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17 maggio, 2023

ACCIAIERIA TRA GRADO E MARANO


 Il tema è controverso e riguarda il progetto del nuovo polo siderurgico nel cuore della laguna di Marano e Grado –  comprensorio lagunare più settentrionale dell’Adriatico, ancora oggi comunità di pescatori forte di tradizioni locali legate alla cultura marinara e meta turistica – più precisamente l’insediamento dovrebbe essere in corrispondenza della foce dell’Aussa Corno.

stravolgerebbe completamente la vocazione turistica della laguna e delle sue aree costiere rappresentando una concreta minaccia per il turismo nautico e la ricettività turistica del territorio compreso tra Lignano e Grado.

‘Abbiamo accettato questo incarico – ha detto l’amministratore delegato di Imq e Ambiente – in un momento storico in cui l’impegno al cambiamento climatico è al centro delle scelte produttive; la proposta progettuale valutata invece di determinare ricchezza sostenibile, introduce una fonte di pressione fortemente negativa con conseguenze sotto il profilo economico e ambientale e rappresenta un attacco al sistema turistico in un habitat già di per sé delicatissimo”.

CAMMINA LEGGERO IN PRIMAVERA:MADRE TERRA è INCINTA!

Il timore più grande è di perdere gli insegnamenti che mi hai dato chissà se se la nostra cecità ed ipocrisia ci conduce ad accettare la distruzione di tutto questo in cambio di varie promesso di sviluppo.

MADRE TERRA E’ INCINTA!

Anche il previsto dragaggio del canale Ausa-Mare di accesso al porto finalizzato a garantire la quota di pescaggio di circa 12 metri contro i 7.5 attuali e l’allungamento della banchina di attracco presentano delle potenzialità di rischio ambientale molto elevate. Così come forti saranno gli impatti in termini di emissioni atmosferiche da traffico e da risollevamento di polveri nella fase di cantiere che interesseranno in particolare l’abitato  nella laguna di Marano e aumenteranno i traffici terrestri per la gestione dei rifiuti. Ma soprattutto a preoccupare è la stima che il polo potrebbe produrre annualmente 4 milioni di tonnellate di acciaio, corrispondenti grossomodo all’ attuale produzione dell’Ilva di Taranto, con conseguenti 80.000 tonnellate di polveri derivate.

‘Uno scenario che rappresenta una reale minaccia e che deve essere assolutamente scongiurata’ – sottolinea in una nota Assomarinas sollecitando alla riflessione sulle  ricadute che la costruzione dell’impianto, se realizzato, produrrà su quest’area che si è sviluppata con tutt’altra vocazione e che comporterà un grave e irreversibile deterioramento del contesto paesaggistico  con notevoli ripercussioni sul comparto del turismo, della nautica e della pesca.

Che paese strano...

Che paese paradossale! L'imprenditore che raccoglie firme casa per casa, l'imprenditore che monopolizza la stampa locale, l'imprenditore che si giustifica "a norma di legge". Invece di propinarci le solite banalità (che daranno posti di lavoro, sviluppo turistico, faranno risplendere nuovamente "la perla dell'Adriatico ecc.)... perché, a noi poveri sprovveduti, non spiegano "la variante alberghi"? 

Cubi che si spostano, boschi che si tagliano ( e che si reimpiantano a Fossalon), piani che crescono; che ci spieghino come, per la legge della " domanda e dell'offerta", i 25 milioni di euro verranno ammortizzati, o perché proprio ora, questo mega intervento, quando (guarda caso) grazie ad una legge della Comunità Europea, fra qualche anno, non ci saranno più vincoli di destinazione d'uso sulle proprietà private?


CAMMINA LEGGERO IN PRIMAVERA:MADRE TERRA E’ INCINTA’ !

 Sulla stampa, invece, chi dovrebbe avere più spazio (almeno per par condicio) dovrebbero essere coloro che protestano, che sono contrari, che fanno sentire la loro voce in un paese sordo e cieco; 

i cittadini che, al di là della legge e dei tanti documenti esibiti grazie a Liber@, dalla loro parte hanno la storia di Grado. 

La nostra storia, e se come dite che avete a cuore il bene del paese dovreste accorgervene anche voi, che dimostra senza ombra di dubbio, (senza essere accusato di avere la verità in tasca) che questo tipo di politica, perpetrata negli anni, con leggi, e leggine, varianti e variantine, ha distrutto, urbanisticamente, turisticamente e economicamente la nostra meravigliosa Isola. Chissà se se sarò anch’io capace di trascinare qualcuno alla ricerca e alla conoscenza di questi territori, prima che la nostra cecità e ipocrisia conduca ad accettare la distruzione di tutto questioni cambio di varie promesso di sviluppo!.

LA MADRE TERRA E’ INCINTA!



Un censimento del 1998 evidenziava la presenza mille e 498 camini da cui venivano immesse ogni anno 53 mila tonnellate di 120 sostanze tossiche differenti. Tante quante le discariche abusive per un totale di 5 milioni di metri cubi di rifiuti. Tra gli agenti contaminatori zinco, arsenico, piombo, selenio, rame ma anche alcuni idrocarburi. In particolare è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti e microinquinanti organici. 

Questa varietà sia nelle sostanze tossiche presenti che nelle diverse tipologie di agenti inquinanti ha reso sempre più complessa la realizzazione delle bonifiche. Ad oggi gli interventi approvati sono 46 progetti differenti ma secondo Legambiente tutto si muove molto a rilento. 

È una lettura di fatti articolata, questa che ci offre Aldevis Tibaldi, frutto della sua esperienza e del suo impegno personale nelle lotte degli ultimi decenni a difesa dell'ambiente e dei diritti sociali. Si parla di inquinamento, di distruzione del territorio e del paesaggio, dalla Carnia alla pianura friulana, dal Carso alla laguna maranese, ma anche della solidarietà dimostrata alle lotte in altre regioni, come quelle contro la TAV in Val di Susa. Sono storie di un degrado ambientale che poteva essere evitato, perché qui si documenta non una “sterile” opposizione, ma un impegno di cittadini, comitati e associazioni a trovare soluzioni ai problemi, una partecipazione sociale cosciente e collettiva che invece è stata oscurata, marginalizzata, derisa e in molti casi perseguitata e repressa dai “poteri forti” trasversali che hanno imposto le scelte alle forze politiche al governo della Regione e del Paese. 


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