Cerca nel blog
29 maggio, 2023
SAN. GIULIANO
Domenico Marchesini (Menego Picolo) nasce a Grado nel 1850 e vi muore nel 1924, figlio della Grado storica, poco conosciuto perchè purista del dialetto antico, attraverso i suoi scritti (sono pochi) riusciamo a conoscere l'arcaismo dialettale del vero proto veneto graisan che evita con grande attenzione le contaminazioni del giuliano triestino, proponendo con forza la vigoria del dialetto autentico graisan.
Più che "rappresentarlo" Domenico Marchesini ci "presenta" il microcosmo gradese: un nucleo la cui struttura sociale si esaurisce in pochi elementi:
i pescatori di mare e di laguna, gli artigiani e i renaioli.
E gli artigiani allora si chiamavano "artisti", ed erano artisti che per poter vivere in quella società costruita su un'economia del tipo più primitivo, erano spesso costretti per sopravvivere ad esercitare più "arti" contemporaneamente.
E il Marchesini di questa angustia è cosciente, e con insistenza le pone di fronte, quasi a contrappeso spirituale, l'emblema di San Marco e il riflesso splendore della Serenissima, per cui i pescatori .comandauri del palù ricevono una patente di nobiltà d'antica data e diventano cortesani e, pur nelle loro misere capanne, i custodi eletti di un'eredità gloriosa e glorificante.
Si direbbe quasi che Menego Picolo voglia per rassicurare noi e se stesso che ci sono veramente, perché questo mondo non sfugga alla nostra attenzione, e per renderlo, se possibile, più ampio in latitudine e longitudine, e rendere la laguna più vasta, e perciò più ricca di pesce.
Questa laguna, la pesca, era d'altra parte la vita stessa del paese.
Una vita durissima, la pesca che impedisce di morire di fame e gli strumenti di essa sono sempre presenti, e trapassano nel linguaggio sotto forma di modi di dire ed espressioni metaforiche:
Al Cason, al pulindron , la mota, le cane, pegia ;
i pesci con la loro qualità più o meno pregiata rappresentano i ceti sociali, da bransini a cepe , dall'alto verso il basso.
Tutte espressioni che si possono intendere ma non tradurre, perché traducendole si distruggono, aderenti come sono alla sostanza isolana.
La elementare durezza di questa vita di mare e di laguna spiega i desideri sognati dai casoneri:
lo sta de bando , il contare denaro - è segno quanto mai rivelatore - e nelle pochissime feste, religiose o meno, si tramutano sempre in tumultuose sagre popolari.
E la sfilata continua: la storia passa davanti ai nostri occhi con il più immediato e palpabile simbolo del potere, il denaro: marculini, fliche, fiurini.
con le sue parole assistiamo al documentario della flora e fauna, e scopriamo che nelle lagune di Domenico Marchesini crescono soltanto erbe utilitarie, buone soltanto per farne fascine e scope, che il cielo è popolato soprattutto da volatili commestibili e di quelli che commestibili non sono- il corcal - fungono da sinonimo per "stupido" o peggio .
Ci sono si a nostro conforto le ordole a canta più liegre, e le silise che fanno il nido.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento