Ottobre è il mio mese, per varie ragioni, le più importanti la nascita di mia figlia ( a proposito è proprio oggi, auguri Giorgia) e della mia nipotina Alice, ma anche:
Perché è il mese in cui tutto è incerto.
Perché è l’anello più debole nella catena del tempo e delle stagioni, il passo zoppicante, il tratto di penna più incerto; e come tutti gli anelli deboli alle catene, è quello che lascia intravvedere l’imprevista possibilità della fuga e del ritorno.
Perché si lascia scoprire di soppiatto, come un frusciare d’ali che non t’aspetti, che senti salire lentamente ed è come un lentissimo tuffo nel battito del sangue.
E' il mese che alle cinque del pomeriggio guardi il cielo e il cielo ha un colore che appassisce.
Perché ha il sapore dello disfarsi e dello svanire.
Ma contiene in sé una promessa, che rimarrà nascosta per altri mesi, e che sarà un rimpianto.
Perché è il tempo dei progetti e dei ripensamenti, il tempo del futuro semplice e del passato remoto.
Perché è il gesto che socchiude, senza coraggio, non abbastanza sfacciato da sembrare definitivo; ma è in quella sua timida, esitante lentezza che avverti una perentorietà che non ti lascia scampo.
La porta sempre chiusa… Perché ottobre non ammette repliche.
E anche perché il mare, a ottobre, è bellissimo.
Come se riportasse a terra la spossatezza e la folla e gli urli e i giochi e le corse e le rincorse dell’estate: disfatti.
Come se li restituisse stancamente volentieri: piccolo omaggio alla transitorietà delle cose umane e lieve sussurro di rassicurazione, pronunciato controvoglia.
Perché è il mese degli ossi di seppia e delle alghe marce e degli odori sciroccali di acqua salata imputridita.
E, infine, perché è inattesa luce nuova sul lento placarsi delle onde.
2 commenti:
Certo che hai gli occhi ben aperti, ma non quelli sotto le sopracciglia! Grazie delle immagini in parole.
Il raccontare per immagini è' diventato un modo per andare oltre alla fotografia, che pure, per me, è parte essenziale.
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