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23 aprile, 2014

Marco e il simbolo sull' ambone




Ci avviciniamo al 25 aprile la commemorazione di  S. Marco il cui culto, per l'importanza religiosa rivestita dalla condizione di Evangelista, è estremamente diffuso e capillare tra le Chiese cristiane
Centrale per le chiese orientali d' Egitto, derivate dall'antico patriarcato di Alessandria, per i patriarcati italiani, oggi soppressi, di Aquileia e di Grado e per il patriarcato di Venezia.


Al solito a Grado, giusto per dare un tocco di diversità, si contraddistingue e in Basilica, se guardate con attenzione l' ambone romanico-gotico, si nota  un' anomalia sulla scultura del Leone che rappresenta l'evangelista Marco.

Il Leone mostra la lingua:

Dall'ambone il celebrante leggeva il Vangelo, pensate a Marco che mostra la lingua ai fedeli per secoli, forte!


Mancava solo mostrasse anche il dito medio!



da "Il Tesoro del duomo di Grado" di Ezio Marocco 
"Il culto di San Marco, parlando di cose serie, in terra veneta è nato, con molta probabilità, proprio a Grado e qui, ben prima che a Venezia, acquistò quel significato di libertà politica e religiosa che poi contrassegnò per quasi mille anni la forza interiore della Repubblica Veneta.

Fu nel Castrum Gradese, che iniziò la ribellione contro le intromissioni imperiali e l'ambiguità papale di Roma, qui i vescovi aquileiesi, profughi della devastata metropoli ma forti dei rapporti con la Chiesa Alessandrina, gettarono i primi semi di una secolare autonomia arroccata attorno al nome di S.Marco.

Una prova per tutte, Eraclio donò a Venezia la cattedra di S.Marco ospitata nella basilica di Grado, è la certezza che già nel VII secolo il culto marciano aveva a Grado un posto di primo piano.



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