che dopo tanti anni 
la voce della mia sposa 
mi avrebbe dato il suo ultimo saluto 
nel dialetto morente dei miei giorni piú dolci, 
quando facevo le capriole nei canali 
e litigavo sulle sabbie coi gabbiani. 
Quando rubavo la parlata schietta e stantia 
delle femmine amare del Cogòlo, 
per vestire le parole nostre di sete e merletti, 
per l'amore devoto che portavo in petto 
ai miei fratelli derelitti di questo lido. 
E tu Giovanna, spirito alto e gentile, 
che come una bussola nella nebbia 
mi hai accompagnato nella mia vita, 
potevi aspettarmi almeno tu, 
per slegarmi da questa poesia del dolore. 
Mi porto dietro gli anni vagabondi di esiliato 
e nessun'altra ricchezza 
perché non voglio né altari né sacrestie, 
né la nomea del vecchio saggio Sebastiano il poeta 
quello che abitava vicino al vecchio cimitero. 
È la forza della mia anima matta 
e il sangue dei miei antenati 
che mi tengono legato a questi ricordi, 
e i mari mossi dai tempi del dio Beleno 
che dividono la morte dalla vita. 
Vorrei arrivare volando da Aquileia 
e vedere la Volpera in fiore, 
e l'isola Gorgo che tanto ho amato, 
e poi la mia sabbia distesa in un sogno 
fra i molluschi e le vongole 
e dopo aspetterei che il vento quieto 
mi seppellisse con le sue carezze, 
fra le parole che galleggiano sulle acque di Grado 
del mio ultimo vernacolo solitario. 


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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mauro è una "rara avis" nel panorama poetico locale di oggi, per l'originalità dei contenuti e la competenza del linguaggio accanto ad un disgustante "ogio de fritura".
mm

Ennio Pasta ha detto...

Eh si! Mauro è veramente una perla rara.
Il solo fatto di essersi documentato sul modo di scrivere del poeta e di averlo fatto nel dialetto antico lo pone su un piano diverso. La poesia poi è veramente vibrante e coinvolgente con l' immagine del "sepulcro" incombente con la forza dell' amore per la propria terra palpabile.

Alien ha detto...

Questa composizione come esempio per dire che Mauro è certamente una buona spanna sopra tutti gli altri...

Anonimo ha detto...

Mauro sembra possedere una dote rara: l'umiltà.
mm