Presentazione ieri sera della nuova campagna di scavi sul relitto del Mercure .
Si trattava di un brigantino da guerra costruito a Genova ma venduto all' armata francese con compiti di scorta, sorveglianza, collegamento o portadispacci, veloce con ampia velatura . Era dotato di un unico ponte ed era ornato di sculture a poppa e a prua. Lungo circa 32 m e largo circa 9 m, aveva un dislocamento di 400/450 tonnellate e poteva raggiungere la velocità di 9 nodi. Fu affondato nella notte tra 21 e il 22 febbraio 1812 al largo di Lignano in una zona nota come Battaglia di Grado combattuta tra un flotta italo-napoleonica, proveniente da Venezia, ed una della marina inglese. Nel corso dello scontro venne catturato il Rivoli, un vascello francese da 74 cannoni e affondato il Mercure, brick da sedici carronate, con funzioni di scorta, appartenente al Regno Italico. La sanguinosa sconfitta - che comportò la morte di circa 400 uomini - e la perdita delle navi fece così naufragare anche il tentativo di Napoleone di scacciare la flotta britannica dalle acque dell'Adriatico. Lo scavo è attualmente l'unico cantiere subacqueo su un relitto gestito da un ateneo italiano e aperto a studenti di archeologia. Esso quindi, oltre a finalità di ricerca e tutela, ha una grande valenza formativa.
Queste le note presentate dai rappresentanti dell' Università "Cà Foscari" di Venezia incaricati sin dall'inizio, nel 2001, di seguire le ricerche sul relitto.
Io credo sia, anche se non si è detto, l'inizio di una collaborazione tra Grado e Lignano nella gestione di tutti quei fattori, finanziati dalla Regione, che possano avere valenza turistica.
I reperti dei lavori precedenti sul Mercure sono stati esposti due volte a Lignano e mai a Grado, ma seguendo le nuove direttive dello sviluppo turistico regionale questa volta si è voluto dare, secondo me, una facciata di fraterna collaborazione tra due comuni turistici che sono in competizione da sempre, tanto per significare che la mosina da cui provengono i soldi per le promozioni di qualsiasi genere è la stessa.
Naturalmente del Museo del Mare, a parte un breve cenno imbarazzato sul cambiamento del responsabile della Sovraintendenza dei Beni Culturali che ha rallentato tutto, nessuna nuova.
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